Il Presidente di giuria Edoardo Raspelli

Le ricette dal libro “L’Oro di Storo – Profumi e sapori di un tipico piatto Trentino”: predisposte da personaggi più o meno famosi del mondo dello spettacolo, dello sport e della comunicazione. C’è anche una ricetta firmata Donato Troiano e lo chef di Villalfonsina Franco Loreto

Anche in questo 2024 l’autunno in Valle del Chiese e Giudicarie, nell’ambito turistico Madonna di Campiglio (Trentino), sarà animato da eventi dedicati ai prodotti tipici locali, volti a riproporre e raccontare le tradizioni di un tempo. Così, dopo “La Desmalgada” a Boniprati, “Mondo Contadino” a Sella Giudicarie e “Judicaria Ecofestival” a Tione di Trento, tornerà a Storo, da sabato 5 ottobre a domenica 6, “Il Festival della Polenta”.
La kermesse, ormai giunta alla sua nona edizione, è organizzata dalla Pro Loco di Storo M2 e dalla Cooperativa Agri ‘90, con il supporto del Comune di Storo, dell’Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio, del BIM del Chiese e di Trentino Marketing.

Il festival, che si svilupperà nelle piazze del paese, seguirà la formula delle precedenti edizioni: gareggeranno otto gruppi di “polenter” provenienti da diverse valli trentine, ed ognuno di essi proporrà un tipo di polenta:

La Polenta Carbonera, preparata da Polenter di Storo e Alpini di Condino
La Polenta Macafana, preparata dalla Pro Loco di Cimego
La Polenta di Patate, preparata dai Polenter di Prato
La Polenta e Rape, preparata dalla Pro Loco di Bondo
La Polenta di Patate, preparata dai Polentari Valle di Ledro
La Polenta e Noci, preparata da Confraternita della Noce del Bleggio
La Polenta e Mortadella, preparata dal Comitato Polenta e Mortadella Varone

Sarà possibile degustare anche tre tipologie di polenta fuori concorso: polenta e cinghiale, polenta e baccalà e la tradizionale polenta fritta. Per la prima volta sarà possibile mangiare anche la pizza, cucinata esclusivamente con la farina bianca di tipo 1 di Storo.

A valutare le polente ci saranno due giurie: quella popolare formata dai visitatori, ai quali saranno consegnate una mappa del paese e una tessera che darà diritto all’assaggio di tutte le tipologie e sulla quale potranno valutarle e la giuria tecnica, che valuterà le proposte da un punto di vista professionale.

Ospite e testimonial di questa edizione del Festival della Polenta sarà il critico gastronomico giornalista e conduttore televisivo Edoardo Raspelli, che farà parte della giuria tecnica, insieme a giornalisti, chef importanti di varie regioni e chef locali che conoscono approfonditamente i piatti proposti in gara. Accanto al  conduttore de L’ITALIA CHE MI PIACE…IN VIAGGIO CON RASPELLI, ci sarà Francesca Buonaccorso, fotomodella ed agente (sua la RB RoccaBuona Eventi di P.R.E.G.I.).

La farina gialla sarà, quindi, anche per quest’anno, protagonista della manifestazione, ma saranno presenti anche alcuni spazi espositivi che proporranno altri prodotti tipici sia della filiera agricola sia dell’artigianato locale. Verrà inoltre riproposta la mostra degli spaventapasseri, che riscuote sempre grande successo.
Durante la manifestazione ci saranno quindici fisarmonicisti che allieteranno le giornate, suonando tra le vie del paese.

L’evento si dividerà tra le piazze e le vie di Storo e gli spazi della cooperativa Agri ‘90 dove saranno proposti diversi appuntamenti. Qui, infatti, anche quest’anno, si aprirà  il Festival con il convegno di sabato 5 ottobre dal titolo: “Oggi nel campo, domani nel piatto. L’impegno delle cooperative, come Agri ‘90 e Copag, nella trasformazione dei prodotti locali” e, sempre durante la due giorni, si festeggerà il 35° anniversario di fondazione della cooperativa stessa che, per l’occasione, inaugurerà il rinnovato punto vendita dove si potranno trovare prodotti tipici provenienti da tutto il  Trentino, oltre a quelli della Valle del Chiese. Il tutto in quello stabilimento inaugurato, sempre da Raspelli con Vigilio Giovanelli, domenica 29 maggio 2011.
In occasione della nona edizione del “Festival della Polenta” sarà presentato il libro “L’oro di Storo” che racconta l’origine del grano Marano di Storo e la sua valorizzazione oltre a proporre alcune ricette a cura dei ristoratori del territorio.

La farina gialla di Storo è un prodotto tipico del Trentino, ottenuto dalla macinazione del grano Marano coltivato rispettando i cicli della natura, senza forzature agronomiche, e poi macinato nel mulino di Storo. La cooperativa Agri ‘90 riesce a produrre, ogni anno, circa 10.000 quintali di farina, che corrispondono a 13.000/14.000 quintali di grano a seconda delle annate.

AMARCORD 

Ecco il libro “L’Oro di Storo – Profumi e sapori di un tipico piatto Trentino”, con molte ricette predisposte da personaggi più o meno famosi del mondo dello spettacolo, dello sport e della comunicazione.
Verrà inoltre fatta un’adeguata promozione anche oltre i confini della valle, nella speranza che non potendo riempire le piazze si riempiano almeno i ristoranti. Ecco la copertina del libro.

Il libro, con alcune “storiche prefazioni sulla polenta”, è impreziosito da tantissime ricette dei maestri cuochi polenter trentini ma anche di giornalisti, golosi di polenta e vip. Tra gli altri, Alessandro Gilmozzi, chef stellato del ristorante Al Molin, Giampietro Comolli, Donato Troiano e Franco Loreto. Mara Venier, Albano Carrisi, Maria Teresa Ruta, Bruno Gambacorta, Sveva Casati Modignani, Massimo Giletti.

Eccone solo alcune.

Alessandro Gilmozzi, chef stellato, FAGOTTINI DI GRANO SARACENO RIPIENO DI POLENTA 

POLENTA DI PIZZA (made in Villalfonsina) DEL LITORALE ABRUZZESE by Franco Loreto e Donato Troiano
Donato Troiano e Franco Loreto di Villalfonsina (Chieti) lanciano la Polenta di Pizza made in Villalfonsina
Giampietro Comolli POLENTATA CON QUAGLIA E TARTUFO NERO DEL PO
Albano Carrisi POLENTA ALLA PUGLIESE
Mara Venier BACCALA’ AL FORNO CON POLENTA
Maria Teresa Ruta PANINO DI POLENTINA
Bruno Gambacorta SFOGLIA VEGETALE BESCIAMELLA RADICCHI E POMODORI
Sveva Casati Modignani POLENTINA CON BURRO FUSO E PARMIGIANO REGGIANO


Storia della Polenta

La polenta, oggi, si fa con la migliore farina gialla di grandi mais rossi “bramati” fine e grossolani. Una volta, questo piatto povero, era fatto con farro e segale, grano saraceno proveniente in Italia dall’Asia già prima dei Romani. La granella di mais o grano-turco (quella piccola e tondeggiante molto rossastra che poi viene detta “nostrano”) inizia ad essere coltivato alla metà del XVI° secolo secondo un testo della Repubblica di Venezia e verso la metà del secolo successivo aveva già preso piede in Veneto, Friuli, alta Lombardia e Polesine. E’ alla fine del XVII° secolo che si hanno le prime ricette di farina di mais con altri cereali per cuocere la polenta.

Termine di origine latina, da puls o pultem, già utilizzato per indicare tutti i piatti di farine cotte in acqua a base di cereali e legumi come farro, orzo, grano saraceno e faine di fave e castagne. L’esclusività dell’uso del mais, quello a grana rosso, tondeggiante e piccolo, tipico della alta collina e montagna perché più rustico e resistente, si ha con le prime ricette scritte autentiche e firmate da cuochi italiani verso il 1720-1730. Era un piatto che saziava, dava energia fisica, ci voleva poco perché cambiasse sapore e assorbisse quello di una acciuga, di qualche cicciolo, di una crosta di formaggio. I territori primari furono le colline di Venezia, le Prealpi trentine e lombarde, i colli friulani e ognuno diede la propria impronta.

I RICORDI DI EDOARDO RASPELLI

Valeria con il critico enogastronomico Edoardo Raspelli

 

Particolarmente commosso Edoardo Raspelli che, recensendo il buon ristorante Agritur La Polentera di Storo, scrisse:
Ma da queste parti c’è un altro gioiello, ed è una farina di granoturco per la più buona polenta del mondo: io l’ho trovata perfino a Parigi, sugli Champs Elisèes, al ristorante Nolita, all’interno dell’esposizione della FIAT. La storia del granoturco di Storo (e del suo boom) è curiosa drammatica ed emblematica. Tutto si deve ad un operaio, Vigilio Giovanelli, che 40 anni fa perse dita della mano destra sotto una pressa. Il colpo di genio superò lo sconforto e “con 4 amici al bar” (proprio come cantava Giorgio Gaber) creò un gruppetto che decise di riprendere la tradizionale coltivazione di quel clone di grano Marano: prima gli orticelli di casa, poi appezzamenti sempre più grandi ed infine quell’ AGRI’90, la cooperativa che l’ha fatto conoscere al mondo. Migliaia di pannocchie sono appese sulla facciata del grande meraviglioso stabilimento/esposizione/negozio  e la stessa cosa succede nell’attiguo Agritur La Polentera, regno di Mauro Armanini, dei suoi familiari e dei suoi validi giovani collaboratori”.

Giampietro Comolli

A Storo nel Trentino il Festival della Polenta

di Giampietro Comolli

Storo è una suggestiva località nella zona meridionale del Trentino al confine con la Lombardia, sui 400 metri di altitudine, posta al centro di uno snodo stradale importante che conduce a Riva del Garda e a Rovereto, a Madonna di Campiglio utilizzando la statale del Caffaro da Brescia e incrocia le strade di val di Ledro e la valle del Chiese.

Di rientro dalla vacanze sciistiche a Madonna di Campiglio, mio padre era solito fermare l’auto a Storo (anni ’60-’70) per acquistare in alcuni negozi funghi, farina e castagne. Per questo conosco la farina gialla fin dalla mia infanzia, una icona in casa nostra insieme al “marano” bergamasco. A Piacenza non c’è una grande tradizione di polenta, ma la lepre in salmì della nonna Anna o la “Consa” della nonna Pina necessitavano del meglio, secondo mio padre.

E’ forse per questo, che abituato da piccolo a scegliere origine-qualità, mi sono interessato di vino, di spumanti, di cibo per tutta la vita. Una passione che è diventata un lavoro, non in tempi sospetti. Oggi scrivere e bloggare di cibo e vino è diventato uno sport comune e diffuso: fa venire qualche dubbio. C’è chi dall’arte, dallo sport, dalla cronaca ha aperto profili e portali. Tutti sanno di vino, bollicine e spumanti.

Ma ritorniamo a Storo, capitale della farina gialla ottenuta da quel granoturco a pannocchia sottile, a chicchi rossi e giallo ocra, tutti in file ordinate, quelle in basso più pronunciate, più grosse, più in rilievo. La pannocchia che si ricava dai campi di granoturco (anche mais) della piana alluvionale di Storo, creatasi dal ritiro di un grande lago imbrifero dello scioglimento dei ghiacciai, è inconfondibile.

Agri Novanta nasce nel 1991 con 37 soci fondatori, diventa una cooperativa. 25 anni di impegno e di lavoro, punta alle produzioni locali, al sostegno di una agricoltura multifunzionale e poliedrica moderna, dal campo alla tavola, in linea con le necessità di oggi, attenta a mantenere alto il valore aggiunto della montagna, di chi vivendoci salvaguarda un paesaggio culturale e una storia, innanzitutto creando posti di lavoro. un esempio da guardare con attenzione. Agri Novanta punta anche all’autoselezione delle sementi da coltivare in modo da non perdere quel DNA fondamentale derivante dalla sperimentazione e mantenere alto il livello della qualità esclusiva. Agri Novante ha avuto il merito di capire l’importanza di questa coltivazione, di puntare prima a una sperimentazione con tecnici dell’Università per trovare la varietà giusta, la cultivar, il biotipo. E ci sono riusciti. Oggi quella farina gialla è presente in diversi negozi, gastronomie, boutique del cibo e del vino in Lombardia, in Veneto, in Trentino….ma con prospettive di allargare sempre più i confini.

Arrivederci a Storo.