Un contenitore all’ex Convento dei Neveri a Bariano (BG) con cantina, studio, biblioteca, archivio, spazio eventi per diffondere la conoscenza del “filosofo del cibo e del vino” di cui, oggi più che mai, è attuale il suo pensiero
A 20 anni dalla scomparsa, apre, all’ex Convento dei Neveri a Bariano (BG), il luogo fisico e simbolico che accoglie e raccoglie il cuore del patrimonio culturale di Luigi Veronelli, celebre giornalista-scrittore e vivace protagonista della cultura materiale della seconda metà del ‘900.
In un fascinoso contesto archeologico e artistico, 6 gli ambienti: l’archivio documentale, la biblioteca con oltre 6.500 volumi, la cantina con circa 12 mila bottiglie, lo studio (la sua “fucina”), la sala assaggi e una caffetteria. Proposito: far vivere la memoria e far conoscere il pensiero di una delle figure più autorevoli per la crescita della cultura materiale nel nostro Paese.
Nasce all’ex Convento dei Neveri a Bariano (BG) “Il Veronelli”, il luogo, fisico e simbolico, che accoglie e raccoglie il cuore del patrimonio culturale di Luigi Veronelli, padre indiscusso della critica enologica e gastronomica italiana.
“Il Veronelli” è un nuovo spazio permanente, ma, soprattutto un’esperienza conoscitiva, evocativa e sensoriale che, attraverso libri, oggetti, bottiglie, immagini, e grazie anche all’ausilio di materiali della fortunata mostra “Camminare la terra”, narra l’esaltante vicenda umana, professionale e intellettuale del celebre giornalista-scrittore. Scomparso 20 anni fa, ha lasciato un’eredità immensa.
LUIGI VERONELLI. Nato a Milano nel 1926, cresciuto in famiglia benestante con il culto della buona tavola, e “anarchico dal 1946”, Luigi Veronelli fa della scrittura il fulcro della sua attività: editore (dal 1956 al 1962 e, di nuovo, dal 1989 al 2004), giornalista, scrittore, in circa cinquant’anni di attività conta 6 testate di sua fondazione e/o direzione, collaborazioni continuative con 4 quotidiani – a partire da Il Giorno, per cui scrisse, in particolare, le celebri cronache per il Giro d’Italia a tema gastronomico ed enoico – e con 12 periodici nazionali, e circa 70 libri scritti con diverse case editrici, vantando traduzioni in Francia, Germania, Spagna, Inghilterra, Stati Uniti, Giappone. La prima pubblicazione, nel 1961, è I vini d’Italia, la prima opera, dopo oltre quattro secoli, che tenti un inventario del patrimonio vinicolo italiano. È anche autore di due enciclopedie e di varie edizioni di cataloghi e guide, tra cui la Guida Oro I Vini di Veronelli pubblicata ancora oggi dal Seminario Permanente Luigi Veronelli, da lui fondato per promuovere cibo e vino come fatti di cultura. Ma non solo scrittura: nel 1960 esordisce in televisione nel rotocalco Personalità. Segue, dal 1971, la co-conduzione di Colazione allo studio 7 e di A tavola alle 7 con Ave Ninchi, con cui introduce la prima sfida cucinaria in televisione tra cuochi amatoriali. Nel 1979 realizza, con Nichi Stefi, il Viaggio sentimentale nell’Italia dei vini, un antesignano docufilm di denuncia sullo stato della viticoltura e, in generale, dell’Italia agricola.
IL DIRE E IL FARE VERONELLIANO. Luigi Veronelli è stato il primo a scrivere di vino e di cibo “per lavoro”, inventando un nuovo tipo di giornalismo: scrive per diretta esperienza a contatto con produttori, ristoratori, artigiani, da cui era fortemente stimato, coniando e utilizzando un linguaggio del tutto nuovo, colto, ricercato e raffinato. Riporta alla luce il termine vignaiolo, le sue descrizioni sensoriali costituiscono un patrimonio semantico unico, e inventa, tra le altre, la celebre espressione Vino da meditazione, per indicare quei vini da gustare per sé soli. Non si rivolge mai a un pubblico indefinito, ma sempre al singolo individuo, con il pronome “tu”. Cerca il dialogo con il lettore, lo coinvolge, lo interroga. Costruisce e offre una seria e documentata informazione a lettori e telespettatori che si sono avvicinati a quella che lui stesso definiva “la cultura della terra e della tavola”, non limitandosi a informare, ma spendendosi per sensibilizzare, per un’agricoltura di qualità e responsabile, e per un consumo critico (individuale) e salubre.
È sempre stato a fianco dei vignaioli e degli agricoltori, nelle rivendicazioni per il riconoscimento, anche sociale, del loro lavoro. Si batte per l’introduzione, in etichetta, del nome del vigneto; sdogana, non senza polemiche, l’ingresso di “vini cru” nei supermercati; ispira il Primo congresso mondiale degli scrittori del vino. Negli ultimi anni della sua vita si fa ancora più agguerrita la difesa delle produzioni alimentari di qualità: propone l’istituzione delle De.Co. (Denominazioni Comunali) e stende il lungimirante manifesto L’olio secondo Veronelli contro il monopolio delle multinazionali nel mercato dell’olio d’oliva.
IL VERONELLI. “Il Veronelli” propone un inedito racconto della figura di Luigi Veronelli, autore molto prolifico,sperimentatore di linguaggi, ideatore di format editoriali innovativi che hanno segnato la cultura materiale nel nostro paese, mobilitatore di coscienze. Una carriera di cinquant’anni, l’incessante lavoro e le acerrime battaglie a favore della qualità hanno determinato la rinascita del vino e delle produzioni agroalimentari italiane.
Il percorso espositivo si compone dell’archivio, con una selezione ragionata di materiali, tra documentazione cartacea e mediatica, per conoscere l’approccio e il metodo di lavoro veronelliani; la biblioteca con circa 6.500 volumi a tema cucina, vino, distillati, civiltà contadina, impreziosita da una selezione di testi da bibliofilo; la riproduzione del suo studio; la cantina, ricostruita conforme all’originaria della sua casa in Bergamo alta, che accoglie circa 12.000 bottiglie; la sala assaggi, l’ambiente in cui “ascoltare i vini”, circondati dagli scritti veronelliani sulla degustazione e dal celebre scatto di Toni Thorimbert. A completare il percorso, una caffetteria con i disegni realizzati per Alessi, i pannelli con nomi e menu dei ristoranti che parteciparono al campionato gastronomico lombardo ideato con Gianni Brera negli anni 60, le ricette di alcuni suoi cocktail…
“Il Veronelli” occupa due piani, più il sottoterra, nell’ala ottocentesca direttamente collegata all’ex-Convento dei Neveri a Bariano (Bergamo), sito di sorprendente valore archeologico, storico e artistico (con testimonianze che datano dall’epoca romana in poi), ristrutturato e riadattato a struttura ricettiva. Un contesto che incarna appieno la visione “sincretica” veronelliana della vita e dell’uomo, ovvero il fluire e l’intersecarsi continui di cultura, storia, arte, lettere, bellezza, tradizione, relazioni, cibo, vino…
«Con Luigi Veronelli nasce la critica enogastronomica in Italia. Le sue intuizioni hanno marcato il miglior destino del comparto vitivinicolo italiano dal secondo Novecento in poi. “Il Veronelli” nasce per continuare la sistemazione organica dei suoi materiali (iniziata nel 2010), per far conoscere il suo pensiero, per mantenerne viva la memoria. Una memoria non, o non solo, celebrativa, ma trampolino per agire secondo due dei suoi must: “fare nuovo” e “festeggiare la vita”. Il Veronelli vuole infine offrire spunti di riflessione, avvicinare a una visione del mondo, mostrare che l’opera veronelliana è di forte attualità. Proprio per ciò, si propone d’essere sia un luogo dinamico, animato da eventi (propri e, per chi vuole, di soggetti terzi esterni) sia aperto alle persone (studenti, studiosi, operatori, appassionati) interessate ad approfondire la conoscenza del celebre giornalista-scrittore e, attraverso lui, della cultura enogastronomica e materiale italiana» spiega Gian Arturo Rota, responsabile de Il Veronelli.
«“Camminare la terra” per Luigi Veronelli significava mettere al centro il rapporto tra natura e cultura, perché da lì si sviluppano la conoscenza, l’arte, la scienza. Il vino e il cibo, per Gino, rappresentano le forme più altre del nostro “camminare la terra”, perché possiedono tutte quelle qualità per le quali ha senso parlare di “opera” della creatività e della progettualità umane. La persona al centro, anche con le sue imperfezioni, perché la ricerca della verità appartiene a un processo infinito di approssimazione, di cui noi siamo sempre i protagonisti: il vino migliore e autentico, come affermava Veronelli, è il risultato di questo processo che non avrà mai termine», commenta Aldo Colonetti, filosofo, storico e teorico dell’arte, del design e dell’architettura, tra i curatori, nel 2015, della grande mostra “Luigi Veronelli – Camminare la Terra”.
«Quello di Luigi Veronelli è un messaggio di estrema attualità ancora oggi: parlava di terra, sapere, competenze, collaborazione, educazione ad un consumo consapevole. Parlava di futuro. È stato, sopra ogni cosa, un innovatore e un precursore. Il suo enorme lavoro al fianco di produttori e ristoratori, e la sua opera di divulgazione e sensibilizzazione delle persone, hanno contribuito a far diventare il vino e, più in generale, le produzioni agroalimentari e la cucina italiana di qualità, apprezzate in tutto il mondo, come oggi le conosciamo. Per questo, ringraziamo i promotori del progetto Il Veronelli, che non mancheremo di sostenere perché con loro condividiamo orgogliosamente il compito di tenere vivi e di far conoscere anche alle nuove generazioni la memoria e il pensiero di Luigi Veronelli, che costituiscono innegabilmente parte integrante del patrimonio culturale del nostro Paese», racconta Angela Maculan, Presidente del Seminario Permanente Luigi Veronelli.
“Il Veronelli” è visitabile su prenotazione, con visite guidate (a pagamento e modalità da definire). Per approfondimenti e informazioni: www.ilveronelli.it.