Indagine Ipsos: il 27% degli italiani cita almeno un prodotto della Parma food rappresentato da 6 filiere (Parmigiano, prosciutto Parma, pasta, pomodoro, latte e alici)

Parma è sempre più un grande protagonista nel mondo del Food. Questa conferma è arrivata dalla conferenza sul “Il ruolo di Parma Food Valley nel contesto agroalimentare italiano”, organizzata nei  a Milano.

I partecipanti all’incontro milanese

La “Parma Food Valley che rappresenta sei dell’agroalimentare italiano – Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma, pasta (Barilla), pomodoro (Mutti e Rodolfi), latte (Parmalat) e alici (Delicius, Rizzoli e Zarotti) – ha registrato nel 2023 un fatturato al consumo di oltre 11 miliardi di euro. Un territorio che fa dell’export un fiore all’occhiello: circa 5 miliardi, pari al 44% del fatturato complessivo, derivano dalle esportazioni, con gli Stati Uniti che registrano la maggior crescita nell’ultimo anno (+21,7%) e proprio per questo il problema Dazi preoccupa non poco.

I dati emersi da una ricerca Ipsos su Parma Food Valley

Parma è sinonimo di eccellenza agroalimentare, l’espressione “alla parmigiana” appariva sui menu più prestigiosi già nell’Ottocento, a testimoniare una vocazione al mangiarbene che risale nel tempo.  Non è dunque un caso che tra i 5 prodotti gastronomici che meglio rappresentano il nostro Paese nel mondo, il 27% degli italiani cita spontaneamente una filiera della Parma Food Valley, all’interno di un territorio conosciuto dal 43% degli intervistati. E in generale, più del 50% riconosce il valore di eccellenza dei prodotti della Parma Food Valley. Sono solo alcuni degli spunti emersi da una ricerca Ipsos su Parma Food Valley, il territorio rappresentato da Fondazione Parma Creative City of Gastronomy UNESCO che racchiude 6 tra le più importanti filiere dell’agroalimentare italiano come elencati nelle prime righe.

La Fondazione è stata costituita nel 2017, a seguito della nomina di Parma a Città Creativa UNESCO per la Gastronomia, (leggere su Gustoh24 QUI)  avvenuta nel dicembre 2015. E oltre alle filiere, è affiancata dai partner istituzionali come il Comune di Parma, la Camera di Commercio dell’Emilia, l’Unione Parmense degli Industriali, l’Università di Parma e Fiere di Parma, con il coordinamento di Parma Alimentare.

L’ente di ricerca ha condotto uno studio sulla conoscenza e l’apprezzamento del marchio Parma Food Valley in Italia. Sono state 1.246 le interviste realizzate su una popolazione dai 18 ai 74 anni.

I dati economici delle 6 filiere della Parma Food Valley

La ricerca è stata effettuata su un’area di grande rilievo dal punto di vista economico. Nel 2023 (ultimo dato complessivo disponibile) le 6 filiere hanno sommato un fatturato al consumo di oltre 11 miliardi di euro. Le due Dop – 3,05 miliardi per il Parmigiano Reggiano; 1,7 per il Prosciutto di Parma – e Barilla (4,9) rappresentano la fetta maggiore, seguiti dal pomodoro (quasi 800 milioni di euro), latte (720) e le alici (135 milioni) in un settore di cui Parma è leader e che attraverso le tre aziende rappresenta più del 70% delle acciughe consumate in Italia. Un fatturato complessivo, circa 5 miliardi (il 44%) derivano dalle esportazioni. Secondo i dati pubblicati dall’Unione Parmense degli Industriali), basati sui report Istat dei valori alla produzione, quello ducale rappresenta il 5% dell’intero export alimentare italiano, cifra che sale al 32% se riparametrata sull’Emilia-Romagna. E in una situazione geopolitica minacciata dai dazi, è possibile analizzare anche i Paesi più importanti. Se Francia e Germania sono ai primi due posti, nell’ultimo anno sono stati proprio gli Stati Uniti a registrare la maggior crescita sull’export con un +21,7% rispetto al 2023, seguiti dal Canada (+21,1%), Spagna (+19,1%) e Regno Unito (+15%). Più in generale, dal 2015 l’export della Parma Food Valley è sempre cresciuto, arrivando in 10 anni a sfiorare il +100%. Mentre per quanto riguarda le importazioni, gli Usa non compaiono nei primi 20 posti di una classifica guidata dalla Spagna. Infine dal punto di vista occupazionale l’agroalimentare parmense può vantare 1.052 aziende sfiorando i 15.000 addetti.

Lo studio ricerca dell’ Ipsos e le interviste agli chef

All’interno dello studio, Ipsos ha intervistato anche gli chef di 13 ristoranti stellati (suddivisi tra Nord, Centro e Sud) come punto di riferimento del ‘fine dining’ per la parte qualitativa della ricerca. Giuseppe Causarano, una stella con il Votavota di Ragusa, e Davide Oldani (2 stelle al D’O di Cornaredo) hanno enfatizzato: «Solo in Italia ci poteva essere una Food Valley di questo tipo, dal prodotto fresco alla produzione industriale di grande qualità. Siamo un grande popolo che lavora per la valorizzazione della qualità dei nostri prodotti in Italia e nel mondo». Una conferma arrivata anche dagli oltre 1.200 intervistati: negli aspetti più rilevanti a guidare gli acquisti, il 63% mette al primo posto la qualità e il 52% il gusto. Ma nella ricerca emergono anche punti di miglioramento. E tra questi c’è il focus principale di Fondazione Parma Creative City of Gastronomy UNESCO, ovvero promuovere la conoscenza di Parma Food Valley. Pur avendo prodotti unici in tutto il mondo, più della metà degli intervistati non conosceva il brand. Un potenziale inespresso ribadito anche dallo chef Luca Marchini (1 stella con l’Erba del Re a Modena): «Parma Food Valley ha posto le basi per una riconoscibilità della zona, ma spesso in Italia la conoscenza è superficiale». “La ricerca Ipsos offre degli spunti interessanti per valorizzare ancora di più “Parma Food Valley” – afferma Massimo Spigaroli, presidente Fondazione Parma Creative City of Gastronomy Unesco– in un momento simile, caratterizzato anche a livello internazionale da una conflittualità politica ed economica, è ancora più importante sottolineare l’importanza di un ente che invece è stata capace di fare sistema. Attraverso questa occasione lavoreremo ancora di più per far conoscere l’eccellenza dei nostri prodotti, in una valorizzazione in grado di far crescere consorzi, aziende e territorio”.

Da Milano la  voce di Parma Quality Restaurants

Come #parmaqualityrestaurants -scrivono in una nota gli esponenti di Parma Quality Restaurants- abbiamo avuto l’onore di accompagnare le istituzioni e le aziende delle filiere alimentari di Parma presenti all’incontro, proponendo un assaggio delle eccellenze agroalimentari del nostro territorio.

Come sempre uniti per valorizzare #parmafoodvalley!”