Il ministro Patuanelli: “è sbagliato dire che non è stato fatto nulla”
L’agricoltura e le sue imprese di fronte alle sfide della sicurezza alimentare e della sostenibilità. Le minacce della guerra e dei cambiamenti climatici. I temi dell’attualità che hanno posto l’agricoltura al centro dell’attenzione della politica e dell’economia mondiale, con le imprese chiamate ad affrontare nuove sfide, su più fronti, sono stati al centro dell’assemblea generale di Confagricoltura che si è svolta il 12 luglio a Villa Miani, a Roma alla presenza del ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli e del vicedirettore della Fao Maurizio Martina, già ministro dell’Agricoltura.
Il commento presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti
Se le vicende attuali confermano la necessità di dare vita a una politica alimentare coordinata e condivisa a livello globale, per garantire gli approvvigionamenti “la strada – avverte Confagricoltura – è in salita: il forte aumento dell’inflazione e dei costi di produzione, oltre all’inevitabile rialzo dei tassi di interesse, rischiano di innescare una fase recessiva, bloccando così la ripresa economica avviata lo scorso anno”. In tale scenario l’assemblea è stata un momento importante per discutere sulle previsioni disponibili relative all’andamento dell’inflazione, a partire dai prezzi di gas naturale, petrolio e prodotti di base destinati all’alimentare. Quindi la PAC: le ultime – afferma la Confagricoltura – riforme rischiano di limitare la capacità competitiva delle imprese che producono per il mercato e, di conseguenza, il potenziale produttivo della UE, primo esportatore mondiale di prodotti agroalimentari. Infine i cambiamenti climatici, con una siccità che sta colpendo in modo pesante l’agricoltura, già alle prese con nuove ondate di epizoozie e fitopatie.
“In 40 anni di politiche comunitarie il settore agricole è passato da eccedenze ed ammassi alla carestia. La cecità con cui ci si confronta a Bruxelles è sotto gli occhi di tutti, mentre – ha affermato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, aprendo la 101esima assemblea della confederazione – il mondo chiede di produrre di più cibo di qualità a prezzi nella Ue si parla di ridurre la produzione agricola. Confagricoltura chiede che la Pac torni ad essere una politica economica e non una politica sociale. Gli ultimi 40 anni di politiche europee sono state un disastro: la politica delle eccedenze aveva una ratio negli anni Ottanta, ma poi non è stata fermata in tempo. Stiamo vivendo nel Metaverso dell’Europa mentre oggi fare agricoltura non conviene più se non alle aziende più strutturate. Negli ultimi dieci anni in Italia è esplosa l’occupazione in agricoltura, Expo ci ha dato luce, persino Covid ci ha dato luce perché ha evidenziato che è il primo comparto del Paese e c’è anche anche nelle emergenze. Ma è il momento di dare valore a questo settore”.
Sul tema dell’acqua e della siccità “sono quasi stufo di un Paese che discute, parla e non fa. Credo – ha detto il ministro Patuanelli – sia arrivato il momento di mettere in campo e premiare la capacità di fare del governo, delle strutture centrali che hanno competenza. Non è vero però che non è stato fatto nulla. Se guardiamo solo alla parte agricola dal 2018 al Mipaaf abbiamo finanziato 1240 milioni di euro di interventi, sul Pnrr previsti 880 milioni di euro e entro settembre avremo l’elenco finale delle opere da finanziare”. Per il ministro il tema è come concentrare la risorse per l’accesso al cibo e alla risorsa idrica. “Ci sono elementi – ha osservato Patuanelli – su cui intervenire in modo massiccio e rapido. Ci siamo trovati nel rapporto con enti irrigui per finanziare col Pnrr che ha tempi certi rispetto alle limitate risorse che abbiamo. Non è possibile a risorse invariate gestire emergenze e Pnrr“.
Il ministro Patuanelli è stato anche duro contro chi parla che non è stato fatto niente: “E’ sbagliato dire che non è stato fatto nulla. Dal 2018 abbiamo finanziato 1.240 milioni di euro di interventi, solo per il Pnrr è stato previsto 880 milioni di euro ed entro settembre 2022 avremo l’elenco finale delle opera da finanziare”.
Patuanelli ha, inoltre, lamentato “un depauperamento della Pa che mette in difficoltà le pubbliche amministrazioni. In questo contesto – ha evidenziato il ministro – in ogni provvedimento normativo viene dato un compito in più a risorse invariate. Così non va ricominciamo a pensare alla Pa e al suo ruolo che va rafforzato. Si è parlato molto, ad esempio, del commissario straordinario, non sono contrario. Ma oltre a poteri straordinari e un quadro normativo chiaro, occorre valutare le risorse umane da fornire: con 50 persone vicine prese dalla Pa rischiamo di non risolvere nulla“.
Sul modello europeo “attenzione a non buttare il bambino insieme all’acqua sporca. Con tutti i limiti registrati a Bruxelles – ha affermato Maurizio Martina – è un modello tra i più forti al mondo. Tanto più adesso, quando vanno affrontati conflitti, cambiamenti climatici, e choc economici derivanti da altri choc come la pandemia, è importante avere un tale spazio economico, politico e sociale. Anzi, ad avercene. Se riuscissimo a implementare tecnologie e ricerca al servizio del comparto agricolo riusciremmo a produrre di più e meglio. In questa transizione servono politiche pubbliche che accompagnino la capacità di innovazione delle imprese“.