Una nutrita delegazione capeggiata dal Consigliere delegato alla Giostra di Monselice, Luca Piccolo, è stata accolta dalla città pugliese per un gemellaggio volto ad amplificare le finalità del progetto enogastronomico e turistico, ideato per favorire la crescita delle città dove l’imperatore ha lasciato il segno
Mercoledì 7 agosto ad Altamura (BA) si è svolta la conferenza stampa “Federico II, Altamura e l’enogastronomia per un progetto di sviluppo turistico e culturale del territorio” volta alla promozione a livello nazionale dell’ambizioso progetto “Il Piatto di Federico II” (ideato nel 2021 dal Consigliere delegato alla Giostra di Monselice Luca Piccolo). L’obiettivo è quello di ampliare ulteriormente i confini territoriali di Monselice, attraverso il coinvolgimento delle città dove lo “Stupor Mundi” ha lasciato il segno, tra cui Jesi, Altamura e Palermo.
Dopo il successo delle prime due edizioni della manifestazione, che hanno visto il coinvolgimento della Giostra della Rocca, dell’Ascom Confcommercio e della Pro Loco di Monselice; l’eco mediatica scaturita dalla conferenza stampa nazionale del 19 dicembre scorso a Monselice e quella derivante dall’incontro organizzato il 28 marzo scorso a Jesi, luogo che ha dato i natali all’imperatore Federico II il 26 dicembre 1194, il progetto monselicense sbarca quindi ad Altamura che, situata nella regione pugliese della Murgia, è una città ricca di storia e di fascino. Fondata dai Peuceti in epoca preromana, ha acquisito una particolare importanza durante il Medioevo grazie all’imperatore Federico II di Svevia, una delle figure più affascinanti della storia europea.
È stato un incontro di grande rilevanza quello del 7 agosto, al quale oltre alle istituzioni del territorio, hanno partecipato anche tutti gli stakholders legati al progetto, tra cui il Gruppo Storico Normanno Saraceno. In particolare, per Altamura erano presenti il sindaco Vitantonio Petronella, Angela Miglionico, Assessore alla Cultura di Altamura, Giuseppe Pupillo, storico locale, Francesco Tamborra, presidente Gruppo Storico Normanno Saraceno.
La delegazione di Monselice – arrivata il 6 agosto per visitare la città – era costituita dal Consigliere delegato alla Giostra di Monselice Luca Piccolo, da Paola Signoretto Presidente della Giostra, dai giornalisti Maurizio Drago (ideatore del Progetto) e Federica Pagliarone, addetta stampa Il Piatto di Federico II, dallo storico locale di Monselice, Riccardo Ghidotti e da Michele Pigozzo che ha seguito il percorso del piatto occupandosi del coinvolgimento dei ristoratori di Monselice, nella prospettiva di valorizzare la cucina in un’ottica di turismo territoriale.
Considerando il prestigio e la valenza dell’incontro si è collegato da remoto il Comune di Monselice, rappresentato dal sindaco Giorgia Bedin che ha sottolineato quanto per la città euganea – l’unica del Nord Italia a possedere una cinta muraria fatta realizzare dall’imperatore Federico II – siano importanti le iniziative legate alla Giostra, compreso il progetto il Piatto di Federico II: appuntamenti dedicati all’eredità federiciana che offrono lo spunto per ripercorrere la storia valorizzando anche la parte gastronomica, volta alla crescita economica e turistica della città e del territorio.
Altamura è una città che porta ancora oggi i segni della sua ricca storia e del suo legame con Federico II. La sua cattedrale, le tradizioni culinarie e la sua importanza storica la rendono un luogo di grande interesse per chiunque voglia approfondire la storia medievale italiana. L’eredità di Federico II vive ancora tra le sue mura, facendo di Altamura una città che racconta la storia di un imperatore illuminato e della sua visione per un regno prospero e multiculturale.
“Con l’obiettivo di ottenere una sempre più ampia visibilità e crescita del progetto Il Piatto di Federico II – ha dichiarato con orgoglio il Consigliere delegato alla Giostra di Monselice Luca Piccolo – proseguiamo il nostro percorso volto a dare lustro e valore all’iniziativa, esportandola nelle regioni italiane dove ha soggiornato l’imperatore. Dalla nostra esperienza sta emergendo che il nostro è un format vincente, che viene accolto con entusiasmo dalle amministrazioni comunali in quanto accrescere la conoscenza del territorio, dal turismo gastronomico a quello degli eventi e dell’arte. Sono fiero quindi di essere qui ad Altamura che, conosciuta per il suo pane DOP e per la splendida cattedrale, deve gran parte della sua rinascita medievale a Federico II. L’imperatore, infatti, noto per la sua cultura eclettica e per il suo spirito innovativo, decise di ricostruire e fortificare la città intorno al 1232. Questo atto fu parte di una più ampia strategia di controllo territoriale e di consolidamento del potere nel Regno di Sicilia, che allora comprendeva anche la Puglia”.
Federico II, soprannominato “Stupor Mundi” (meraviglia del mondo), aveva un’attenzione particolare per le città del suo regno. Egli non solo vedeva in Altamura un baluardo strategico, ma anche un centro culturale e di scambio. La sua visione urbanistica portò alla costruzione della cattedrale di Altamura, dedicata all’Assunta, uno dei più splendidi esempi di architettura sacra medievale in Puglia. La cattedrale, con la sua facciata gotica e il suo interno romanico, rappresenta un simbolo tangibile dell’influenza federiciana.
A tal proposito il Sindaco di Altamura, il prof. Vitantonio Petronella ha commentato così l’iniziativa: “La nostra città accoglie l’iniziativa enogastronomica di sviluppo turistico e culturale del territorio chiamata “Il Piatto di Federico II”. Altamura, città federiciana, non può non rientrare in questa iniziativa poiché nella sua storia e nelle sue radici ritroviamo cenni della cultura e del passato dell’imperatore. Già tanti altri sono gli eventi e gli appuntamenti che, durante l’anno, sono dedicati al periodo medievale e che accompagnano turisti e visitatori nel nostro territorio. Lo stesso Federico II di Svevia consentì la costruzione della Cattedrale, simbolo di cultura e bellezza per tutti. Basta alzare gli occhi, nel pieno centro antico, per ammirarne storia e tradizione”.
“Nella nostra Altamura, – ha ribadito a sua volta l’Assessora alla Cultura Angela Miglionico – Federico II di Svevia ha fatto costruire la Cattedrale, come segnale di ringraziamento per aver guarito i soldati malati di malaria, di passaggio da questo posto. Per celebrare la miracolosa guarigione, l’imperatore fece realizzare questa sede architettonica del potere laico ed ecclesiastico. Abbiamo accolto il progetto poiché si racconta che anche Federico II ci teneva al cibo e alla cultura enogastronomica. A tavola non parlava mai di guerre con i suoi commensali, i suoi pasti erano ricchi di legumi e carne che lui stesso cacciava. Non mancavano le verdure con tante erbe aromatiche, in particolare i funghi e i dolci fatti con le mandorle. Noi cittadini dobbiamo solo ringraziare l’imperatore per il valore culturale aggiunto che ha portato alla nostra città”.
Come già accennato una delle eccellenze di Altamura è il suo pane, rinomato per la sua qualità ed il suo sapore unico, derivato da una tradizione antica che utilizza grano duro coltivato nella regione. Federico II stesso apprezzava questo pane, tanto che si dice lo considerasse una delle specialità del suo regno.
“Crediamo – ha spiegato lo storico locale il prof. Giuseppe Pupillo, che oggi il pane di Altamura non abbia bisogno di ritrovare riscontri per la sua bontà̀ e genuinità̀ in un passato molto lontano o nelle leggende, come spesso accade. Del pane prodotto in area pugliese pare fosse molto ghiotto anche l’imperatore Federico II di Svevia. La sua pietanza preferita? Il pancotto, la cui preparazione era praticamente identica alla «ciallèdde» altamurana. I suoi cuochi lasciavano ammollare grandi fette di pane in un brodo ricavato dalla cottura della quintessenza della vegetazione spontanea della regione i cui profumi e sapori erano forniti da erbe come la caccialepre, la borragine, la ruchetta, il crespigno (o sivone), il finocchietto selvatico, la cicoriella e i cardoncelli. Tutto veniva poi condito con abbondante olio”.
“La rifondazione di Altamura da parte di Federico II di Svevia – ha proseguito Pupillo – è forse uno degli esempi più adeguati a cogliere il senso della nuova concezione politica dell’imperatore. L’accentramento del potere regio contro ogni realtà feudale lo portò a rivendicare al demanio dello Stato un vasto territorio nel cuore della Murgia barese con i suoi ricchi pascoli, le lame e le terre fertili che era stato l’agro di un antico centro abitato esistente in età normanna, ma già abbandonato dai suoi residenti. Guglielmo II re di Sicilia lo aveva in gran parte concesso alla chiesa di Santa Maria Nova di Monreale insieme alla città di Bitetto, unico possedimento peninsulare. Per evitare che la nuova Terra di Altamura potesse risvegliare le cupidigie dei signori delle città vicine, lo Svevo vi fece costruire ex novo tra il 1230 e il 1232 una chiesa, l’unica in tutto il suo Regno, libera ed indipendente da qualsiasi giurisdizione vescovile e arcivescovile. In questo modo annichilì il potere della vecchia feudalità, ma anche quella ecclesiastica delle diocesi circostanti”.
Interessante e significativo anche l’intervento dello storico di Monselice, Riccardo Ghidotti, che ha tracciato il profilo della Monselice che ha accolto l’imperatore nella primavera del 1239. Una comunità organizzata e ben degna d’essere scelta dal sovrano come sua Camera Speciale Imperiale, fregiandola dei colori imperiali, dotandola di speciale tipario e del Ferraiolo per i capifamiglia. Una felice stagione per Monselice, assegnando alla Città della Rocca un ruolo strategico sia come fortezza che come fulcro dinamico delle strategie politiche di espansione imperiale.
Ma l’ambizioso progetto non finisce qui: nei prossimi mesi il Piatto di Federico II arriverà infatti nella città di Palermo, il capoluogo siculo che deve molto all’imperatore, dove si affronterà l’argomento: “La contaminazione del cibo. Dai paesi africani e asiatici a quelli europei: la prima “globalizzazione” ai tempi di Federico II”.
Il “Il Piatto di Federico II” continuerà pertanto ad essere “esportato” nei luoghi simbolo dell’imperatore di Svevia promuovendo e incentivando la ristorazione del territorio, coinvolgendo i cuochi di ristoranti, trattorie, agriturismi e punti di ristoro, che si cimenteranno nella realizzazione del “Piatto” realizzato con ingredienti e prodotti in uso nel Medioevo, ai tempi dell’Imperatore: i cuochi e le rispettive ricette federiciane saranno i veri protagonisti delle città di riferimento e le regole che seguiranno verranno indicate dalla città di Monselice.
L’importanza della Cattedrale
La cattedrale di Altamura è non solo un luogo di culto, ma anche un monumento storico di grande rilevanza. Commissionata da Federico II, la sua costruzione riflette l’importanza che l’imperatore attribuiva alla religione e all’arte. La cattedrale, completata nel 1254, è caratterizzata da un portale riccamente decorato, da un rosone centrale e da interni sobri ma solenni. La sua costruzione rappresenta una fusione di stili architettonici che riflettono le varie influenze culturali presenti nel Regno di Sicilia sotto il dominio di Federico II.
Federico II: un imperatore illuminato
Federico II non era solo un uomo di potere, ma anche un mecenate delle arti e delle scienze. Parlava diverse lingue, era appassionato di falconeria, e fondò l’Università di Napoli nel 1224, la prima università statale laica del mondo occidentale. La sua corte era un centro di cultura dove si incontravano intellettuali provenienti da tutta Europa e dal mondo arabo. Ad Altamura, Federico II promosse non solo l’architettura, ma anche l’agricoltura e il commercio, trasformando la città in un centro prospero. La sua politica di tolleranza religiosa favorì la convivenza di diverse comunità, inclusi cristiani, ebrei e musulmani, rendendo la città un esempio di coesistenza pacifica in un’epoca spesso caratterizzata da conflitti religiosi.