Gli incontri e i dati “Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo” di Fondazione UniVerde e Noto Sondaggi; il “Rapporto Turismo Enogastronomico e Sostenibilità” curato da Roberta Garibaldi e le stime diffuse dalla Coldiretti sulla base delle previsioni di Terranostra
Si è celebrato oggi il World Turism Day, una ricorrenza internazionale celebrata il 27 settembre di ogni anno, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel settembre 1979.
Tante sono state le iniziative svoltesi in questa “Giornata Mondiale del Turismo”, promossa dall’Unwto (United Nations World Tourism Organization) in tutta Italia e noi di Gustoh24 abbiamo scelto di dare spazio al 13° Rapporto “Italiani, turismo sostenibile l’ecoturismo”, realizzato dalla Fondazione UniVerde e Noto Sondaggi, al “Rapporto Turismo Enogastronomico e Sostenibilità” curato da Roberta Garibaldi e alle stime diffuse dalla Coldiretti sulla base delle previsioni di Terranostra, l’Associazione per l’agriturismo e per l’ambiente promossa da Coldiretti.
Tutte le relazioni e i commenti hanno sottolineato come il cibo, i prodotti agroalimentari locali e tutto l’agroalimentare è di fatto il vero valore aggiunto della vacanza nel nostro Paese che è leader mondiale del turismo enogastronomico.
Cominciamo con la prima fotografia che emerge dal 13° Rapporto “Italiani, turismo sostenibile l’ecoturismo”, presentato questa mattina da Elena dell’Agnese (Presidente Associazione dei Geografi Italiani e professore ordinario presso l’Università di Milano-Bicocca) in occasione del convegno “Dal Grand Tour al brand Italia. Made in Italy, cucina italiana e ospitalità per un turismo sostenibile” ospitato presso il Radisson Collection Hotel – Palazzo Touring Club Milan e organizzato dalla Fondazione UniVerde e Noto Sondaggi insieme al Touring Club Italiano, con la partecipazione di United Nations World Tourism Organization (UNWTO), con report partner ITA0039 – 100% Italian Taste Certification by Asacert – Assessment & Certification e, in qualità di partners: CNA – Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa e Fedegroup. Media partners: Askanews, Italpress, RTL 102.5, La Notizia, TeleAmbiente, La Cucina Italiana, Opera2030, GustoH24, Trekking&Outdoor.
Quali sono i fattori che fanno scegliere la vacanza green?
Assaggi e degustazione nei luoghi di produzione (frantoi, caseifici, mulini, vigne, etc.), soggiorni in agriturismi o fattorie che offrono i propri prodotti, unitamente all’offerta di itinerari a tema (vie del vino, dell’olio, etc.) sono molto apprezzati con una media dei voti che supera l’8 su 10. Gli italiani conoscono (87%) e hanno una buona considerazione (72%) del turismo sostenibile e per questo chiedono standard di sostenibilità sempre più elevati da parte delle strutture e una maggiore promozione, da parte delle Istituzioni, per i cibi e prodotti made in Italy.
Ed ecco il dibattito che ne è seguito.
Dopo il saluto di benvenuto al Radisson Collection Hotel – Palazzo Touring Club Milan, ha avviato i lavori Zurab Pololikashvili (Segretario Generale UNWTO) che, in videomessaggio, ha sottolineato l’importanza di incoraggiare gli investimenti verdi nel turismo, “un pilastro delle nostre economie che svolge un ruolo centrale nelle nostre società e nelle nostre vite individuali e offre soluzioni ad alcune delle nostre maggiori sfide, tra cui l’emergenza climatica e l’urgente necessità di passare a economie più sostenibili”.
Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente Fondazione UniVerde, Professore di turismo sostenibile ed ecoturismo presso le Università Milano-Bicocca, Roma-Tor Vergata, Napoli-Federico II): “Il Rapporto rivela che quasi la totalità degli italiani (95%) ritiene il cibo, i prodotti made in Italy e i piatti tipici del nostro Paese fattori importanti per far crescere il turismo in Italia ma solo il 46% ritiene che siano sufficientemente promossi dalle Istituzioni. Altissima è anche la percentuale (85%) di chi è favorevole a introdurre sistemi di certificazione dell’autenticità di prodotti Made in Italy, in Italia e all’estero. Occorre quindi rafforzare la qualità delle tante iniziative di promozione, che spesso sono scoordinate e senza un’efficace misurazione dei risultati, ma anche di contrasto all’italian sounding. Dal Rapporto emerge un sentimento diffuso che percepisce la grandissima occasione di sostenere la cultura del cibo che da sempre contraddistingue l’Italia e rende il nostro Paese crocevia di un Grand Tour anche enogastronomico unico. Ce lo conferma anche l’altissimo consenso per la candidatura della Cucina Italiana a Patrimonio immateriale dell’Umanità (82%). Innovazione digitale e transizione ecologica (EcoDigital) sono i pilastri per rendere il comparto dell’accoglienza maggiormente competitivo, smart, sicuro e resiliente”.
Franco Iseppi (Presidente Touring Club Italiano): “Il turismo è per sua natura territoriale e continuerà a esserlo se, come sta avvenendo, alla centralità storica di coste, beni culturali e montagne si integreranno ancor meglio, a pari titolo, altre e diverse offerte come i beni enogastronomici, i prodotti del made in Italy, l’ambiente (con la sua eccezionale biodiversità), i cammini, i borghi, le industrie creative, gli eventi, le grandi feste di tradizione e religiose. In presenza di così tanti e rilevanti attrattori che connotano l’Italia, il ruolo dei territori è quello di massimizzare ed esaltare l’esperienza turistica dei viaggiatori, facendoli sentire ‘accolti’, al centro di un progetto (il viaggio) che può creare un sodalizio duraturo o comunque memorabile tra visitatore e luoghi. Ciò concorre a rendere distintiva l’esperienza vissuta: in una dimensione ideale, dunque, tempo e spazio si dilatano, vanno cioè oltre la durata e i luoghi reali della vacanza per continuare a vivere nella mente del viaggiatore anche una volta tornato nel luogo di origine e a distanza di mesi e anni. Tutto questo è possibile però solo a condizione che l’idea di turismo alla quale ispirarsi sia sostenibile”.
Gian Marco Centinaio (Vicepresidente del Senato della Repubblica): “L’ Italia protagonista se si rimbocca le maniche”
“L’Italia può essere protagonista a livello mondiale dei nuovi trend turistici, che ricercano le esperienze di vita nei territori, a partire dal consumo dei prodotti agroalimentari. Ma dobbiamo essere consapevoli che non basta avere tante ricchezze se non sappiamo valorizzarle. Il governo ha già messo in campo diversi strumenti utili, bisogna andare avanti su questa strada e incitare a uno sforzo comune tutti i soggetti coinvolti. Se vogliamo che il turismo faccia realmente da traino allo sviluppo del Paese, dobbiamo rimboccarci insieme le maniche e non dormire sugli allori del passato. Sono tre le principali parole d’ordine da seguire per sfruttare al meglio queste nuove opportunità”, spiega Centinaio, che è anche responsabile del dipartimento Agricoltura e Turismo della Lega. “La prima è ‘tutela’: dobbiamo aver cura del nostro territorio e realizzare le opere necessarie per proteggerlo dalle conseguenze del cambiamento climatico, ma dobbiamo anche difendere i nostri prodotti dalle brutte copie che vengono realizzate all’estero e da attacchi, sui quali troppe volte l’Europa ha chiuso un occhio. Mi riferisco all’Italian sounding o alle etichette allarmistiche e fuorvianti, come quelle irlandesi sul vino e il Nutriscore. La seconda parole d’ordine è ‘digitalizzazione’. È fondamentale sfruttare le nuove tecnologie per migliorare i servizi offerti e far conoscere in tutto il mondo i nostri luoghi e le loro ricchezze e favorire la possibilità di visitarli, ma anche l’acquisto delle loro eccellenze agroalimentari. Infine dobbiamo rafforzare la ‘formazione‘,per far capire ai giovani che i settori del turismo e dell’agricoltura sono molto cambiati e dare loro gli strumenti necessari a diventare imprenditori e lavoratori al passo con i tempi”.
Valentino Valentini (Viceministro delle imprese e del made in Italy), in un videomessaggio, ha sottolineato che “c’è un nesso stretto tra made in Italy e turismo”. Ciò che rende unico il brand Italia è la sua natura esperienziale, proprio perché i nostri prodotti “trasmettono valori e vissuto che li rendono attraenti in tutto il mondo”. Altro aspetto evidenziato dal Viceministro è quello legato alla gastronomia “dove vi è una trasmissione diretta che non ha bisogno di mediazioni culturali. Ciò che rende unica la nostra cucina è la qualità dei suoi ingredienti e la sostenibilità è entrata anche nella maniera in cui coltiviamo e produciamo le nostre specialità”. Tra le misure di tutela e promozione, Valentini ha poi aggiunto che “nel ddl Made in Italy cerchiamo di tutelare i territori, i saperi, le filiere affinché siano diffusi”. L’aspetto sostanziale che viene sostenuto nel disegno di legge riguarda proprio la sostenibilità, divenuta “un qualcosa che fa parte del bello e il bello fa parte del made in Italy, quindi i luoghi, gli ambienti, le strutture sostenibili. O il turismo fa della sostenibilità l’essenza della sua bellezza, e dei prodotti del made in Italy, oppure sarà sempre più difficile continuare su una strada che ormai abbiamo deciso di abbandonare”.
Alessandra Priante (Direttore Europa UN World Tourism Organization – UNWTO), in un videomessaggio, ha ricordato:“IlWorld Tourism Organization ha promosso il turismo per lo sviluppo rurale come elemento chiave della propria strategia per i prossimi anni. Ne è un esempio l’iniziativa Best Tourism Villages che intende valorizzare quelle realtà che hanno dimostrato di avere una serie di elementi premianti per un turismo veramente sostenibile, quali mobilità, inclusione, sostenibilità sociale ed economica ed un buon approccio alla gestione dei flussi turistici. Altro tema chiave è il turismo come elemento d’inclusione: UNWTO e San Marino, dove verrà celebrata la seconda Conferenza mondiale sul Turismo Accessibile in Europa, intendono fornire una piattaforma dedicata ai governi e al settore privato per dare priorità all’accessibilità nelle politiche degli Stati membri. Dobbiamo consegnare i giusti strumenti alle piccole e medie imprese ma soprattutto formare la nuova generazione dei giovani che vorranno essere protagonisti nel settore del turismo”.
Le parole di Fabrizio Capaccioli, AD di ASACERT
Come sottolinea il 13° Rapporto, i prodotti agroalimentari Made in Italy sono tra i principali attrattori turistici nel nostro Paese, è dunque necessario mettere in campo nuovi strumenti di difesa del brand Italia. Lo ha rimarcato Fabrizio Capaccioli (AD di Asacert – Assessment & Certification, ideatore del Protocollo di Certificazione ITA0039 e Presidente Green Building Council Italia). “L’Italia è una terra ricca di bellezze naturali, culturali ed enogastronomiche straordinarie. Il nostro Paese è famoso in tutto il mondo per i suoi prodotti di alta qualità e la sua tradizionale ospitalità. Questi elementi costituiscono una parte essenziale dell’identità italiana e sono un patrimonio da preservare e promuovere. In questo senso un turismo sostenibile è la chiave di volta per preservare questo patrimonio senza pari. -ha detto Fabrizio Capaccioli, – È nostra responsabilità proteggere e diffondere questa eredità e salvaguardarla con tutti i mezzi a nostra disposizione, non temiamo confronti né in termini di salubrità, né di sostenibilità. In questo senso risulta fondamentale l’introduzione degli “Italian Green Building Travel”, intesa come offerta turistica in grado di promuovere e valorizzare destinazioni e strutture sottoposte a un processo di certificazione, proprio a cominciare dalle prestazioni energetico-ambientali degli edifici. A questo si deve aggiunge la tecnologia digitale in grado di promuovere turismo sostenibile ed ecoturismo, mettendo in luce destinazioni, alloggi ed esperienze e che segnali strutture che adottano pratiche eco-friendly e rispettose dell’ambiente, basate su standard e rating di certificazione specifici che valutino e riconoscano in modo trasparente il grado di sostenibilità delle strutture, dei percorsi di viaggio e delle attività proposte ai viaggiatori più green”.
Nel corso del convegno sono state presentate due best practice di turismo made in Italy con gli interventi di:
· Luca Valentini (Direttore commerciale di MSC Crociere): “Nell’ambito delle best practices nel campo del turismo sostenibile, MSC Crociere può vantare la totale riconversione di Ocean Cay, isola delle Bahamas in uso per 99 anni, che la Compagnia ha trasformato da sito industriale in disuso per l’estrazione della sabbia in vera e propria riserva marina. Con ben 64 miglia quadrate bonificate e salvaguardate, il progetto Ocean Cay Marine Reserve mira ad ottenere un impatto positivo sull’ambiente e sull’eco-sistema marino, con la barriera corallina che ha ripreso a crescere grazie alla ricollocazione di 400 specie coralline. Si tratta, in definitiva, di un luogo incontaminato che oggi è a disposizione degli ospiti delle navi di MSC Crociere che fanno scalo nell’isola negli itinerari caraibici”. Valentini ha poi continuato sottolineando che “MSC Crociere sta guidando, già da qualche anno, il percorso di sostenibilità nel settore crocieristico e ha fissato come obiettivo finale il raggiungimento delle ‘zero emissioni’ entro il 2050. In tale direzione, ogni nuova nave della Compagnia è dotata di sistemi sempre più avanzati dal punto di vista delle tecnologie per la riduzione dell’impatto ambientale. MSC World Europa e MSC Euribia, le ultime navi entrate in flotta, sono caratterizzate da tecnologie innovative che le rendono tra le navi più ecologiche al mondo. Grazie all’alimentazione a GNL, il combustibile più pulito oggi in circolazione, le due navi hanno già azzerato le emissioni di particolato e abbattuto drasticamente quelle di azoto e zolfo”.
· Giacomo Fasitta (Chief Sustainability Officer e Direttore tecnico di TH Resorts): “Da sempre TH Resorts cerca di offrire, attraverso la sua formula di ospitalità, una risposta concreta alle numerose sfide sociali e ambientali che caratterizzano il contesto odierno, lavorando per facilitare l’inclusione sociale, lo sviluppo economico delle comunità in cui opera, con grande attenzione alla tutela dell’ambiente. Un approvvigionamento energetico solo da fonti rinnovabili, le iniziative di educazione ambientale, le storiche collaborazioni con Banco Alimentare nella lotta allo spreco alimentare, il sostegno ad Avsi, la costante attenzione alla formazione del proprio personale e dei giovani attraverso la Scuola Italiana di Ospitalità, sono solo alcune delle iniziative che fanno da fattore propulsivo e trainante della nostra proposta”.
Per CNA Nazionale rappresentata al convegno da Laura Buscarini (Direttore CNA MILANO, Funzionario CNA agroalimentare e CNA turismo e commercio): “CNA è l’associazione che rappresenta artigiani e PMI, ed in risposta alla domanda di turismo sostenibile, da qualche anno sta promuovendo e ‘costruendo’ percorsi integrati, che per ogni territorio italiano mettano in ‘filiera turistica’ le botteghe artigiane, manufatti unici in ogni territorio, produzioni agroalimentari tipiche, bellezze culturali e paesaggistiche, includendo sistematicamente la ristorazione e l’enogastronomia locale. Così facendo è possibile realizzare un turismo che valorizza tutti i prodotti a Km 0, ed in alcune occasioni, oltre ad entrare in contatto con i prodotti finiti della tradizione artigiana, possono essere proposti laboratori in cui il turista viene coinvolto, anche nella stessa produzione, permettendogli di toccare con mano, sentire sulla pelle cosa significa unire cuore, mani e mente nella realizzazione di un manufatto”.
Maddalena Fossati Dondero (Direttore riviste “Condé Nast Traveller Italia” e “La Cucina Italiana”, promotrice della candidatura Cucina Italiana all’Unesco): “La candidatura della Cucina Italiana e il possibile riconoscimento sancisce l’importanza culturale del cibo. Oggi si visita un Paese come il nostro visitando i monumenti e le opere d’arte e mangiando nei ristoranti dove si respirano le nostre tradizioni. Nel titolo della candidatura da me fortemente voluta e promossa in prima istanza c’è la parola sostenibilità perché non si può più prescindere dalla salvaguardia del Pianeta e dell’identità di chi si visita”.
Maria Carmela Colaiacovo (Presidente Confindustria Alberghi) ha ribadito l’importante necessità di un rifinanziamento delle risorse del PNRR o nuove analoghe misure per poter disporre di quei fondi che al momento sono molto inferiori rispetto alle reali esigenze del settore alberghiero.
Enrico Derflingher (Presidente Euro-Toques International) ha ripercorso le tappe della sua straordinaria carriera stellata che lo hanno visto unico chef italiano a Buckingham Palace, artefice di piatti che deliziano i palati ai quattro angoli del globo e ambasciatore della cucina italiana nel mondo.
Roberto Imperatrice (CEO Fedegroup) ha offerto una testimonianza sul ruolo chiave della sostenibilità nell’offerta food&beverage per la ristorazione retail e l’hotellerie, su scala locale e industriale: una policy che l’azienda persegue a tutti i livelli di operatività, dalla formazione del personale alla comunicazione del valore al pubblico finale.
Al convegno, moderato da Tessa Gelisio (Conduttrice e autrice televisiva, blogger), sono inoltre intervenuti: Stefano Scalera (Capo Dipartimento politiche competitive, qualità agroalimentare, pesca e ippica del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste); Stefano Mantella (Responsabile Unità di Missione per il PNRR del Ministero del turismo); Mariaelena Rossi (Direttrice Marketing e Promozione ENIT).
13° RAPPORTO “GLI ITALIANI, IL TURISMO SOSTENIBILE E L’ECOTURISMO”.
Approfondimento sui trend
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L’82% degli intervistati vede positivamente il vincolo della sostenibilità per lo sviluppo turistico (un’opportunità di crescita per il 42% e una necessità per il 40%);
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il 60% pianifica viaggi e soggiorni turistici rispettosi dell’ambiente, il 53% (oltre la metà) è disposto a spendere qualcosa in più (7% in ogni caso, 26% solo un 10-20% in più, il 20% solo se la struttura turistica ha una certificazione di sostenibilità);
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il 50% degli italiani associa il turismo al cibo e ai tour enogastronomici e il 51% si informa sull’attenzione all’ambiente delle strutture turistiche;
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cementificazione e speculazione edilizia nel settore turistico restano l’aspetto che preoccupa maggiormente gli intervistati per i danni che può causare all’ambiente (52%);
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i pannelli fotovoltaici guidano la classifica sugli elementi che fanno capire se un hotel è attento alla sostenibilità (54%) così come i menù bio e km0 (38%) nella classifica dei servizi;
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tra gli alloggi preferiti per un soggiorno B&B (37%) e alberghi (35%) guidano la classifica seguiti da agriturismo (30%) e casa in affitto (22%);
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la possibilità di raggiungere una meta turistica in treno (71%) e la possibilità di trovare lo sharing di veicoli elettrici (62%) favoriscono la scelta di progettare una vacanza senza la propria auto;
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il web resta il principale strumento per pianificare un soggiorno ecoturistico (72%) e, in particolare, i motori di ricerca (65%).
Si può prendere visione del 13° Rapporto “Italiani, turismo sostenibile l’ecoturismo” sul sito della Fondazione UniVerde, cliccando: qui.
Appello di Confindustria Alberghi: “Per sostenere gli investimenti occorre un rifinanziamento del PNRR Turismo o misure analoghe a sostegno delle imprese”
Secondo gli ultimi dati diffusi dall’UNWTO sono stati 700 milioni i turisti che hanno viaggiato nel mondo dall’inizio dell’anno ad oggi. Un dato che conferma la ritrovata propensione a visitare paesi e località diverse da quella di provenienza.
Le imprese alberghiere italiane stanno recuperando i giusti stimoli per offrire prodotti in linea con le esigenze di un turista sempre più internazionale. Un’attività questa che richiede un grande impegno economico da parte delle aziende sfiancate da due anni di fermo causa pandemia, da una crisi energetica e dall’attuale pressione causata da inflazione e aumento esponenziale dei tassi di interesse – dichiara Maria Carmela Colaiacovo, Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi.
Oggi si festeggia la Giornata Mondiale del Turismo e tra le priorità chiave per la ripresa identificate dall’UNWTO c’è la voce investimenti. Investimenti per ripensare, nel caso degli alberghi, un percorso di crescita in chiave di sostenibilità ambientale ma anche economica e sociale. Il settore è già da tempo sensibile al tema della sostenibilità ma per consentire agli alberghi una risposta adeguata alle richieste dell’Organizzazione mondiale del turismo occorre un maggior sostegno da parte delle Istituzioni. Il PNRR ha riconosciuto al turismo poco più dell’1% delle risorse complessive. E sul FRI Turismo – misura destinata a riqualificazione energetica, sostenibilità ambientale e innovazione digitale da effettuare entro il 2025 – non si conoscono ancora l’elenco dei beneficiari che potranno usufruire dell’agevolazione. Il timore, e sarebbe un grave peccato, è che i tempi si contraggano troppo rendendo impossibile gli interventi di ristrutturazione programmati dalle imprese. La ricorrenza di oggi ci dà l’opportunità di sensibilizzare nuovamente il Governo sulla necessità di un rifinanziamento delle risorse del Piano o eventualmente di prevedere nuove analoghe misure per sostenere il percorso del comparto verso la strada della sostenibilità – conclude la Presidente.
Roberta Garibaldi: “in Italia il turismo enogastronomico sempre più legato alla sostenibilità”
Il turismo enogastronomico è una leva strategica di sostenibilità, che fa accrescere l’attrattività della destinazione e la reputazione delle produzioni locali, crea ricchezza diffusa e nuove opportunità per le filiere del turismo e dell’agricoltura, sostiene processi di riscoperta, tutela e valorizzazione del patrimonio enogastronomico, aumenta la qualità e la sicurezza del cibo favorendo un approccio carbon neutral. Questa una sintesi del Rapporto Turismo Enogastronomico e Sostenibilità. “Il Rapporto evidenzia da una parte il cambiamento della domanda, con un consumatore sempre più orientato verso una condotta sostenibile che porta a scelte precise di destinazione, attività svolte e conseguenze socio-ambientali”- afferma Roberta Garibaldi, curatrice con i contributi dei maggiori esperti nazionali ed internazionali ed il supporto di Unioncamere e Rete Valpantena– oltre alla necessità di un cambio di passo a livello di visione strategica dell’offerta”.
Alcuni punti salienti del Rapporto, vedono un cambio di passo nello scenario turistico all’approccio ai viaggi. Nell’estate 2023 è cresciuta la domanda di voli aerei, la presenza di turisti internazionali, ma si ha avuto un calo dei flussi interni, in seguito all’aumento generalizzato dei costi. In Italia il 47% degli arrivi di stranieri si concentra in sole sei province: Venezia (12%), Bolzano e Roma (9%), Milano (6%), Verona e Firenze (5%), mentre gli italiani hanno una distribuzione molto più omogenea. Recarsi all’estero costa meno, ma in realtà ciò che stiamo vedendo è un cambiamento significativo, con la classe media che continua ad avere stipendi accettabili e andare in vacanza (anche all’estero), mentre chi ha un reddito inferiore o è disoccupato vede erodersi rapidamente il proprio potere d’acquisto e rinuncia al viaggio.
Le aree rurali potrebbero essere una soluzione sostenibile, il turismo enogastronomico può muovere i visitatori verso aree di grande fascino e accessibili. Riducendo la distanza tra aree urbane e rurali, si crea valore economico, sociale e culturale. Possibile creare connessioni con un piano integrato di sviluppo, trasporti, prenotazioni digitali, promozione a livello internazionale. Passando per la creazione di hub enogastronomici, spazi polifunzionali e itinerari turistici. La perdita della biodiversità alimentare e della cultura culinaria italiana causerebbe un danno ingente per l’intero sistema-Paese. La valorizzazione del turismo enogastronomico porta benefici in termini di sviluppo turistico, reddito ulteriore per il sistema agricolo. Anche la candidatura Unesco della cucina italiana può giocare a favore di questo obiettivo. Servono azioni di tutela del paesaggio enogastronomico e di educazione delle nuove generazioni, oltre a valorizzare artigiani e luoghi storici del gusto, considerato che più di 1 italiano su 3 li ha visitati durante i propri viaggi. Il turismo enogastronomico pone anche l’attenzione sulla dimensione educativa. La cattiva alimentazione e la scarsa attività fisica sono seri problemi di salute individuale e pubblica, con il rischio per patologie croniche. I giovani italiani sono secondo dati Ocse, hanno un maggiore rischio di obesità e sedentarietà. L’esperienza turistica enogastronomica diventa occasione per acquisire abitudini più salutari, 7 turisti su 10 vorrebbero trovare in vacanza menù con ricette salutari, opportunità anche per ritrovare il benessere psico-fisico, abbinando la scoperta dell’enogastronomia locale ad attività sportive leggere, come ad esempio tour a piedi ed in bicicletta tra i vigneti, uliveti.
Turismo ed agricoltura sono responsabili delle variazioni del clima, subendone le conseguenze. Per affrontare questo problema globale, è necessario dare risposte locali. Il turismo enogastronomico può essere una soluzione, poiché capace di combinare forme slow di scoperta ed esperienza del territorio con pratiche agricole sostenibili, cura dell’ambiente e prodotti di qualità e sicuri. Preoccupa il calo di attenzione verso la sostenibilità degli italiani in viaggio, con il turista che mostra una minore attenzione verso il rispetto dell’ambiente e il contenimento degli sprechi e dei consumi in viaggio. Il 65% (76% nel 2021) dichiara di evitare sprechi di cibo in hotel e nei ristoranti, il 54% (vs il 75%) di essere rispettoso dell’ambiente, il 51% (contro il 61%) di non mettere a lavare ogni giorno gli asciugamani nelle strutture ricettive, il 27% (contro il 51%, per un calo di ben 24 punti) di usare mezzi pubblici o biciclette per muoversi nella destinazione.
La sostenibilità è un driver di scelta dell’esperienza enogastronomica, genera attenzione, stimola alla partecipazione. Alta è l’attenzione verso la tematica ambientale: per il 75% degli intervistati, degustazioni, pranzi e/o cene a base solo di prodotti locali sono tra gli elementi determinanti nella scelta. L’adozione di sistemi di raccolta differenziata (73%), di risparmio idrico (66%), di energia da fonti rinnovabili (66%), l’essere plastic free (63%) e altre condotte green guidano il turista, iniziative che devono essere spiegate prima e nel corso della visita. Nella scelta della meta la sostenibilità è un fattore importante, tra i fattori presi in considerazione la possibilità di alloggiare in strutture green (per oltre 3 viaggiatori su 4), raggiungere la meta con mezzi poco impattanti, muoversi in loco con biciclette. Sono ancora troppo poche le destinazioni (e le aziende) che hanno una certificazione di sostenibilità in ambito turistico.
Una sostenibilità che va comunicata per creare valore per il turista. Chi viaggia desidera essere informato in modo chiaro sulla sostenibilità. Prima della partenza e durante l’esperienza: 6 italiani su 10 vorrebbero conoscere in dettaglio le tecniche per minimizzare gli impatti sull’ambiente, le iniziative per il benessere del personale e dell’azienda. L’essere sostenibili deve essere mostrato e comunicato ai propri clienti, fornitori, agli operatori del territorio ed alla comunità locale affinché diventi valore aggiunto. Una comunicazione integrata e coerente stimola il viaggiatore e lo induce all’acquisto. Importante partire dal verificare cosa si sta facendo e misurare il livello di sostenibilità partendo dalle check list del Rapporto, secondo cui le aziende altamente sostenibili sono il 10,2% più produttive di quelle che non adottano alcuna iniziativa.
Coldiretti: In Italia la vacanza è sempre più green e il wine & food traina il boom di turisti negli agriturismi
Cosa si cerca negli agriturismi? Se è vero che quel relax tanto desiderato per smaltire le tossine della città è un ingrediente fondamentale, sarebbe limitativo fermarsi qui. Perché ormai gli agriturismi sono dei piccoli mondi su misura per chi cerca un’esperienza a tutto campo. Dalla cucina, con i piatti della tradizione a chilometro zero, alla possibilità di fare picnic e attività all’aria aperta come lo sport e le visite a luoghi di interesse. La versatilità è quindi uno dei punti di forza di una vacanza in campagna e l’Italia, grazie ad un patrimonio dalla grande ricchezza, enogastronomico in primis, ha tanto da offrire. A dirlo sono anche i numeri che testimoniano come il Belpaese abbia assunto il ruolo di leader nel turismo green con quasi 14 milioni di presenze stimate nel 2023 tra ospiti italiani e stranieri. Turisti che hanno riempito gli oltre 25.000 agriturismi diffusi lungo tutto il territorio nazionale. Una stima Coldiretti, sulla base delle previsioni di Terranostra, per la “Giornata Mondiale del Turismo”. L’alimentazione si conferma il vero valore della vacanza in Italia che è leader mondiale del turismo enogastronomico potendo contare sull’agricoltura più green d’Europa. Un primato fatto di 5.450 specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni censite dalle Regioni, 320 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg. Ed ancora, la leadership nel biologico grazie a 86.000 aziende agricole “green”, la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati (Ogm), 10.000 agricoltori in vendita diretta con Campagna Amica e le numerose iniziative di valorizzazione, dalle sagre alle Strade del Vino.
Se la cucina a chilometro zero resta la qualità più apprezzata, a far scegliere una delle 25.000 aziende agrituristiche presenti in Italia, è la spinta verso un turismo più sostenibile che ha portato le strutture ad incrementare anche l’offerta di attività con servizi innovativi per sportivi, e ambientalisti, oltre ad attività culturali come la visita di percorsi archeologici, naturalistici o wellness. Nelle aziende agricole sono sempre più spesso offerti programmi ricreativi come l’equitazione, il tiro con l’arco, il trekking ma non mancano attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici ma anche corsi di cucina o di orticoltura. Importante è anche la flessibilità nei confronti del crescente turismo itinerante dei camperisti con le strutture che in molti casi si sono attrezzate con l’offerta di alloggio e di pasti completi, ma anche di colazioni al sacco o con la semplice messa a disposizione di spazi per picnic e camper per rispettare le esigenze di indipendenza del turista.
Ma gli agriturismi rappresentano anche una ottima base di partenza per visitare uno dei 5.500 piccoli borghi presenti in Italia capaci di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali. Senza dimenticare l’enogastronomia con il 92% delle produzioni tipiche nazionali che secondo l’indagine Coldiretti/Symbola nasce proprio nei piccoli borghi italiani con meno di 5.000 abitanti. Un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari. Il cibo è diventato la voce principale del budget della vacanza in Italia con oltre un terzo della spesa destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, senza dimenticare il cibo di strada ed i souvenir enogastronomici in mercati, feste e sagre di Paese. Si tratta di un impatto economico che è valutato superiore ai 30 miliardi di euro nel 2023.
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