Soddisfatta la Coldiretti per la risoluzione presentata dal consigliere regionale Verrecchia che impegna il presidente della giunta regionale a intraprendere tutte le azioni necessarie. Commenti positivi da Villalfonsina (Chieti)
L’ arrosticino d’Abruzzo verso la denominazione di origine protetta, la Dop? Si torna a parlare di questo importante riconoscimento dopo che una risoluzione è stata presentata dal consigliere regionale Massimo Verrecchia al presidente della terza commissione Emiliano De Matteo che impegna il presidente della giunta Marco Marsilio ad intraprendere tutte le azioni necessarie per il riconoscimento della denominazione d’origine.
Coldiretti Abruzzo esprime subito la sua soddisfazione con questa nota alla stampa: “Si parla finalmente di Dop l’unica denominazione che, nel caso dell’arrosticino, porterebbe alla piena tutela del settore zootecnico locale e all’esigenza di trasparenza del consumatore. La denominazione di origine protetta sarà di fatto la certificazione dell’origine della carne ovina dalla stalla alla tavola, con la certezza per chi mangia di non imbattersi in carni allevate fuori Italia ma macellate in Abruzzo al puro scopo di fregiarsi del nome”.
Dopo anni di lotte e sensibilizzazione, la richiesta inoltrata al presidente della terza commissione è quindi per Coldiretti un primo passo per la rivitalizzazione del settore zootecnico che negli ultimi anni ha subito un forte decremento. “La zootecnia ha costi di gestione altissimi e rispetto agli altri settori agricoli è sicuramente quello più svantaggiato per condizioni ambientali, sociali ed economiche – sottolinea la Coldiretti – di fronte a queste difficoltà il settore sopravvive ma ha bisogno di prospettive di sviluppo. La Dop per l’arrosticino abruzzese è tra queste, oltre ad essere una garanzia di trasparenza per il consumatore e un forte richiamo per i turisti. Siamo ovviamente consapevoli – aggiunge Coldiretti Abruzzo – che, attualmente, la disponibilità di carne ovina non è sufficiente a soddisfare il fabbisogno ma siamo altrettanto convinti che è necessario rendere trasparente l’origine della materia prima anche come volano di sviluppo turistico. Si pensi, per esempio, alla eco prodotta durante il giro d’Italia, quando una azienda Coldiretti ha offerto ai ciclisti in corsa degli arrosticini di vera carne abruzzese quale formidabile simbolo della nostra regione. Ci auguriamo pertanto con queste premesse che la risoluzione abbia buon esito e sia il primo passo verso il riconoscimento definitivo della Dop”.
Da Villalfonsina un plauso agli arrosticini
Alla Coldiretti si affianca un gruppo di abitanti villesi capitanati da Franco Loreto, un grande chef che con i suoi golosi piatti onora da tanti anni la buona cucina abruzzese e non disdegna gli arrosticini come pietanza principe da street food. Gli arrosticini infatti non mancano mai alle feste più importanti di Villalfonsina, un accogliente Comune in provincia di Chieti. Da segnalare inoltre che dall’apertura di FICO (Fabbrica Italiana Contadina) di Bologna sono presenti con un grande stand anche gli arrosticini insieme a negozi e fabbriche di produttori di specialità gastronomiche.
LA STORIA
Gli arrosticini (chiamati anche rustelle o arrustelle) sono spiedini di carne di ovino maschio castrato o di pecora tipici della cucina abruzzese. Le prime notizie riguardo l’Arrosticino risalgono introno al 1890 con la definizione di rustelle o ristelle riportata nei diari dei transumanti. A sera, una volta ricoverate le greggi, i pastori si alimentavano utilizzando gli scarti della pecora mattata per i pasti precedenti. Le sue origini risalgono ad alcuni secoli addietro nelle zone interne, a ridosso del Gran Sasso e dell’area del Voltigno (va identificato il cosiddetto “quadrilatero dell’arrosticino” tra Carpineto della Nora, Civitella Casanova, Vestea e Villa Celiera) e in alcuni centri del Teramano.
Attualmente si produce praticamente ovunque in tutto l’Abruzzo con la carne di pecora in tutte le sue parti migliori ed è da considerare uno dei principali “simboli distintivi” della cultura alimentare e agropastorale abruzzese.
Il prodotto vive da alcuni anni a questa parte un preoccupante fenomeno di massificazione che ne sta disperdendo le originali caratteristiche organolettiche e culturali a vantaggio di una promiscuità dell’immagine stessa dell’arrosticino e di un cannibalismo commerciale che potrebbe determinare a breve la perdita dell’identità abruzzese. Questo ha reso necessaria un’azione immediata di tutela dell’arrosticino a vantaggio proprio dell’identità culturale e della tipicità abruzzese. Al prodotto ottenuto e confezionato in conformità a quanto previsto dal disciplinare e identificato con un codice univoco per la tracciabilità, dovranno essere associate e messe a disposizione informazioni in supporto cartaceo e/o tramite collegamento ad uno specifico sito internet. Le carni presenti presso punti vendita o di consumo dovranno essere accompagnate dall’attestato di identità. L’Ara svolgerà una costante vigilanza sul rispetto del disciplinare da parte dell’intera filiera avvalendosi del suo personale qualificato o ricorrendo a organismi esterni. La rilevazione di non conformità da parte dei soggetti interessati comporta l’adozione di provvedimenti disciplinari.
L’arrosticino diventa, dunque, elemento distintivo e rappresentativo dell’attività di tutela delle tradizioni agro-pastorali abruzzesi.