Una manifestazione “nel cuore della Food Valley per evitare che diventiamo la porta d’ingresso per l’invasione delle multinazionali e del cibo ultraprocessato”. Prandini contro la Confagricoltura: “quando Giansanti parla di Italian style, io dico a Massimiliano di non provarci, di toglierselo dalla testa, perché l’Italian style è l’Italian sounding”
Sono stati tanti e complessi i temi che hanno tenuto banco all’assemblea della Coldiretti che si è svolta il 19 luglio scorso, il giorno successivo alla conferma alla presidenza della Commissione europea, Ursula von der Leyen,
Riportiamo subito l’annuncio dato dal segretario generale della Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, nel suo intervento all’Assemblea nazionale dell’organizzazione, a Palazzo Rospigliosi a Roma.
Il segretario generale della Coldiretti, Vincenzo Gesmundo: “una grande mobilitazione a Parma”
“Per difendere il futuro dell’agroalimentare nazionale Coldiretti è pronta a scendere in campo con una grande mobilitazione a Parma, nel cuore della Food Valley, un patrimonio inestimabile di saperi, tradizioni, gusto, qualità e distintività intimamente legate all’agricoltura. Vogliamo evitare che diventi la porta d’ingresso per l’invasione delle multinazionali e del cibo ultraprocessato“.
“Vogliamo evitare che da simbolo del made in Italy diventi – ha aggiunto Gesmundo – simbolo della commoditizzazione dell’agricoltura, dell’omologazione delle diete e di italian style, che è un modo per dire che conta la ricetta, chi trasforma e che l’origine agricola dei prodotti è marginale. Per questo – conclude Gesmundo – è importante che il messaggio arrivi chiaro anche all’Efsa, che sembra solo preoccupata di non far dispiacere le multinazionali come Bayer per il glifosate o a quelle che presenteranno i cibi processati a base cellulare”.
Il presidente di Coldiretti Ettore Prandini contro la Confagricoltura e Mediterranea
A questo annuncio leghiamo le dure parole del presidente di Coldiretti Ettore Prandini contro la Confagricoltura contestando il riferimento fatto dal presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti all’italian style che Mediterranea rappresenta, ma che per il numero uno di Coldiretti significa italian sounding.
Prandini ha sottolineato che lo scontro su Mediterranea è stato interpretato come uno scontro tra organizzazioni. Ma è invece molto di più. Quando Giansanti parla di Italian style, io dico a Massimiliano di non provarci, di toglierselo dalla testa, perché l’Italian style è l’Italian sounding, quindi l’unico elemento che abbiamo per dare risposte concrete è valorizzare i nostri prodotti. Immaginate se quando parliamo di vini, legati indissolubilmente al territorio, passasse il concetto dell’Italian style. Come li coltivo lì, posso farlo anche altrove. Parlare di Italian style vuol dire che posso chiamarli nello stesso identico modo. Significa sottrarre il valore delle produzioni enogastronomiche che il mondo ci invidia. Altro esempio su latte, parmigiano reggiano e grana padano: cos’è l’Italian style? È il parmesan, un formaggio a pasta dura che evoca e richiama quelli che si fanno sui nostri territori. Questa è una battaglia che Coldiretti ha messo in campo da decenni. Non acconsentiremo mai a nessuno, che sia un’altra organizzazione di rappresentanza o un gruppo di industriali che hanno perso la strada maestra, di poter andare a vanificare l’unica possibilità di futuro che ha l’agroalimentare italiano”.
Gli atri temi in discussione
Le risorse della Politica agricola comune, la reciprocità nei rapporti con gli altri Paesi, la centralità del settore agricolo, il pragmatismo nel processo di transizione ecologica sono stati i temi confrontati con gli interventi del vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani,
i ministri per gli Affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto, dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte
e il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia, oltre a Matteo Zoppas, presidente Ice e a Federico Vecchioni, ad di Bonifiche Ferraresi. Presente anche Il Magnifico Rettore dell’Università Sapienza di Roma, professoressa Antonella Polimeni, entrata nel Consiglio nazionale e nella Giunta della Coldiretti, primo esponente non proveniente dal mondo agricolo nella storia dell’organizzazione.
Gesmundo nell’apertura dei lavori ha fatto una relazione che lui stesso ha definito “amara”. Perché l’agricoltura sta vivendo uno dei momenti più difficili tra i fenomeni meteo avversi con una siccità che sta devastando il Sud e tensioni internazionali. Un disagio confermato dal fattore di soddisfazione delle imprese che ha segnato un pesante calo.
Poi, come Prandini, anche lui ha posto in primo piano il problema di Mediterranea, l’associazione costituita da Unionfood e Confagricoltura nella quale operano alcune multinazionali che puntano alla omologazione del cibo. Si torna così – ha affermato Gesmundo- al vecchio refrain: quel che conta nel cibo è la ricetta. E il risultato di questa filosofia è di ricreare una moderna mezzadria. Ha parlato di “golpe bianco” che mette in gioco il modello agricolo italiano e ha messo in evidenza le differenze tra la linea di questi grandi gruppi e la Coldiretti. “Noi abbiamo lottato contro gli Ogm, loro avevano dato l’approvazione, noi ci siano sempre battuti per l’etichettatura d’origine, loro no, noi abbiamo contrastato i cibi artificiali, alcune multinazionali come Unilever stanno investendo per produrre latte di sintesi”.
Il governo succube del bullismo della Coldiretti
Aggredisce gli oppositori, minaccia le istituzioni, diffama i concorrenti e l’industria. Il delirio di onnipotenza di Gesmundo e Prandini, legittimato dal rapporto privilegiato con Lollobrigida, ha mandato in pezzi l’agroalimentare italiano
Si fa presto a dire “lavoro per l’armonia”, come ha dichiarato al Foglio Francesco Lollobrigida. La realtà è di un “sistema Italia” a brandelli, che il ministro dell’Agricoltura farà molta fatica a ricucire. Anche perché la situazione gli è un po’ sfuggita di mano. Se il settore agroalimentare, vanto economico e culturale del made in Italy, è a pezzi è soprattutto per responsabilità dell’organizzazione a cui questo governo si è indissolubilmente legato: la Coldiretti.
L’associazione degli agricoltori guidata da decenni da Vincenzo Gesmundo si sente talmente coperta dal governo di Giorgia Meloni, che ormai spadroneggia nell’arena pubblica aggredendo qualsiasi altro operatore del settore agroalimentare – privato, associato o istituzionale – con una veemenza mai vista prima.
Da qualche mese, l’obiettivo della campagna di Coldiretti è diventata “Mediterranea”, l’alleanza per sviluppare protocolli di filiera siglata tra la rivale Confagricoltura e UnionFood, che rappresenta la gran parte dell’industria agroalimentare italiana (oltre 500 aziende e 900 marchi). È naturale che il progetto non piaccia alla Coldiretti, dato che Mediterranea non è solo un competitor ma anche un modello diverso rispetto alla coldirettista Filiera Italia.
Ciò che invece non è normale è la violenza verbale usata dai vertici della Coldiretti contro UnionFood e Confagricoltura, e i rispettivi presidenti Paolo Barilla e Massimiliano Giansanti, che sfocia nella diffamazione. Mediterranea, infatti, viene descritta come un complotto per svendere il cibo italiano alle “multinazionali straniere” che vogliono imporre il “cibo omologato” e il “Nutri-score”, distruggendo la “dieta mediterranea” per sostituirla con “i cibi prodotti in laboratorio”. Ma la cosa sconcertante è che questi attacchi pubblici a pezzi importanti del made in Italy vanno avanti, ormai da mesi, in eventi a cui partecipano ministri del governo Meloni.
Lo scorso maggio a Cibus, la manifestazione di riferimento per il settore agroalimentare che si tiene a Parma, proprio dove veniva presentata al pubblico Mediterranea, alla presenza di Lollobrigida, Coldiretti ha proiettato una slide che accusava Confagricoltura di aver stretto un accordo con le “multinazionali globali” che “stanno affamando gli agricoltori europei”; mentre Gesmundo rivolgendosi a Lollobrigida definiva le imprese italiane di UnionFood “non patriottiche e non sovraniste, caro ministro”.
Pochi giorni fa, all’assemblea di Coldiretti, davanti ai ministri Lollobrigida, Fitto (Pnrr e sud) e Tajani (Esteri), Gesmundo ha definito Mediterranea “un problema nazionale e comunitario”. Una sorta di colpo di stato: “Si passa dal Mulino Bianco al golpe bianco” ha detto Gesmundo, arrivando direttamente alle minacce: “Chi va piegato, si piegherà”.
Ma prima ancora, all’assemblea della World Farmers Markets Coalition di metà luglio, davanti a Tajani Gesmundo ha accusato l’associazione degli agricoltori guidata da Giansanti di essersi prostituita “alle multinazionali del food”: “Confagricoltura gli ha aperto la strada per svendere la propria verginità”.
Pochi giorni prima, a un evento organizzato dal ministero della Salute, davanti al ministro Orazio Schillaci, il presidente di Coldiretti Ettore Prandini si è espresso in termini analoghi. Confagricoltura “arriva a rinnegare la storia del paese nel quale vive per piegarsi agli interessi delle multinazionali”, ha detto Prandini a un convegno su cibo e salute nella sede del ministero della Salute.
Coldiretti ha anche annunciato una manifestazione a Parma, capitale della Food Valley, con lo scopo di “piegare” Barilla. Ha minacciato di marciare a Bruxelles, qualora il Copa-Cogeca – l’organizzazione delle associazioni agricole europee – dovesse eleggere Giansanti come presidente (sarebbe la prima volta di un italiano). Ha addirittura proclamato una manifestazione contro l’Efsa, l’Autorità scientifica europea per la sicurezza alimentare, accusata da Gesmundo addirittura di “mettere sempre il cappello sulle cose che fanno più male alla salute dei cittadini europei”.
L’escalation coldirettista è ormai la manifestazione di un delirio di onnipotenza, legittimato e alimentato dai silenzi del governo Meloni, che rischia di passare dalla violenza verbale a quella fisica. Anzi no, è già accaduto. Lo scorso novembre, sotto Palazzo Chigi, dopo l’approvazione della legge sulla “carne sintetica” fortemente voluta dalla Coldiretti, il presidente Prandini si scagliò contro un deputato dell’opposizione come Benedetto Della Vedova.
Ormai siamo fuori dalla dialettica politica ed economica, quello della Coldiretti è bullismo. Per diventare il “ministro dell’armonia”, com’era Pinuccio Tatarella, Lollobrigida dovrà lavorare molto. Ma, soprattutto, dovrà cambiare metodo per recuperare la terzietà che ha perso.
Luciano Capone su il Foglio 25 luglio 2024
UE, Ursula von der Leyen riconfermata presidente della Commissione: Il Green Deal rimane tra gli gli obiettivi della nuova legislatura
L’associazione ambientalista Vas ripropone, appena insediato il nuovo governo Ue, il progetto di ampliare le competenze e i poteri dell’EFSA di Parma alla Sostenibilità e alla Qualità del Cibo
Ursula lancia il “Dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura in Europa” per riunire “agricoltori, ambientalisti ed esperti di tutta la catena alimentare”. Un rinnovato programma del “From Farm to Fork”. . Leggere su Gustoh24
L’intervista all’europarlamentare ambientalista del Pd, Annalisa Corrado
Con la nuova maggioranza Ursula l’industria europea rinascerà dal Green deal. «Servono investimenti comuni per la transizione verde e sociale, le destre si battono facendo un progetto politico ampio». Green Reporto: Leggere QUI