Dopo l’annuncio dato a marzo, l’alleanza tra buoni entra nel vivo alla sedicesima edizione del congresso di Identità Milano organizzato da Identità Golose, che si è concluso lunedì  27 settembre al MiCo.

Una scritta del Consorzio del Parmigiano Reggiano davanti allo stand nell’area main sponsor di Identità Milano

Tra i protagonisti del tema Costruire un Nuovo Futuro: Il Lavoro, c’ è stato il Consorzio del Parmigiano Reggiano con uno stand nell’area main sponsorla “piazza principale” nel cuore dell’esposizione. Sei mesi fa, i due attori di primo piano del mondo dell’eccellenza agroalimentare italiana svelarono l’avvio di un importante progetto di collaborazione triennale con l’obiettivo di stringere un patto sempre più forte con il mondo della ristorazione. Per il Consorzio, infatti, Identità Golose è stato il “luogo” migliore dove sensibilizzare i professionisti della cucina e il pubblico di appassionati sui temi della trasparenza e della corrispondenza tra quanto i ristoratori dichiarano nel menù e quanto viene effettivamente utilizzato in cucina o in tavola.

Il commento di Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano

Nicola Bertinelli

“Uniti da una missione comune fatta di rispetto del consumatore, genuinità delle materie prime e amore per l’artigianalità enogastronomica, siamo certi –ha affermato Nicola Bertinelli, presente a Milano durante la prima giornata di Identità Golose– che questa partnership consentirà a entrambi di realizzare nuove e ambiziose sfide sotto la bandiera della qualità e del Made in Italy”.

A Identità Milano 2021 il Consorzio ha proposto le degustazioni su prenotazione del progetto Parmelier, a cura dell’Associazione Assaggiatori del Parmigiano Reggiano, che si è articolata in serate e corsi aperti a tutti (chef, consumatori e operatori del settore) per conoscere meglio il prodotto con tre diverse esperienze di assaggio.

 La lezione tenuta da Simone Ficarelli

A Milano a tenere le lezioni era presente Simone Ficarelli, maestro assaggiatore del Consorzio. Il ciclo di lezioni di Identità di Formaggio è stato dedicato ai professionisti della ristorazione con cui sempre più Parmigiano Reggiano intende stabilire un filo diretto e un dialogo permanente.

Si sono inoltre svolti  corsi strutturati per diventare “assaggiatori” dell’APR, grazie a percorsi guidati per comprendere e apprezzare al meglio il Parmigiano Reggiano. Al termine dei corsi è previsto un esame finale e il rilascio di un attestato. Sulla pagina dedicata a Parmelier del sito del Consorzio è possibile trovare tutte le informazioni dei corsi, la cui partenza è programmata in autunno, nelle varie città (i primi eventi sono previsti a Milano, Roma, Bologna e Torino): parmelier.com

Inoltre, nel pomeriggio di lunedì 27 il protagonista è stato proprio il Parmigiano Reggiano: tra le sezioni in cui si è articolato  Identità Milano 2021. E’ tornato Identità di Formaggio.

Tra i quattro relatori che hanno partecipato all’evento ben due provenivono dalla squadra stellata dell’Osteria Francescana di Massimo Bottura, ambasciatore del Parmigiano Reggiano nel mondo: ad aprire i lavori è stato  Francesco Vincenzi, chef della Franceschetta 58 di Modena (ovvero l’insegna che viene definita “la sorella minore della Francescana”), seguito dalla canadese Jessica Rosval, per diverse stagioni una delle colonne della cucina di via Stella, oggi la responsabile della proposta gastronomica dell’art resort Casa Maria Luigia, aperto da Bottura e Lara Gilmore sempre nel capoluogo emiliano.

Al centro Francesco Vincenzi, chef della Franceschetta 58 di Modena

Il pomeriggio nel segno del formaggio è proseguito con Philippe Léveillé, francese di nascita e lombardo di adozione, dal 1994 chef del Miramonti l’Altro a Concesio (Brescia). A chiudere le lezioni di Identità di Formaggio ci ha pensato la pastry chef e chef del ristorante leccese Bros, Isabella Potì, un’habitué di Identità Milano.

Dopo Identità Milano l’imperativo comune del Consorzio e di Identità Golose è quello di difendere strenuamente la biodiversità, a partire dai preziosissimi microorganismi fondamentali per determinare unicità e qualità di ogni singolo formaggio.

Questi sono infatti i perfetti rappresentati di una vera, concreta, efficace e attuabile forma di transizione ecologica, nonché testimonial di un’avanguardia che affonda le proprie radici nel solido e millenario rapporto tra esseri umani, animali e ambiente.

Tra le attività che il Consorzio del Parmigiano Reggiano sta portando avanti su questa tematica ricordiamo “Prodotto di Montagna – Progetto Qualità Consorzio”, che prevede una valutazione di qualità aggiuntiva da effettuarsi al ventiquattresimo mese di stagionatura con l’obiettivo di sostenere il valore aggiunto del formaggio prodotto in montagna, offrire ai consumatori garanzie aggiuntive legate all’origine e alla qualità del formaggio, e dare maggiore sostenibilità allo sviluppo della montagna. Il Parmigiano Reggiano è infatti il più importante prodotto DOP ottenuto in questo ecosistema: nel 2020 oltre il 20% della produzione totale della DOP, circa 826.000 forme, è avvenuta negli 89 caseifici di montagna, e oltre 1.100 allevatori ogni anno producono 4 milioni di quintali di latte. Un’attività preziosissima dal punto di vista sociale per mantenere attiva la dorsale appenninica tra Bologna e Parma grazie al lavoro nelle foraggere e in caseificio.