Escludendo i vini, i prodotti dell’Emilia-Romagna Dop e Igp (44) continuano a rappresentare la quota più importante delle registrazioni italiane (15%)
C’è da perdere la testa in Emilia Romagna se siete amanti del buon cibo. Tra salumi, formaggi, pasta all’uovo e prodotti della terra, la cucina di questo territorio raggiunge alcune delle vette più alte della cultura gastronomica italiana.
Dall’Adriatico agli Appennini, passando per la pianura e le città d’arte, qui sorge il più grande distretto del cibo italiano, la Food Valley nazionale: un prestigioso paniere di prodotti della tradizione, protetti dai marchi DOP (Denominazione di Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Protetta) che ne garantiscono la qualità e la genuinità e che in molti in casi, fuori dai confini nazionali, si cerca di imitare, anche se con scarsi risultati.
Una piramide culinaria irresistibile, in cima alla quale svettano il Prosciutto di Parma e il Parmigiano Reggiano, ma che subito sotto propone un lungo elenco di eccellenze gastronomiche da assaggiare almeno una volta nella vita, come tra le tante, la mortadella di Bologna, la zampone di Modena, l’aceto balsamico tradizionale, il formaggio di fossa e lo Squacquerone di Romagna.
I prodotti certificati
In totale sono 44 (19 Dop e 25 Igp) le produzioni agroalimentari già in possesso della certificazione europea, ottenute in tutto o in parte nel territorio della regione; 30 le Dop e Igp riguardanti produzioni vitivinicole.