Dalla città di Parma, in particolare dal locale gourmet “Arte & Gusto”, è stato lanciato un appello per rafforzare la  campagna mondiale della candidatura de “La cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale” come Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità – UNESCO. (Nella foto di copertina: Alfonso Francese, Vincenzo Savino e Mario Francese).

Al termine di un incontro è stato il Vice Sindaco  di Tramonti, Vincenzo Savino a illustrare il sostegno alla #CucinaItalianaUnesco”.

Vincenzo Savino, Vice Sindaco del Comune di Tramonti

Con il nostro impegno vogliamo rendere il giusto tributo all’eccellenza gastronomica del nostro Paese. La cucina italiana è patrimonio di tutti, ha affermato a Gustoh24 il Vice Sindaco  di Tramonti, Vincenzo Savinounisce il buon cibo da nord a sud d’Italia ed ora con il sostegno di tanti partners del mondo accademico e dell’agroalimentare oltre che delle istituzioni, possiamo realizzare il sogno di inserire la cucina italiana nella prestigiosa lista dei beni immateriali patrimonio dell’umanità”.

Da ricordare che l’ amministrazione comunale di Tramonti, un paese campano nell’entroterra della Costiera Amalfitana, è stato il primo Comune d’Italia con una apposita delibera comunale ad aver aderito alla petizione nazionale lanciata da Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde, e già Ministro dell’Agricoltura e dell’Ambiente, che chiedeva che l’Arte della Pizza napoletana fosse  Patrimonio Unesco.

Il Vice Sindaco Vincenzo Savino, dopo aver ricordato che “proprio a Tramonti, all’inizio degli anni Novanta, sono nati la Corporazione dei Pizzaioli e il primo Festival della Pizza, fino a quando l’Amministrazione comunale nel 2010 ha inteso tutelare la specialità della pizza con l’approvazione di apposito regolamento e riconoscimento della denominazione comunale “De.Co. proposta a livello nazionale dal compianto Luigi Veronelli” ora, ha aggiunto,  si deve ripetere per la cucina italiana quanto avvenuto nel 2017 per l’ “Arte del pizzaiuolo napoletano”,  inserito nel Patrimonio Unesco. 

Era il 23 marzo 2023 quando il Ministero della Cultura e il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste hanno annunciato la candidatura de “La cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale” come Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità – UNESCO.

Ecco cosa scriveva lo scorso mese di marzo una nota del ministero della Cultura: “A promuovere la candidatura “La cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale”, il Comitato scientifico presieduto dal professor Massimo Montanari e approvata dal Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana Unesco, sono tre comunità: l’Accademia italiana della Cucina, Istituzione culturale della Repubblica, fondata nel 1953 da Orio Vergani, che vanta oltre 80 sedi all’estero, 220 in Italia e più di 7.500 accademici associati; la Fondazione Casa Artusi, fondata nel 2007 con il fine di promuovere “la cucina di casa italiana” come declinata da Pellegrino Artusi sin dalla seconda metà dell’Ottocento. La Cucina Italiana, fondata nel 1929, la più antica rivista gastronomica al mondo ancora in edicola. Si segnalano, tra le varie comunità sostenitrici della candidatura, Slow Food, ALMA (Scuola Internazionale di Cucina Italiana), ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e UNPLI (Unione nazionale Pro Loco d’Italia)”.

Pizza Unesco: il sostegno di Tramonti con la delibera comunale 

«Negli anni ’50 e ’60 dello scorso secolo da Tramonti partiva una straordinaria migrazione – si legge nella Delibera – dove fornai, contadini e pastori lasciano la casa per far rotta, dapprima, verso il Piemonte, poi in Lombardia, Veneto e Emilia Romagna, tramandandosi l’un l’altro il mestiere di pizzaiolo. L’apertura di nuove pizzerie si espandeva in tutto il Centro Nord, con i garzoni che in breve tempo diventavano maestri pizzaioli e a loro volta aprivano nuove attività».

Lo chef Alfonso Francese appoggia la campagna “Cucina Italiana Unesco”
Il patron di Arte & Gusto, Alfonso Francese all’interno del locale