Ospitiamo uno scritto di Franco Presicci che si sofferma sulle iniziative e sulla figura del professor Lenoci, “il miglior ambasciatore della Puglia a Milano”
Neppure questa estate è stato fermo un momento. Sarei curioso di sapere quante ore abbia trascorso in treno, in auto, in aereo, per essere presente a tutti gli appuntamenti che aveva nella sua Puglia. Per tenere conferenze sugli argomenti che gli sono più cari – il turismo enogastronomico, il turismo sartoriale, il turismo religioso – oltre a quelli che riguardano la sua professione di docente universitario: le banche, i bilanci delle squadre di calcio, i bilanci di sostenibilità, il Desi: “Digital economy and society index” elaborato dalla Commissione Europea, dal quale la nostra regione esce con le ossa ammaccate. Ovunque ottenendo ovazioni.
In Puglia è stato più volte, intervallando i suoi dialoghi con un pubblico scelto e numeroso con salti a Milano per motivi di lavoro. Nella veste di presidente onorario dei “Pugliesi a Milano”, si è collegato con quanti si erano riuniti a Bari presso la sede della Regione Puglia per l’evento “Walking in the Next Puglia” e ha urlato ai giovani e ai talenti che “Il futuro è adesso. Basta camminare con i piedi per terra. Pronti a scavalcare ostacoli e a scalare muri”.
Insomma, occorre indossare le ali e volare. Spiegare tutte le energie che abbiamo dentro; dare libero sfogo alle nostre potenzialità per creare valori, essere artefici di un nuovo Rinascimento, una civiltà di sapienza di vita, di bellezza, di bontà. Occorre imprimere sempre maggiore impulso alle persone geniali, ai ricercatori, ai maestri di educazione, di formazione, che favoriscono la crescita dell’individuo, ampliano lo spazio in cui si muove, liberandolo dalle pastoie che lo condizionano.
Sono i temi prevalenti che il prof. Francesco Lenoci esalta ogni volta che è chiamato a rivolgersi al pubblico. Quando non parla di Puglia, come nella Quinta edizione del Premio “Giuseppe Fasano – Grottaglie, la città delle ceramiche”, lo ritroviamo a Milano, a Verona, a Roma, in Toscana.
In un recente conferenza ha inventato lo slogan “Tutti pazzi per la Puglia”. Come si fa a non essere pazzi per la Puglia, ha urlato esaltando l’uditorio.
Basta andare a Taranto e aspettare dalla Rotonda i tramonti che si accedono in cielo sul Castello Aragonese, orgoglio della città, o al Mar Piccolo per ammirare i suoi pontili, lo sciabordare dell’acqua contro gli scafi, il giardino delle cozze, gli ori della Bimare per sentirsi estasiati.
A Sant’Agata di Puglia, affacciandoti sulla valle del Carapelle ti bei alla vista dello splendido panorama del Tavoliere delle Puglie.
A Serracapriola puoi allungare lo sguardo fino alle Isole Tremiti.
A Trani, dove Federico II fece costruire il suo ultimo Castello, la città in cui si svolsero le nozze tra Elena e Manfredi.
A Polignano a mare, la città di Domenico Modugno, con il suo bel mare trasparente, la sua campagna pittoresca con eserciti di fichi d’India.
A Monopoli, nel cui porto i pescherecci sbarcano il pesce davanti a decine di acquirenti….
La Puglia è un mosaico di bellezze naturali. Non c’è paese di Puglia che non vanti le sue. E Lenoci conosce tutte le gemme della sua terra, e anche gli eventi che vi si sono svolti.
A Cellino San Marco ha rispolverato un film del ’75 di Milos Forman. Titolo: “Qualcuno volò sul nido del cuculo”. “Quando il personaggio interpretato da Jack Nicholson arriva all’ospedale e incontra per la prima volta i suoi colleghi, fa loro una domanda: ‘Siete tutti pazzi?’”. La risposta, corale e illuminata da sorrisi festevoli, fu un “Sì”. E allora lui ha chiesto alla platea se fosse pazza per la Puglia. Al sì ha incalzato con una poesia di Alda Merini: “Io non ho bisogno di denaro/ ho bisogno di sentimenti, di parole. / Di parole scelte sapientemente/ di fiori detti pensieri/ di rose dette presenze/ di sogni che abitino gli alberi/ di canzoni che facciano danzare le statue/ di stelle che mormorino all’orecchio degli amanti/ Ho bisogno di poesia…”.
E ha poi fatto molti passi indietro. Milano, Primo dicembre 2003, presso l’Angelicum, con al fianco Giuseppe Giacovazzo, Giuseppe De Tomaso, Dino Abbascià, Padre Eligio e Al Bano, che con la sua voce fece tremare il teatro. Si presentava il libro “Puglia: il suo cuore” dell’ex direttore de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, Giacovazzo, appunto. Un libro godibile, un viaggio tra le caratteristiche della Puglia e dei pugliesi, le storie, le leggende, le bellezze, i personaggi, l’abitudine di certi pugliesi trapiantati a Milano di camuffarsi, parlando il dialetto meneghino… Lenoci era tra i relatori (in quella circostanza Padre Eligio, prima che si accendessero i microfoni, mi disse chiaro e tondo che non aveva simpatia per i giornalisti. “Fai bene, neanch’io”, gli risposi, per troncare il discorso, pensando al rumore che avevano fatto i giornali ad ogni uscita dell’amico di Gianni Rivera).
Il 25 settembre Lenoci è atterrato nuovamente a Martina, felice del suo ruolo di presidente di una giuria composta tutta al femminile per il Premio Concorso di Idee: “Le donne per un’economia rurale e circolare”, organizzato dal Soroptimist Club. La cerimonia presso la Regia Stazione Ippica con vista mozzafiato sulla Valle d’Itria. Tra le giurate Antonella Baccaro, giornalista del “Corriere della Sera”. Sono state premiate due giovani laureate, che hanno presentato il progetto “Opuntia”, progetto che va nella direzione auspicata da don Tonino Bello, quando affermava: “Non basta più enunciare la Speranza, ma occorre organizzarla”. Nell’occasione anche Lenoci ha ricevuto un premio: una scultura raffigurante un cavallo rampante. Opera che sembra simboleggiare la vita di Francesco Lenoci, docente di Metodologie e determinazioni quantitative d’azienda all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, autore di 35 libri, Patriae Decus della Città di Martina Franca, presidente onorario dei “Pugliesi a Milano”: vita trascorsa galoppando da una città ad un’altra, spesso facendo scoprire agli stessi locali le gioie dei luoghi in cui vivono.
Lenoci è persona entusiasta, coltissima, generosa. Era esultante, commosso, quando un’amica, la poetessa Benedetta Caterina gli ha segnalato una pagina del libro “Il gioco delle verità” di Sveva Casati Modignani (un libro splendido), in cui è citato Dino Abbascià, grande amico scomparso anni fa, imprenditore ortofrutticolo illuminato, dinamico e ricco di idee, presidente dell’Associazione Regionale Pugliesi di Milano:
“Alessandro Franzini si presentò a Tavernolo offrendole un canestro colmo di frutta così bella da sembrare finta. ‘Hai saccheggiato un frutteto del paradiso?’ gli chiese Malvina. ‘L’hai detto. Ho contratto un mutuo con Abbascià, il quale mi ha garantito che ogni pesca, susina, albicocca, ciliegia ha il potere taumaturgico di sconfiggere le pene d’amore’, spiegò il cognato con piglio scherzoso. Carlin si impadronì del cesto e lo portò in cucina….”.
Teresa Gentile, giornalista e anima del sodalizio culturale di Palazzo Recupero, a Martina Franca, ha definito Lenoci “un ardito condottiero delle armate di cultura martinese-lombarda d’avanguardia, che vede molte donne protagoniste attive di un mutamento epocale con tante ragazze imprenditrici, creatrici di moda, allevatrici, scopritrici di talenti, protagoniste attive in varie associazioni e in ogni professione”.
A suo tempo ho conosciuto una rappresentante delle “donne del vino” di Manduria e ho avuto per l’ennesima volta la conferma delle capacità organizzative, dell’intelligenza, dell’intuito, della tenacia… del genere femminile. Viva La Puglia, Viva le donne.