Il Bosco del Molino di Agugiaro & Figna diventa l’incubatore di un importante esperimento archeologico, che, attraverso l’operazione di interramento di alcuni frammenti ceramici contaminati da cibi vegetali, punta alla scoperta di dati e notizie sull’alimentazione dei popoli antichi

La cornice è quella del progetto “TRACE: the raw and the cooked”, avviato dall’Università di Pisa sotto la direzione del dottor Lionello Morandi, nel quadro del programma di finanziamento europeo “NextGenerationEU” e in collaborazione con CINSA – Consorzio Interuniversitario Nazionale Scienze Ambientali

Ieri mattina in uno spazio di un metro quadro e a una profondità massima di 30 centimetri sono stati interrati nel terreno del Bosco del Molino di Agugiaro & Figna frammenti di ceramica moderna che riproducono fedelmente le superfici di quella antica. Hanno preso parte all’operazione di interramento Lionello Morandi, ricercatore del Dipartimento Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa, Rosanna Figna, direttrice del Bosco del Molino di Agugiaro & Figna e Marco Benedetti, ricercatore del CINSA di Venezia. Nella foto di copertina: Lionello Morandi, Rosanna Figna e Marco Benedetti.

L’interramento dei frammenti è avvenuto dopo che questi sono stati messi a contatto con quegli alimenti che per la prima volta giunsero in Europa a seguito dell’espansione araba e sconosciuti all’epoca dei Romani, quali melanzana, anguria, asparagi, spinaci, agrumi, banane e cocco.

I composti chimici presenti in questi alimenti possono essere assorbiti dai pori delle ceramiche lasciando tracce che possono perdurare per millenni, offrendo la possibilità ai ricercatori di identificarli e conoscere nuovi dati sulla dieta delle antiche popolazioni.

Attraverso l’esperimento, Agugiaro & Figna collabora ad una importante ricerca multidisciplinare denominata “TRACE: the raw and the cooked” condotta dal dottor Lionello Morandi dell’Università di Pisa nel quadro del programma di finanziamento europeo “NextGenerationEU”, con il coinvolgimento di specialisti in archeologia, chimica, biologia e geologia.

L’obiettivo è quello di sviluppare un metodo innovativo per riconoscere le tipologie di cibo venute a contatto con le ceramiche antiche e ricostruire la dieta alimentare degli antenati.

La scelta di interrare le ceramiche nel terreno del Bosco del Molino è dovuta al valore del PH del suolo, predisposto, secondo gli studi scientifici del CINSA – unità locale dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, ad accogliere l’esperimento. I terreni del Bosco del Molino, inoltre, grazie ad una sistematica caratterizzazione realizzata dal CINSA con il Prof. Roberto Comolli, sono già interessati da importanti progetti internazionali come quello sulla corrosione dei metalli coordinato dal Research Institute Svedese (RISE) con Repubblica Ceca, Qatar e Thailandia.

Il periodo di interramento dei frammenti nel Bosco del Molino è stimato dall’Università di Pisa in sei mesi – dall’autunno 2023 alla primavera 2024 – durante i quali avverranno periodiche campionature. Al termine dei sei mesi le ceramiche verranno analizzate nei laboratori del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa, per rilevare le tracce chimiche più resistenti e riconducibili alla presenza delle specie vegetali.

IL BOSCO DEL MOLINO

Il Bosco del Molino” è un progetto di Agugiaro & Figna lanciato a novembre 2021 per la messa a dimora di un bosco situato a fianco dello stabilimento di Collecchio, nel Parmense: una superficie di 13 ettari ad elevata biodiversità e a capacità di accumulo di biomassa, comprensiva di 18mila alberi scelti sulla base di uno studio condotto in collaborazione con l’Università di Parma allo scopo di riprodurre un bosco autoctono, piantati con l’obiettivo di assorbire fino a 220.000 kg di CO2 all’anno, compensando nel giro di cinque anni la CO2 prodotta dai quattro stabilimenti in Italia. L’iniziativa, che ha previsto un investimento da un milione di euro, è stata scelta come esempio virtuoso nella lotta contro il cambiamento climatico. Le radici delle piante, infatti, permettono all’acqua di defluire nel sottosuolo, rendendole una “cassa di espansione” naturale. Inoltre, le foglie consentono di attutire l’impatto della pioggia, trattenendola e rilasciandola più lentamente. Infine, se replicato in un’area collinare, il Bosco aiuterebbe a evitare il dilavamento dei terreni e di conseguenza le frane.

Lo scopo di Agugiaro & Figna, azienda che fa parte del consorzio forestale KilometroVerdeParma, è quello di portare in tutto il mondo farine e semilavorati eccellenti, di altissima qualità, nel rispetto dei valori aziendali, della materia prima e dell’innovazione, perseguendo così il patto di rispetto verso la natura e la terra, cuore stesso della sua missione. Un impegno concreto verso la tutela del territorio, dell’ambiente e delle persone, tradotto concretamente in azioni virtuose: dall’utilizzo del 100% di energia proveniente da fonti rinnovabili per la produzione, all’uso del 100% di carta per insacco certificata FSC.

Il Bosco del Molino di Agugiaro & Figna ospita lo “Science International Open Day – Bosco del Molino”

L’Italia, grazie al Bosco del Molino, con Repubblica Ceca, Qatar e Thailandia è fra i quattro siti pilota al mondo per un progetto internazionale sulla corrosione dei metalli coordinato dal Research Institute Svedese (RISE). (Leggere su Gustoh24)