Al termine del G20 dei Ministri dell’Agricoltura svoltasi nei giorni scorsi è stata adottata una Dichiarazione, denominata la “Carta della Sostenibilità di Firenze”, in cui viene ribadito l’impegno per raggiungere la sicurezza alimentare, nel contesto delle tre dimensioni della sostenibilità: economica, sociale e ambientale, quale contributo ai prossimi vertici sui sistemi alimentari (UNFSS) e sul clima (COP26).
Per garantire sistemi alimentari sostenibili e resilienti, i Ministri del G20 hanno ribadito la volontà di raggiungere l’obiettivo fame zero, minacciato anche dalle conseguenze del Covid-19. Pur con l’aumento della produzione, infatti, ancora un quarto della popolazione mondiale soffre d’insicurezza alimentare.
Per i Ministri del G20 il cambiamento climatico, gli eventi meteorologici estremi, i parassiti, le malattie di animali e piante e gli shock come la pandemia da Covid-19, richiedono risposte coordinate ed efficaci. In particolare, si è deciso di non adottare alcuna misura restrittiva ingiustificata che possa portare a un’estrema volatilità dei prezzi alimentari nei mercati internazionali, e quindi minacciare la sicurezza alimentare.
Carta della Sostenibilità per cibo sano e stop sprechi
Tra gli obiettivi indicati nella Carta della sostenibilità dei sistemi alimentari di Firenze il ministro per le Politiche Agricole Stefano Patuanelli ha evidenziato l’impegno per la ‘fame zero’, il trasferimento tecnologico e la transizione ecologica. “Per noi – ha detto il ministro alla conferenza stampa finale del G20 Agricoltura a Firenze– pur essendo consapevoli che ancora troppo spesso nel nostro Paese i bambini fanno il loro unico pasto completo a scuola, e quindi il tema della sicurezza alimentare riguarda anche l’Italia, è evidente che ci sono zone del mondo dove questo è il problema principale, quindi l’obiettivo su questo punto è quello di incrementare la multilateralità dei rapporti e la cooperazione tra Paesi per evitare gli sprechi e consentire una produzione di cibo sano anche nei paesi dove questo non avviene pur avendo la possibilità di farlo”.
E poi la Carta ha un “grande focus sul trasferimento tecnologico non in verticale ma in orizzontale fra i diversi Paesi dove la ricerca e sviluppo più avanzata consenta anche ai Paesi in via di sviluppo di avere un accesso immediato, facendo un salto tecnologico verso nuove tecnologie”. “Sul piano ambientale – ha aggiunto Patuanelli – gli impegni concreti sono quelli di continuare a contribuire nel settore agroalimentare al percorso di transizione ecologica con certamente la complessità di adattare modelli diversi su modelli produttivi che sono diversi l’uno dall’altro. Quindi è decisamente un documento che nonostante l’obbligo di arrivare a dei compromessi, perché quando ci sono tanti paesi che firmano un documento, tutti con sistemi produttivi diversi e problemi diversi, il compromesso non può non esserci, è comunque un documento che rispetto ad altri testi presenta alcune concretezze”.
Oltre 35 Paesi hanno già aderito alla ‘Food coalition’
Sono oltre 35 i Paesi che hanno già aderito alla Food coalition, ma il dato è in costante aumento perché c’è sempre più attenzione rispetto al ruolo della Fao per garantire la sicurezza alimentare nel mondo”. La ‘food coalition’, come già spiegato nei giorni precedenti del G20, è uno strumento di partenariato tra soggetti non statali per affrontare unitariamente le sfide agricole e alimentari, anche in relazione al post Covid.
I Ministri, con la sottoscrizione del comunicato finale desiderano rafforzare la cooperazione tra i membri del G20 e i paesi in via di sviluppo in materia di cibo e agricoltura per migliorare, condividere le conoscenze e aiutare a sviluppare le capacità di produzione interna più adatte alle esigenze locali, contribuendo alla resilienza e al recupero dell’agricoltura e delle comunità rurali.
Ecco la Carta approva a Firenze QUI