E’ essenziale sostenere il biologico puntando su semplificazione, politiche e investimenti per ricerca, innovazione e la promozione del Marchio Made in Italy

Cresce il biologico italiano. Nel 2024, sia i consumi interni che le esportazioni hanno mostrato risultati positivi, confermando il biologico come un asset strategico per l’intero settore agroalimentare nazionale. 

Secondo i dati dell’Osservatorio SANA presentati da Nomisma a Sana Food-Rivoluzione Bio 2025, le vendite di prodotti biologici in Italia hanno superato i 6,5 miliardi di euro, con una crescita del 5,7% rispetto al 2023.  

Durante l’evento, promosso da Being Organic in Eu, la campagna nata dal partenariato tra FederBio e Naturland cofinanziata dall’Unione Europea, sono state evidenziate le tendenze più significative del comparto bio. 

In particolare, è emerso come gli incrementi nelle vendite sul fronte interno siano stati generati principalmente dai consumi domestici, che hanno sfiorato i 5,2 miliardi di euro. I consumi fuori casa si posizionano a oltre 1,3 miliardi di euro con un aumento del 5% nel 2024 rispetto l’anno precedente.  

Ottime notizie anche sul fronte dell’export di prodotti agroalimentari biologici italiani che continua a espandersi: nel 2024 ha raggiunto quota 3,9 miliardi di euro (+7% rispetto al 2023). In questo modo si consolida la presenza del Bio Made in Italy nei mercati globali. 

Alla settima edizione di Rivoluzione Bio, tema centrale il confronto sui dati presentati per evidenziare i punti di forza e affrontare le criticità del settore attraverso il Piano d’Azione nazionale del biologico e il Piano strategico nazionale della PAC per raggiungere l’obiettivo del 25% al 2027.  In un contesto nel quale, è stata recentemente presentata la Visione per l’agricoltura e l’alimentazione (Vision for Agriculture & Food) dalla Commissione europea che, pur in presenza di alcune contraddizioni, conferma il valore strategico dell’agricoltura biologica come strumento per sostenere la transizione ecologica dei sistemi agricoli e favorire il ricambio generazionale grazie alla capacità del bio di attrarre giovani. 

Maria Grazia Mammuccini

Siamo soddisfatti del quadro complessivo che vede il biologico italiano crescere sia in termini di produzione che sul mercato nazionale ed estero – rileva Maria Grazia MammucciniPresidente FederBio La fase attuale è cruciale per spingere verso l’ulteriore diffusione del bio sia sul fronte produttivo che dei consumi. Una delle priorità è indubbiamente la semplificazione burocratica dei sistemi di certificazione e dell’accesso alle misure della PAC. Allo stato attuale il peso burocratico è insostenibile, soprattutto per le piccole e medie aziende che rappresentano il cuore del settore bio a partire dalle aree interne. Per quanto riguarda la domanda, è cruciale continuare a investire in programmi di comunicazione ed educazione alimentare per sostenere i consumi bio, iniziando dalle mense scolastiche. Siamo fiduciosi che una svolta importante potrà arrivare dall’introduzione del Marchio del biologico italiano che, unendo l’identità delle nostre produzioni locali con la sostenibilità del metodo biologico, potrà costituire una leva decisiva per fare dell’agroecologia il paradigma di riferimento del sistema agroalimentare”.