Uno studio dell’Università di Roma Tor Vergata sui volontari sani: i cibi biologici riducono il rischio di tumori, diabete e malattie cardiovascolari
Accoppiata vincente: la dieta mediterranea e la dieta biologica. E’ il risultato di uno studio condotto dall’Università di Roma Tor Vergata e guidato dalla professoressa Laura Di Renzo.
I dati sono stati presentati alla Camera dei deputati e sono frutto della prima fase della ricerca. I risultati dell’intero studio saranno resi noti nei primi mesi del 2025. Nei giorni scorsi ne ha dato conto su “il Manifesto” Letizia Piotti.
La Ricerca, denominata IMOD (Italian Mediterranean Organic Diet), e realizzata nell’ambito del progetto MOOD finanziato dal Ministero della Salute e dal Fondo per lo sviluppo e la coesione, si contraddistingue per una importante e dettagliata raccolta di dati sulla salute, sui valori nutrizionali dei cibi e sulla loro impronta ambientale e si è particolarmente concentrata sulla composizione del microbiota intestinale, spesso definito il «secondo cervello» del nostro corpo, con risultati inediti sul miglioramento di questo sistema fondamentale per la nostra salute.
I RISULTATI DELLA PRIMA TAPPA dello studio, presentati lo scorso 26 novembre alla Camera dei Deputati, ci dicono che grazie alla dieta mediterranea associata ad alimenti biologici sono cresciuti i livelli di antiossidanti, diminuita l’infiammazione generale dell’organismo, abbassato il rischio cardiocircolatorio.
A RACCONTARLO IN PRIMA PERSONA Tatiana e Dario, due volontari che, seguiti passo dopo passo nella varie fasi dello studio, sono diventati i protagonisti della campagna di comunicazione Il bio dentro di noi, ideata e organizzata da FederBio, AssoBio e Consorzio Il Biologico e sostenuta da NaturaSì.
NEI LORO ORGANISMI LE FAMIGLIE DI BATTERI antiossidanti – i batteri buoni per la nostra salute – sono aumentate anche del 25% dopo la dieta rispetto allo stato iniziale. Allo stesso tempo, le associazioni di batteri pro-ossidanti si sono ridotte fino al 50% sul campione. Quindi, chi segue una dieta mediterranea biologica corre minori rischi di contrarre malattie cardiovascolari, diabete e tumori, grazie a un complessivo effetto immunomodulante e detossificante.
MA NON FINISCE QUI SUL FRONTE DELLA SALUTE. Nell’enorme raccolta di dati sono emersi risultati altamente positivi nella qualità dei grassi assunti nella dieta biologica mediterranea, con un calo consistente del rischio cardiocircolatorio. A esprimere questi valori sono il cosiddetto indice di aterogenicità che si è quasi dimezzato (da 0,29 a 0,16) e quello di trombogenicità, più che dimezzato (da 0,42 a 0,20), riducendo così il rischio di malattie cardiovascolari. Anche la capacità antiossidante del corpo, fondamentale per contrastare l’invecchiamento cellulare, è quasi quadruplicata, passando da 5.870 a 20.573 unità ORAC, l’unità di misura della capacità di assorbimento dei radicali liberi.
«SI TRATTA DI UNA RICERCA UNICA perché si basa su un data base ex novo eccezionale», ha spiegato Laura Di Renzo, direttrice della Scuola di Scienze dell’Alimentazione di Tor Vergata. «I dati ottenuti dalle analisi effettuate sui 15 volontari hanno preso in considerazione diversi parametri, permettendoci di raccogliere una quantità enorme di risultati, per questo lo studio assume una rilevanza scientifica importante. Il cuore dello studio ha riguardato l’analisi del cosiddetto esposoma, ovvero l’insieme dei fattori interni ed esterni che influenzano il nostro stato di salute. Tra questi ci sono le abitudini alimentari, lo stile di vita e l’esposizione a sostanze inquinanti. Lo studio ha approfondito il primo di questi fattori, ovvero quanto incide ciò che mangiamo sul nostro stato di salute. I risultati hanno mostrato che una dieta composta esclusivamente da alimenti biologici riduce l’esposizione a sostanze chimiche nocive, come pesticidi e fertilizzanti sintetici, rafforzando le barriere naturali del corpo contro infiammazioni e danni cellulari».
UN DATO PER CERTI VERSI INASPETTATO è stato quello relativo alla vicinanza della dieta giornaliera dei volontari a un modello ideale di alimentazione mediterranea. Il cosiddetto Indice di Adeguatezza Mediterranea è passato da 1,4 (livello «non accettabile») nelle analisi pre-ricerca a oltre 15 (livello «eccellente»). In altre parole, molti italiani pensano di «mangiare mediterraneo» e invece sono molto lontani dal modello di consumo di vegetali, cereali, legumi, frutta fresca e secca e poche proteine animali, possibilmente ittiche, che caratterizza la dieta mediterranea. Ma è stato dimostrato da precedenti studi che anche solo l’aumento di 2,7 unità dell’indice di adeguatezza mediterranea è associato a una diminuzione di mortalità per patologie cardiovascolari del 26% su 20 anni.
I BENEFICI NON SI FERMANO QUI. Mangiare bio è, come è noto, una scelta sostenibile, e lo studio di Tor Vergata lo ha pienamente confermato. Nel solo mese della dieta, l’impronta idrica è scesa da 64.475 litri a 44.705 litri per persona, con un risparmio di circa 20.000 litri. Per fare un paragone, si tratta dell’acqua necessaria per fare più di 250 docce. Anche l’impronta carbonica si è ridotta, passando da 40,25 a 38,13 kg di CO2 equivalenti: la stessa quantità di emissioni prodotta dal funzionamento medio mensile di un forno elettrico.
INSOMMA, IL CONNUBIO TRA I DUE REGIMI alimentari che caratterizzano molto l’Italia anche sulla scena mondiale è senz’altro la chiave giusta per aprire la strada a una salute migliore delle persone e dell’ambiente.
IL PROBLEMA RIGUARDA PROPRIO L’ACCESSIBILITA’ a certe conoscenze da parte della popolazione italiana che, pur vivendo su un territorio che è tra i maggiori produttori ed esportatori mondiali di biologico (siamo tra i pochi paesi ad essere vicini all’obiettivo europeo del 25% di produzione bio entro il 2030), ne consuma molto poco, per via di scetticismi e pregiudizi difficili da sradicare. «Per questo – dice Maria GraziaMammuccini, presidente di Federbio – abbiamo voluto fortemente questa campagna di comunicazione. Dobbiamo far sapere ai consumatori italiani che il biologico non è né una moda per ricchi né una favola per creduloni, ma un metodo di produzione che ha solide basi scientifiche. E’ importante fare squadra e unire le forze tra le associazioni del biologico (come è avvenuto per questa campagna) per diffondere la cultura del biologico e cambiare le abitudini alimentari dei consumatori. Ma è anche importante che la politica sostenga questo passaggio con un investimento adeguato di risorse».
UN APPELLO A CUI LE FORZE POLITICHE, del governo e dell’opposizione, presenti alla mattinata, hanno risposto favorevolmente: per il sottosegretario all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, il leghista Luigi D’Eramo, «è importante sensibilizzare i più giovani, che saranno gli adulti di domani, sui benefici di un’alimentazione sana e sostenibile, favorendo una sempre maggiore diffusione della dieta mediterranea biologica anche nelle mense scolastiche». «LAVORIAMO – ha detto – PER SOSTENERE un rilancio dei consumi interni, per consentire l’ulteriore crescita di un settore in cui l’Italia è leader a livello internazionale».
Da Strasburgo Camilla Laureti, Pd, membro della Commissione Agricoltura Ue, ha assicurato che «con il nuovo commissario europeo all’agricoltura, Christophe Hansen, dovremo accogliere l’invito che ci arriva dalle associazioni: finanziare sempre di più il biologico attraverso la PAC (che però deve essere disegnata su misura per i vari paesi) e con appalti e bandi pubblici. Un punto fondamentale quest’ultimo perché l’educazione alimentare comincia proprio nelle scuole. I cittadini devono essere i primi alleati della squadra, composta da scienziati, associazioni del bio e politica, che va verso il One Health».
Il libro della Presidente di Slow Food Italia
La Campagna per estendere i poteri dell’EFSA
Ora ci siamo. Il 27 novembre 2024 l’aula di Strasburgo ha approvato l’intero collegio dei commissari presieduto da Ursula von der Leyen. E presto da Parma riparte la Campagna per estendere i poteri dell’EFSA alla Qualità e Sostenibilità del Cibo. Dopo il via libera ai sei vicepresidenti il secondo mandato dalla leader tedesca è iniziato formalmente il 1 dicembre.
Nei prossimi giorni riparte la nostra campagna su EFSA 2.0. Verrà lanciato un nuovo Appello che vede tra i primi firmatari, Giorgio Calabrese, Alfonso Pecoraro Scanio, Nelson Marmiroli e tanti altri. Le notizie della Campagna, cliccare QUI.
Europee: ampliare competenze dell’Efsa
(ANSA) – ROMA, 21 MAG – Per la sicurezza alimentare, ma anche su qualità e sostenibilità. Leggere su Gustoh24