Le foto scattate da Ivano Zinelli: oggi Alessandro Rosati
Cari lettori, oggi su Gustoh24 nella rubrica “Le facce che si fanno guardare” (QUI) troverete un uomo “speciale”, Alessandro Rosati, che tutti chiamano “il signore dei capperi”.
Sì perchè anni fa Alessandro ha scoperto la bontà dei capperi siciliani di Salina e li ha “trasportati” nel parmense, precisamente a Sorbolo….
…ma ora eccovi le foto che ho scattate ad Alessandro Rosati, per poi proseguire a raccontare la sua storia...
…la storia di Alessandro continua…
Capperi! Questa esclamazione che usò già il Goldoni nella sua commedia “La bottega del caffè“ o più tardi il Nievo nel suo romanzo “Le confessioni di un italiano“ rappresenta bene la meraviglia e lo stupore che Alessandro Rosati, il signore dei capperi, ci fa provare presso la floricoltura Abbati di Sorbolo (Pr), nel vivaio che ha allestito, osservando la stupefacente esplosione e fioritura di questi giorni delle sue piantine di Capparis Spinosa: qui sono tutte nate per talea, e ce ne sono alcune di pochi mesi, di un anno, di due e anche di più anni, tutte comunque figlie di un patriarca della natura, una centenaria pianta coltivata di cappero di cui Alessandro è da 15 anni il custode sulla terra e che ha posto a guida del suo cappereto, composto da una squadra di ben 130 piante.
Il cappereto si trova a Salina, la più verde tra le isole Eolie, in una location da favola su una falesia a strapiombo sul mare e con davanti Panarea e Stromboli eruttante.
Alessandro, al primo incontro è rimasto incantato dalla straordinaria bellezza di questa maestosa pianta dal tronco enorme e l’ha chiamata “Geronimo“ perché avendo una grande somiglianza umana, gli ha fatto da subito ricordare l’eroe della sua giovinezza, quel grande e saggio capo Apache che mai fu sconfitto in battaglia dagli invasori messicani e che viveva in profonda sintonia con Madre Terra.
“Geronimo“ ha stravolto da allora la sua vita ed è entrato così tanto in simbiosi con lui che ogni volta che entra nel cappereto prova un’emozione fortissima.
Nel cappereto la sagoma di Giuseppe Verdi e il Libiam della Traviata
Alessandro poi, convinto assertore del benessere vegetale, ha introdotto per “Geronimo” e fratelli per 24 ore al giorno le arie più conosciute del suo concittadino Giuseppe Verdi, ouverture e prologhi, solo musicali, che ne hanno rafforzato l’amore profondo verso questo vegetale dalla storia millenaria.
Insomma Verdi dirige (c’è una sua sagoma in cor-ten nel cappereto) e Geronimo guida, felice, la sua squadra alla produzione delle “pepite verdi”: boccioli pregiati che saranno protagonisti di una favola illustrata per bambini, di prossima pubblicazione e dal titolo “Geronimo e i pirati all’assalto delle pepite verdi”.
In questo tripudio di suoni, di vibrazioni e di energia, aiutati anche dal suolo vulcanico e dal clima mediterraneo, i capperi accelerano la loro crescita per essere raccolti da maggio a luglio, trattati con il sale e rigirati diverse volte prima di venire poi “barricati” a Parma, dove terminano in botti di castagno la loro maturazione che ne accentua il gusto senapato che già li contraddistingue.
Successivamente verranno numerati e poi commercializzati con il marchio CR Capperi Rosati nelle varie tipologie create tra pesti, paste, polveri, snack, grissini, oltre che sperimentati nella costante ricerca del signore dei capperi di nuovi e intriganti utilizzi (l’ultimo, di pochi giorni fa, in una rausch beer di un birrificio sammarinese).
Il cappero, pianta mediterranea di probabile origine tra il Nord Africa ed il Medio Oriente, è riconosciuto per le sue straordinarie proprietà, già ben note fin dai tempi antichi, e come del maiale, si utilizza tutto.
L’ Ambasciatore del ca… ppero!
Da radici e cortecce infatti si creano estratti e decotti ad uso medico e farmaceutico mentre boccioli, foglie, fiori e frutti sono da sempre impiegati in cucina e fanno di questo arbusto perenne una fonte inesauribile di sorprese, proprio quelle che hanno stregato Alessandro, tanto da fargli organizzare, presso diversi Ristoranti, le serate culturali del cappero, e così divenire, a tutti gli effetti, un vero e proprio Ambasciatore del ca… ppero!
Per chi volesse contattare Alessandro Rosati può scrivere alla mail allerosati@gmail.com o visitare la pagina Facebook del progetto.