Se ne parla da tempo e il Presidente della regione emiliano-romagnolo, Stefano Bonaccini, ne accennò apertamente all’Expo di Dubai, ma ora l’annuncio è arrivato anche durante Cibus, il Salone internazionale dell’agroalimentare di Fiere di Parma: tra breve nascerà ‘FoodER’, l’Università dell’agroalimentare dell’Emilia Romagna.

E su twitter è arrivato subito il rilancio di Ieg, Italian Exhibition Group Spa, il primo player fieristico del Paese per manifestazioni organizzate direttamente (al 90% di proprietà), che ha in Sigep il maggiore Salone dolce ma del in Italy, che si organizza a Rimini fiera: “Al via l’iniziativa di @RegioneER: terra di storia e cultura del cibo”. 

Ecco la dichiarazione di Bonaccini all’Expo di Dubai

“Vogliamo far nascere ‘FoodER’, il polo dell’alta formazione della nostra Food Valley. Per chiamare in Emilia-Romagna ragazze e ragazzi da tutti i Paesi e così far crescere i tecnici che domani renderanno ancora più forte la Food Valley, Per vincere le sfide che abbiamo di fronte, transizione ecologica su tutte: a Expo Dubai insieme a Muner (Motorvehicle University of Emilia-Romagna), abbiamo presentato i motori ecologici di domani, allo stesso modo il settore agroalimentare è e sarà fondamentale per la tutela del territorio e il rispetto dell’ambiente. Attraverso il sottosegretario Di Stefano, –aveva sottolineato Bonacciniringrazio il Governo e il ministro Di Maio che hanno investito nell’Emilia-Romagna per sostenere il sistema produttivo e il Made in Italy. Insieme vogliamo accompagnare la ripartenza post Covid gettando le basi uno sviluppo sostenibile anche sul piano sociale ed ambientale”.

E in questi giorni a Cibus è arrivato il nuovo annuncio, “lanceremo l’Università del food insieme ai quattro atenei regionali: ai quattro atenei regionali: Bologna, Modena e Reggio Emilia, Ferrara e Parma, ateneo capofila del progetto nella Città creativa Unesco per la gastronomia”.

Stefano Bonaccini e il ministro Stefano Patuanelli a Cibs 2022 (foto Ennio Barbieri)

il sì della Regione Emilia al progetto, investimento iniziale da 3 milioni. Laurea magistrale e master dal 2023

La delibera del progetto è stata approvata, scrive oggi il Corriere Bologna, l’Emilia-Romagna avrà la sua università internazionale del cibo. La Food-ER sorgerà nella «food and wellness valley», territorio che oltre a crescere e produrre eccellenze, può vantare il record di Dop e Igp in Italia e un sistema fieristico capace di ospitare manifestazioni quali Sigep, Cibus, Sana, Macfrut e Marca, tra le altre. La filiera agroalimentare regionale conta 85 mila unità locali e 280 mila addetti, numeri che hanno stimolato il desiderio di mantenere ed espandere le posizioni di leadership nel settore.

Il progetto

Il progetto Food-ER, per cui si è molto speso, ha scritto Corriere Bologna, l’assessore allo Sviluppo economico Vincenzo Colla, prevede la creazione di percorsi di studi universitari inter-ateneo, per lauree magistrali e master, finalizzati a rendere l’Emilia-Romagna un polo di attrazione di talenti internazionali e a garantire un flusso costante di alte specializzazioni allo scopo di stimolare la crescita delle filiere produttive, promuovere la creazione di imprese innovative nel settore alimentare, stimolare la nascita di start-up tecnologiche e l’incremento della ricerca, diventando un punto di riferimento per le sfide che proporrà il futuro.

Oltre alle università gli attori principali e i soci fondatori del progetto, anche le imprese regionali, oltre a Clust-Er Agrifood e ai cinque quartieri fieristici (BolognaFiere, Fiere di Parma, Fiere di Rimini, Cesena, Ieg e Fiere di Piacenza), avranno un ruolo non secondario.

Intanto noi ricordiamo la “forza” economica e di immagine dell’Emilia Romagna alimentare: i principali Consorzi di tutela della regione, Prosciutto di Parma DOP, Parmigiano Reggiano DOP (PR e RE), Aceto Balsamico Tradizionale di Modena e Reggio Emilia DOP, Aceto Balsamico di Modena IGP (MO), Olio extravergine di oliva di Brisighella (RA), Riso del Delta del Po e Aglio di Voghiera DOP (FE), Piadina Romagnola IGP (RN).  

E poi la Pasta fresca di Bologna e la Patata di Bologna Dop, la Pesca e nettarina IGP (FC), la Pera dell’Emilia-Romagna IGP (FE), la Ciliegia di Vignola IGP (MO). O il pomodoro, l’Oro rosso, filiera di cui è leader la provincia di Piacenza.

E poi i Centri Agroalimentari di Parma, Bologna, Cesena e Rimini, riuniti attraverso l’accordo di filiera “Emilia-Romagna Mercati Rete Di Imprese”; ALMA, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana a Colorno (Parma) che forma chef, sommelier, manager; Enoteca Emilia-Romagna e l’Associazione “Chef to Chef”, composta di 50 chef volta a promuovere l’evoluzione e la notorietà della cucina regionale.

Ma Gustoh24 ne continuerà a parlare nei prossimi giorni.