Il made in Italy è sempre più ambito e proprio per questto sempre più sotto “attacco”. Dopo il Prosecco l’ultimo prodotto conteso è l’aceto balsamico originario di Modena che la Slovenia vorrebbe “scipparci” attraverso una richiesta ufficiale fatta all’Europa. L’azione da parte della Slovenia ha portato il mondo dell’agroalimentare italiano a mobilitarsi: “Giù le mani dal nostro aceto balsamico e da tutte le nostre produzioni Dop e Igp”.
Vasta è la mobilitazione, oltre alla Coldiretti, che ha dichiarato come questa scelta potrebbe portare un danno di un miliardo di euro al settore, a difendere l’aceto balsamico di Modena Igp e le Dop degli aceti balsamici tradizionali di Modena e Reggio Emilia, è sceso in campo anche Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali notificando all’Europa la sua totale opposizione.
Nelle scorse settimane anche la IX Commissione Agricoltura e Produzione Agroalimentare del Senato della Repubblica si era occupato del caso ed era stato Mariangela Grosoli, Presidente del Consorzio Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena IGP, a fare il quadro della situazione evidenziando che “la problematica è grave e mette a rischio i comparti dei tre Aceti Balsamici tutelati a livello europeo, l’IGP e le due DOP, che complessivamente rappresentano un fatturano al consumo di oltre un miliardo di euro, una produzione annua di circa 100 milioni di litri e un export superiore al 90%. Ciò che si è verificato con la Slovenia è un vero e proprio aggiramento del Regolamento, una pratica scorretta che va fermata al più presto perché rischia di creare un pericoloso precedente non solo per il nostro comparto ma anche per altre denominazioni. Ringraziamo il mondo politico, istituzionale e associativo e, in particolare, le associazioni Origin Italia ed Origin Europa, per il sostegno e la condivisione di intenti, ma ora abbiamo urgente bisogno di un passo concreto che possa sbloccare la situazione che si sta facendo sempre più urgente e pericolosa”.
Lo stato di avanzamento dei lavori dal punto di vista legale e procedurale è stato invece illustrato dal Direttore del Consorzio Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena IGP Federico Desimoni, il quale ha ripercorso i principali passaggi compiuti fino ad oggi. “La procedura prevista dalla direttiva 1535/2015, avviata i primi mesi dello scorso anno, si è esaurita a giugno 2021 con una risposta insoddisfacente della Slovenia e con il silenzio e l’astensione della Commissione Europea. Dopo la chiusura della procedura abbiamo studiato la questione con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e con l’Avvocatura dello Stato i quali, dopo aver confermato che l’unica azione possibile per evitare l’acquiescenza dello status quo è l’avvio della procedura di infrazione prevista dall’art. 259 del TFUE, hanno riconosciuto la presenza di tutti i requisiti necessari per l’instaurazione di tale procedura. La norma slovena, infatti, oltre a violare almeno due regolamenti comunitari, si pone in diretto contrasto con varie norme e principi dello stesso Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea e, in particolare, quelli a tutela del consumatore, della proprietà intellettuale, del riavvicinamento delle legislazioni nazionali e della politica agricola comune. Come è facile intuire, la procedura non è solo un atto di natura giuridica in quanto assume anche un’importante valenza politica e, proprio per questo, è di competenza del Consiglio dei Ministri”.
Con il nuovo Parlamento, che sarà eletto il 25 settembre, sarò decisivo e urgente l’intervento del Governo appena sarà in carica. Tutto il made in Italy è impegnato in questa battaglia per non creare pericolosi precedenti, anticamera di future imitazioni dei prodotti Dop e Igp italiani.