In occasione della settimana di eventi collaterali al G7 dell’agricoltura di Bergamo, si è svolto il “G7 delle Indicazioni Geografiche”, un momento di confronto fra le maggiori organizzazioni dei produttori delle IG in rappresentanza di oltre un milione d’imprese e operatori delle filiere agricole, vitivinicole e delle bevande spiritose di tutto il mondo.
Bergamo, 12 ottobre 2017 – Oltre 30 rappresentanze di Indicazioni Geografiche internazionali provenienti da quattro continenti (Africa, Asia, America e Europa) hanno discusso e approvato mercoledì 11 ottobre, la Dichiarazione di Bergamo, un documento attraverso il quale queste organizzazioni mondiali portavoce della salvaguardia agroalimentare territoriale hanno chiesto al G7 l’impegno di tutela delle produzioni locali.
Il documento è stato condiviso e realizzato da Federdoc, Fondazione Qualivita, Aicig, Assodistil, Federdop, Isit e Afidop, organizzatori della conferenza.
La sottoscrizione è avvenuta a margine del convegno G7GI – Geographical Indication, un momento di confronto fra le maggiori organizzazioni dei produttori delle IG dei settori Food, Wine e Spirits dei Paesi aderenti al G7 e di altre nazioni, e ha visto la presenza di Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo, Matteo Rossi, Presidente della Provincia di Bergamo, Gianni Fava, Assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia e Andrea Olivero, Viceministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali.
“Chiediamo una maggiore attenzione delle autorità pubbliche dei Paesi del G7 e della comunità internazionale – si legge nel documento condiviso – per garantire una tutela multilivello alla Indicazioni Geografiche e un incremento delle risorse finanziarie per la cooperazione internazionale, destinate al rafforzamento delle Indicazioni Geografiche, attraverso modelli e sistemi di governance efficaci, nelle aree caratterizzate da sottosviluppo e conflitti, con il coinvolgimento diretto delle organizzazioni dei produttori dei Paesi più evoluti”.
Occorre inoltre, precisano ancora i rappresentanti delle Indicazioni Geografiche agroalimentari, vitivinicole e delle bevande alcooliche, operare su “una loro efficace protezione quale diritto di proprietà intellettuale, sia nella gestione del sistema di assegnazione dei nomi di dominio di primo e secondo livello, sia nell’utilizzo dei nomi delle IG nei portali di e-commerce e nei motori di ricerca. Notiamo con preoccupazione la crescente diffusione di evocazione, imitazione e abuso delle Indicazioni Geografiche nel commercio internazionale, e nel Web in particolare, a danno dei consumatori e dei legittimi produttori e la parallela proliferazione di norme internazionali di protezione, spesso non di facile comprensione e applicazione”.
Un tema, quello della web trasparency, che vede l’Italia in prima linea, grazie anche agli accordi siglati con colossi dell’e-commerce come Alibaba, Amazon e Ebay per tutelare, e allo stesso tempo promuovere, il made in Italy agroalimentare nel mondo.
Quattro i temi principali su cui verte l’accordo:
1. Creazione di un sistema multilaterale di protezione delle Indicazioni Geografiche efficace, semplice e trasparente per i produttori e i consumatori, sostenendo anche l’applicazione dell’Accordo di Lisbona del 1958 – rivisto con l’Atto di Ginevra del 2015 – per garantire una tutela multilivello alle IG.
2. Miglioramento della trasparenza della “Internet governance” con il coinvolgimento degli stakeholders per una efficace protezione delle IG quale diritto di proprietà intellettuale, in particolare nella gestione da parte di ICANN del sistema assegnazione dei nomi di dominio di primo e di secondo livello; nell’utilizzo dei nomi delle IG nei portali di commercio elettronico e nei motori di ricerca.
3. Approfondimento delle ricerche e degli studi riguardo il positivo contributo delle Indicazioni Geografiche alla sostenibilità economica e ambientale e al cambiamento climatico.
4. Incremento delle risorse finanziarie per la cooperazione internazionale destinate al rafforzamento delle IG attraverso modelli e sistemi di governance efficaci, nelle aree caratterizzate da sottosviluppo e conflitti, con il coinvolgimento diretto delle organizzazioni dei produttori dei Paesi più sviluppati.
I commenti
“Da Bergamo – ha affermato il Ministro Maurizio Martina – rilanciamo l’impegno per la tutela e la promozione delle Indicazioni Geografiche. Con la Dichiarazione di Bergamo si delineano le sfide decisive per tutelare e promuovere il nostro patrimonio agroalimentare, definendo anche nuovi strumenti per la lotta alla contraffazione, i piani per una produzione sostenibile e il rilancio dei negoziati per la tutela legale dei marchi geografici. I 4 punti cardine della dichiarazione sono in linea con la nostra azione e, in qualità di Presidenza del G7 agricoltura, li assumo come punto di impegno. Vogliamo lanciare un segnale forte per ridare spinta ai sistemi di protezione multilaterali in un momento storico cruciale in cui assistiamo invece a un ripiegamento verso antiche logiche protezionistiche.
“Il solo modo per proteggere – prosegue il Ministro – è integrare. Ecco perché è fondamentale lavorare insieme per regole forti in mercati aperti, tutelando le nostre produzioni di qualità agroalimentari che rappresentano anche una componente fondamentale dell’export. Servono nuovi strumenti di reciprocità, clausole di salvaguardia esigibili e autenticità dei prodotti Made in Italy sui mercati internazionali.”
“La giornata di oggi (11 ottobre ndr) nell’ambito del G7 – ha dichiarato il Vice Ministro Olivero – è la rappresentazione tangibile del nostro impegno nel tutelare e promuovere le indicazioni geografiche quale espressione del patrimonio culturale del nostro paese e opportunità per promuovere la qualità in ogni parte del mondo . La dichiarazione di Bergamo rafforza la nostra azione di tutela delle denominazioni che abbiamo già avviato nei mesi scorsi con gli accordi con le piattaforme di e-commerce attraverso l’ICQRF e ci induce a proseguire su questa strada per mantenere alta la reputazione e la distintività delle nostre produzioni certificate
La settimana dell’agricoltura di Bergamo è un festival in collaborazione con: Associazione BergamoScienza, Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bergamo, Università degli Studi di Bergamo, Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo, Diocesi di Bergamo, VisitBergamo, Fondazione MIA, ABF – CFP Clusone, Accademia di Belle Arti di Brera Milano, ACLI Bergamo, AGER – AGroalimentare E Ricerca, AIAB Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica, APAB Associazione Produttori Agricoli Biologici della Valle di Astino, Associazione Amici dell’Orto Botanico di Bergamo, Associazione Formaggi Italiani DOP e IG, Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche, Associazione Italiana Giovani Avvocati sezione di Bergamo, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, Associazioni dei Mais Antichi bergamaschi, AssoDistil, Ateneo Di Scienze Lettere e Arti di Bergamo, Bio-Distretto dell’Agricoltura Sociale di Bergamo, Centro Cerealicoltura e Colture Industriali (CREA-CI) di Bergamo, Cesvi e Alliance2015, Clinica Castelli, Coldiretti, Coldiretti Bergamo, Collegio Vescovile S. Alessandro, Comune di Berzo San Fermo, Comune di Mornico al Serio, Comune di Paladina, Confagricoltura, CREA – Centro di ricerca Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari, CREA – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, FederDop, Fondazione della Comunità Bergamasca, Fondazione Istituti Educativi di Bergamo, Fondazione Qualivita, Future Food, IPSSAR “Alfredo Sonzogni” Nembro, ISIS Einaudi Dalmine e Fondazione Dalmine, ISIT, Ispettorato centrale repressione frodi e Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari, Istituto Aereonautico A. Locatelli, Legambiente, con la coalizione #cambiamoagricoltura, Liceo delle scienze applicate “Don Lorenzo Milani”, Mercato&Cittadinanza, moBLArte, oriGIn, Orto Botanico Lorenzo Rota di Bergamo, Osservatorio Cores, Oxfam Italia, Parco Regionale dei Colli di Bergamo, S.A.C.B.O., Save the Children, Scuola d’Arte Applicata “A.Fantoni”, Slow Food Italia, Slow Food Lombardia, Ubi Banca, Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza-Dipartimento di scienze e tecnologie alimentari per una filiera agro-alimentare sostenibile, Università degli Studi di Milano-Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente, Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Scienze agrarie, forestali ed alimentari.