Italmercati supera con lode la prova Covid, 80 milioni fatturato, +1,7% occupazione
La resilienza e intraprendenza verso digitalizzazione e innovazione dei 19 mercati aderenti alla Rete emergono dal rapporto “L’Italia alla prova del cambiamento, la risposta dei mercati agroalimentari all’Ingrosso” curato da European House Ambrosetti e presentato a Roma
Un fatturato di 80 milioni, l’attivazione di filiere di fornitura e subfornitura per 107 milioni di euro, con un contributo complessivo al pil nazionale di 85 milioni. Un giro d’affari, che grazie alle 2500 imprese operanti nella galassia raggiunge quota 9 miliardi di euro (22 miliardi includendo anche indiretto e indotto, per un valore aggiunto totale di 12 miliardi e 260.000 posti di lavoro), superando di gran lunga, per esempio, l’industria del catering (+17%), i servizi aeroportuali (+67%) e l’industria del vino (+73%). E’ questa la significativa realtà economica dei 19 mercati agroalimentari all’ingrosso aderenti a Italmercati illustrata nel rapporto “L’Italia alla prova del cambiamento, la risposta dei mercati agroalimentari all’ingrosso” messo a punto European House Ambrosetti per Italmercati e presentato a Roma, presso la Casa del Cinema a Villa Borghese.
“Nonostante questi numeri, oggettivamente significativi per un settore come il food che aspira a diventare uno dei perni principali della produttività economica del nostro Paese, l’importanza e l’impatto dei mercati non sempre viene dall’esterno adeguatamente percepita”, ha detto il presidente di Italmercati, Fabio Massimo Pallottini, introducendo il rapporto che evidenzia anche come i mercati della rete abbiano dimostrato maggiore resilienza durante l’emergenza Covid rispetto al settore e al Sistema Paese, Hanno infatti svolto un ruolo chiave nel presidio nel presidio della distribuzione di prodotto fresco, senza compromettere operatività ed efficienza e limitando le perdite di fatturato al -1,4% nel 2020 contro il -2,8% del settore e il -9,6% della media italiana. Non solo, i mercati sono stati in grado di crescere in termini di occupazione, con un aumento dell’1,7% nell’anno pandemico. In controtendenza con il calo del 3,4% del settore dei riferimento e del 2,1% del Sistema Paese. Un’emergenza che è stata anche affrontata in termini reattivi e propositivi, tanto che il 67% degli associati ha avviato un processo di efficientamento dei sistemi di logistica e magazzino e il 47% ha realizzato una piattaforma online per la prenotazione delle merci.
Un processo di evoluzione, quello dei mercati aderenti alla Rete, che prevede investimenti per 450 milioni di euro nel periodo 2021-2026 – ha sottolineato Pallottini -, dedicati a progetti nella direzione auspicata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, che riguardano la digitalizzazione, la transizione ecologica, le infrastrutture, l’istruzione e la ricerca”. “Investire in digitalizzazione ed innovazione è improcrastinabile – ha aggiunto il presidente di Italmercati – se si vuole rispondere in modo corretto ai bisogni dei consumatori ed alle evoluzioni delle filiere. Non da meno occorre integrare questo processo con l’edificazione di piattaforme logistiche distributive moderne, che trasformeranno i mercati in veri e propri centri di cultura del cibo sano e sostenibile, veri e propri presidi di sicurezza. Proprio i mercati delle principali città italiane come Roma, Milano, Torino, Genova e Firenze, hanno già avviato un profondo lavoro di ammodernamento, improntato all’efficienza e alla digitalizzazione”.
“E siamo pronti – ha detto ancora Pallottini – alle sfida del Pnrr che ha assegnato risorse per 800 milioni ai mercati agroalimentari all’ingrosso”.
Il rapporto curato da European House Ambrosetti e illustrato dal managing partner e ceo del blasonato Centro studi, Valerio De Molli, mette in evidenza come i mercati agroalimentari avranno un ruolo chiave per affrontare le grandi sfide della filiera agroalimentare italiana nei prossimi anni ma “occorre una visione condivisa da tutti gli operatori, cominciando dal rafforzamento dimensionale del settore – ha osservato De Molli – Basti pensare che l’Italia conta oggi 137 mercati agroalimentari all’ingrosso, più di 5 volte la Spagna (25) e 6 volte la Francia (22), con un giro di affari delle loro aziende pari a 9 miliardi di euro, il 40% in meno di quelle spagnole (14 miliardi di euro) e il 30% in meno di quelle francesi”.
Il convegno organizzato da Italmercati ha visto tra l’altro la partecipazione del sottosegretario alle politiche agricole Francesco Battistoni, dell’eurodeputato e membro della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale Paolo De Castro, dell’assessore alle attività produttive e pari opportunità del Comune di Roma Monica Lucarelli, del presidente di Coldiretti Ettore Prandini e del presidente di Confesercenti Patrizia De Luise.
Sia Battistoni che De Castro hanno affermato che le istituzioni, nazionali ed europee, sono ben consapevoli dell’importanza dei mercati agroalimentari all’ingrosso, tanto più in questo momento di sfide senza precedenti per la filiera agroalimentare. E, per quanto riguarda il tema dell’esclusione dalle assegnazioni Pac lamentato più volte dai mercati agroalimentari all’ingrosso, l’eurodeputato De Castro ha prospettato che nell’ambito della Nuova Pac ci sarà spazio e modo anche per dare supporto a questi importanti player del settore, impegnati in sfide importanti, come quella rimarcata dal presidente Pallottini della transizione a “Food Hub” in cui sono impegnati i mercati della Rete. Con questa transizione – come spiegato dal presidente di Italmercati – i mercati aderenti “si candidano ad essere l’anello di congiunzione della filiera agroalimentare estesa che aggrega produzione, dettaglio tradizionale, ristorazione e Distribuzione Moderna, quale Rete infrastrutturale per il rilancio sostenibile del settore. I mercati all’ingrosso sono di fatto il punto d’incontro diretto tra domanda e offerta, in grado di indirizzare il settore agroalimentare a intraprendere cambiamenti verso sistemi più resilienti, sostenibili, equi e sani, sempre nel rispetto delle singolarità regionali”.