Giampietro Comolli, presidente del Comitato della Via Francigena: Piacenza un esempio in tutta la Regione Emilia Romagna
Sembra che la pandemia abbia realmente fatto riscoprire alcune piccole attrazioni che forse ci eravamo un po’ perse, dimenticate e soppiantate da grandi mete, grandi viaggi. i primi dati statistici sembra che dimostrino un ritorno alle antiche tradizioni e alle scelte minimali e sicure.
Un forte aumento di turisti visitatori vacanzieri italiani in luoghi spesso dimenticati e solo di passaggio negli ultimi anni, sono diventati nell’estate 2021 destinazioni molto frequentate.
Certe località anche del piacentino hanno avuto questa crescita, soprattutto di italiani. Gli italiani sono tornati a vivere luoghi vicino a casa o nazionali. Piacenza non fa eccezione e in particolare hanno avuto un aumento di presenze e arrivi anche tutti i cammini, percorsi, strade che attraversano la provincia di piacenza.
Il Comitato Tratta Piacenza della Via Francigena Italia, cui aderiscono diverse associazioni, strutture, gruppi che svolgono attività escursionistiche, ha svolto un sondaggio interessante.
Il comitato stesso ha visto incrementare in modo significativo adesioni di imprese turistiche, appassionati, nuovi sportivi anche dall’estero: “Molte strutture di volontariato, professionali, ludiche -dice Giampietro Comolli, presidente del Comitato della Via Francigena– si sono avvicinate al tematismo culturale-turistico lanciato dalla Tratta Piacenza”.
Ricerca di relax, più tempo a disposizione, senza correre, camminando guardandosi attorno, nessun agonismo, attenzione al paesaggio culturale naturale di flora e fauna dati per scontati, alla arte rurale e religiosa, erroneamente detta “minore”.
Tutti i sondaggi usciti dopo l’estate parlano pur sempre di escursioni sporadiche, occasionali, non sistematiche e non grandi numeri, ma è un segnale e un inizio molto importante. Sicuramente sono escursionisti “della domenica” come si suole, in modo sintetico, definirli.
“Come sappiamo – commenta Comolli– la provincia Piacenza è un territorio “sui-generis” in tutta la regione emiliano-romagnola: da sempre è meta di forestieri di passaggio, di soste breve anche se numerose. E’ un turismo non di ferie fisse, stanziale, bloccato sotto l’ombrellone. E’ diverso. Ma quest’anno c’è stato un incremento di interesse sia sui social tematici, che fra quelli generici, che anche i contatti con le associazioni di guide e quelle che curano i territori. Interessi per borghi e per scoprire lentamente luoghi non di grande traffico. I commenti sui social per le attrazioni pientine sono notevoli. Non perdiamo questa occasione per dare slancio e strategia ad una iniziativa importante”.
Alla vigilia del Ferragosto 2021, in occasione dell’evento “Incontro di San Bernardo Verdi Dante”, si sono compiuti 1688 anni esatti, da documenti ufficiali, che provano la centralità di Piacenza e la intera Diocesi Piacenza-Bobbio come meta “sicura et obbligata” per tutti i viandanti, pellegrini, commercianti e anche grandi personaggi storici. Infatti sono almeno 5 i grandi itinerari storici, etici, spirituali, commerciali che attraversano la Diocesi Piacentina, da Calendasco e Castel San Giovanni fino ai confini storici dei passi appenninici dell’alta valle del Ceno e del Taro del Bratello e del Borgallo e che sono stati meta di diversi escursionisti, appassionati camminatori, anche in mountain bike.
La famosa galleria e foresta del Borgallo rappresenta il confine naturale ultra millenario della Antica Diocesi Piacentina fondata nei primi decenni del IV° secolo d.C. Da qui la nascita delle famose 100 chiese, dei grandi monasteri e conventi.
L’importanza di Piacenza è testimoniata anche dal numero di Conventi fondati in città e provincia da altri ordini monastici e altre diocesi interessati ad avere un piede a Piacenza. Quindi le vie antiche, la Via Francigena, la Postumia, la Emilia Scauri, la Via Regia, quella degli Abati ma anche quella del sale (dalla Lunigiana e da Genova) e dell’olio erano motivo di orgoglio, di attrazione, di investimenti, di risorsa economica della città e Diocesi intera. Oggi può essere ancora attraente se integrata con le innovazioni tecnologiche, le attenzioni a tutte le forme di servizio e assistenza a chi prende per destinazione Piacenza.
“Occorre –conclude Comolli – un piano piacentino. Come comitato abbiamo pensato proprio all’ampio territorio della Diocesi, a tutte le alte figure piacentine compreso i Templari, alla produzione e offerta di cibo di lunga durata come elementi identitari di una provincia che può avere ancor più frequentazioni se ci fosse una attenzione maggiore a dare indicazioni precise e continue sul territorio”.