Convegno a Irsina (MT), sul ruolo dell’agricoltura conservativa e rigenerativa nella tutela del clima, ambiente e salute. Per il senatore di Forza Italia, “é una strada da percorrere con l’aiuto delle istituzioni”
“Tenere in piedi un’azienda agricola è sempre più difficile come è difficile avere credito dalle banche, all’aumento dei prezzi delle materie prime per ora non corrisponde un aumento della remunerazione degli agricoltori. È su questo che dobbiamo lavorare e conto di riuscirci con l’aiuto delle istituzioni”.
Così Il senatore Saverio De Bonis commenta l’incontro nel Chiostro di San Francesco a Irsina (MT), moderato dal giornalista Lorenzo Pirrotta, dal titolo ‘L’Agricoltura conservativa per tutelare il clima, l’ambiente, la salute e la sicurezza alimentare’ con gli agricoltori, l’assessore all’agricoltura della Regione Basilicata Francesco Cupparo. Roberto Carchia (Commissario Cun e vicepresidente Grano Salus), Furio Venarucci (Presidente Liberi Agricoltori), Nicola Tarantino (Vicepresidente Terra Viva CISL Basilicata), il sindaco Nicola Massimo Morea e l’Onorevole Michele Casino.
“La strada per far fronte alla crisi – ha sottolineato De Bonis – è quella di un’agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente ma non è percorribile ignorando o addirittura danneggiando gli imprenditori agricoli e il loro reddito”.
“Il nuovo orientamento verso una maggiore sostenibilità – ha aggiunto il senatore – ha trovato una sua concretizzazione nell’approvazione definitiva della legge sull’agricoltura biologica avvenuta poche settimane fa. Sicuramente un passo avanti, ma non un punto d’arrivo. L’attuale situazione internazionale ci sta dimostrando quanto sia fondamentale l’agricoltura per la stabilità, economica e anche sociale, di un paese”.
“In questo contesto – ha proseguito De Bonis – l’agricoltura conservativa e rigenerativa può rappresentare una strada nuova e promettente. Altri modelli agricoli, che pure si occupano di una produzione salubre e di qualità e in parte anche del suolo, non danno tuttavia indicazioni specifiche se non quella della rotazione. L’agricoltura rigenerativa e conservativa, invece, prende a riferimento la funzionalità fisica e chimica del suolo. L’inaridimento dei suoli, la perdita di fertilità possono essere compensati dalla permanenza di strati erbosi similmente a quello che accade nel sottobosco”.
“Preservando un processo naturale, si preservano tutti i processi microchimici e anche microbiologici nel suolo che tratterrà più acqua – ha concluso De Bonis – L’agricoltura rigenerativa tenta di risolvere in chiave biologica questo problema, senza usare attrezzi che lavorino sulla superficie. Servirà ovviamente anche meno acqua. Una delle tecniche più note è quella della semina su sodo per i cereali, che dà ottimi risultati qualitativi e quantitativi. Servono però macchine per il diserbo elettrico per evitare l’utilizzo di agenti chimici, come il non salubre glifosato”.