Presentata a Parma la settima edizione dello studio annuale ideato da Roberta Garibaldi docente all’Università di Bergamo e presidente Aite – Associazione Italiana Turismo Enogastronomico con il supporto di Visit Emilia e Valdichiana Living

Il giornalista Andrea Guolo mentre presenta il convegno

La giornata parmigiana dedicata alla presentazione della settima edizione del report annuale curato dalla professoressa Roberta Garibaldi ha visto Andrea Guolo, Presidente dell’ Associazione regionale giornalisti specializzati in agricoltura, alimentazione e ambiente dell’ Emilia-Romagna aprire i lavori al quale è seguito il saluto istituzionale di Alessandro Fadda, Presidente della Provincia di Parma.

Da Bruxelles l’intervento di Nardella

Sono intervenuti poi in video l’europarlamentare europeo Dario Nardella, della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale  e la professoressa Alessandra Gallone, consigliere del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Le parole del presidente della Provincia di Parma Alessandro Fadda

Alessandro Fadda

“La nostra Provincia – ha dichiarato Alessandro Fadda Presidente della Provincia di Parma– può offrire una rete di musei di primissimo livello, come i Musei del Cibo, in grado di attrarre, nel solo 2024, oltre 30mila visitatori. Sono luoghi che accolgono il turista e lo accompagnano nella scoperta di eccellenze uniche come il Parmigiano Reggiano, il Prosciutto di Parma, il culatello, il salame Felino, i vini dei Colli, la pasta, il pomodoro, il fungo porcino di Borgotaro ed il tartufo di Fragno. Come Provincia crediamo in forme di turismo sostenibile che affiancano alla conoscenza delle prelibatezze enogastronomiche anche la valorizzazione dei luoghi della cultura e della natura tramite percorsi ciclabili. L’obiettivo è quello di mettere in rete tutti i comuni del Parmense affinché ciascuno possa far emergere le proprie peculiarità”. All’incontro erano presenti anche  Igino Morini che si occupa della promozione territoriale del Consorzio del Parmigiano Reggiano e Matteo Cavalli responsabile dell’ufficio stampa del Consorzio del Prosciutto di Parma.

Il focus principale del Rapporto edizione 2024, che ha visto l’intervento anche di Francesco Pecci dell’Università di Verona-  ha posto l’accento sulle azioni necessarie per trasformare un business già consolidato in uno strumento strategico nazionale per lo sviluppo armonico del territorio, rivitalizzando i borghi e le aree rurali.  Il turismo enogastronomico continua a crescere in modo significativo, registrando un +12% rispetto al 2023 e un +49% rispetto al 2016 tra chi sceglie cibo, vino, olio e prodotti tipici come motivazione primaria per viaggiare. Questo settore ha oggi un valore economico stimato di 40,1 miliardi di euro, con la Toscana ai vertici tra i turisti italiani.

Roberta Garibaldi mentre illustra il “Rapporto”

“Credo fermamente che le potenzialità di questo tipo di turismo –ha commentato Roberta Garibaldi che ha illustrato il Rapporto nel suo complesso– non siano ancora del tutto espresse: può diventare una risposta strategica all’ overtourism e uno strumento per valorizzare borghi e aree rurali, come ho evidenziato nel Rapporto.

I dati più significativi del Rapporto

L’Emilia-Romagna anche se viene scelta sempre più dai turisti che amano il cibo  si trova al secondo posto dopo la regione Toscana nella classifica delle mete visitate nei più recenti viaggi enogastronomici degli italiani, con il 30,8% delle preferenze. Guardando alle intenzioni future di viaggio, il balzo in un solo anno è importante: se nel 2023 il 16% dei turisti italiani l’aveva indicata come destinazione, nel 2024 siamo al 25,6% segnando +9,6%. Se in generale nel comparto turistico post Covid si evidenziano, in particolare tra i turisti italiani, i primi segnali di flessione, c’è una specifica categoria che continua a crescere e lo fa a doppia cifra: si tratta del turismo enogastronomico. 

I dati del Rapporto stilato con il supporto di Visit Emilia e Valdichiana Living, certificano che si è ulteriormente consolidato il legame tra gli italiani e il viaggio alla ricerca di cibo, vino, olio e tutte le altre tipicità agroalimentari del territorio italiano. Il 70% degli intervistati dichiara infatti di aver svolto almeno una vacanza negli ultimi tre anni con questa motivazione primaria

Come nei semestri passati, l’enogastronomia si conferma fra le esperienze più desiderate anche per i turisti europei: il 15,3% della popolazione del Vecchio Continente (circa 20,6 milioni di potenziali turisti) ha intenzione di affrontarle nei viaggi in programma per questa stagione invernale, a prescindere dalla tipologia di viaggio (mare, city break, culturali e outdoor). Ed è alto anche l’interesse per le mete e le attrazioni a tema cibo dei mercati long-haul: in particolare svettano le destinazioni del Far East (Giappone, Corea del Sud, Cina) e il Brasile. 

I nuovi profili 

Oggi i turisti ricercano nell’enogastronomia in viaggio una molteplicità di aspetti, sono accomunati da motivazioni ed interessi che trascendono i tradizionali profili. Dal Rapporto emergono cinque nuove tribù enogastronomiche: 

  • I Ricercatori (42,1%), che viaggiano per provare nuove esperienze enogastronomiche, entrare in contatto con la comunità locale ed immergersi nella cultura della meta visitata.

  • I Festaioli (23%), turisti che si avvicinano con una certa “leggerezza” all’enogastronomia, vista come una “scusa” per stare in compagnia e divertirsi.

  • Gli Intellettuali (19%), il cui motto è “viaggiare per arricchire il proprio bagaglio culturale”.

  • I Figli dei Fiori (11,5%), che vedono nel viaggio enogastronomico un’occasione per pensare al proprio benessere psico-fisico e volersi bene.

  • Gli Edonisti (4,3%), che decidono di compiere un viaggio enogastronomico per concedersi un lusso.

LE PAROLE CHIAVE

Il vino (con il 38,1% delle preferenze) è considerato il prodotto più rappresentativo dell’Italia in ambito agroalimentare. Seguono nell’immaginario collettivo nazionale delle icone enogastronomiche del Belpaese l’olio extravergine di oliva (24%), la pizza (22%), la pasta (15%) e i formaggi (11%). A questa ricchezza si unisce la percezione diffusa di un patrimonio unico, genuino, diffuso sull’intero territorio e di qualità.

LE CUCINE DEL CUORE

Grazie alla collaborazione con The Fork, il Rapporto 2024 ha mappato le cucine regionali più diffuse. In Italia spicca quella toscana (17,3% dei ristoranti della piattaforma), seguita dalla cucina piemontese e da quella siciliana. All’estero emerge la forza della cucina campana/napoletana. 

Tutti i relatori della giornata

L’IMPATTO ECONOMICO

Quanto vale il turismo enogastronomico? Per la prima volta il Rapporto fornisce una risposta grazie alla collaborazione con Economics Living Lab, spin-off dell’Università di Verona. L’impatto economico e sociale è significativo, contribuendo a oltre 40 miliardi di euro all’economia italiana nel 2023 – di cui 9,2 diretti, 17,2 indiretti e 13,7 di indotto –, con un rapporto benefici/costi pari a 6,9, confermandosi importante per l’economia italiana, con un forte potenziale di crescita e un ruolo non secondario nell’occupazione e nella distribuzione del reddito

TURISMO STRATEGICO, LE AZIONI PER COMPETERE

Per esplodere pienamente il potenziale del turismo enogastronomico, il Rapporto 2024 si conclude con una parte propositiva, la più corposa e completa nella storia ormai settennale dello studio ideato da Roberta Garibaldi.

Dieci le azioni proposte

  1. Consentire alle imprese agricole e produttive di esercitare le attività turistiche a 360 gradi senza vincoli normativi.

  2. Agevolare le assunzioni nonché la possibilità di collaborazioni flessibili con figure professionali specializzate, disponibili a chiamata, per supportare le imprese nella gestione turistica e nella creazione di esperienze e i percorsi di rete.

  3. Creare musei nazionali del cibo, dedicati a eccellenze italiane come il vino, l’olio e la pizza.

  4. Migliorare l’accessibilità e i collegamenti verso le aree rurali e interne, con soluzioni innovative e sostenibili che prevedano formule ad hoc per le destinazioni interne e rurali con assenza di mezzi pubblici e taxi.

  5. Introdurre l’educazione alimentare nei corsi scolastici, per diffondere cultura sul patrimonio enogastronomico, per dare indicazioni sui principi di sana alimentazione.

  6. Sostenere percorsi per formare professionisti capaci di mettere in rete i produttori, creare e guidare percorsi turistici e supportare le aziende nella commercializzazione delle esperienze.

  7. Favorire la digitalizzazione delle esperienze e l’adozione dell’intelligenza artificiale per la gestione turistica, garantendo supporto ai piccoli produttori per superare eventuali divari tecnologici.

  8. Innovare la governance, oggi troppo frammentata: creare un soggetto inclusivo per definire congiuntamente strategie ed azioni di promozione tra i diversi attori coinvolti (assessorati, Camere di Commercio, DMO, strade del vino, consorzi di produttori, distretti del cibo).

  9. Sviluppare un sito nazionale dedicato al turismo enogastronomico e creare un ufficio stampa internazionale dedicato alla gastronomia italiana.

  10. Potenziare la presenza dell’Italia nei circuiti di eventi internazionali, come i 50 Best Restaurants, e promuovere l’organizzazione di fiere e saloni B2B dedicati al turismo enogastronomico.

Le considerazioni finali di Roberta Garibaldi

“Queste azioni – conclude Roberta Garibaldi – rappresentano i pilastri per trasformare il turismo enogastronomico in un volano di crescita sostenibile, capace di esaltare le identità territoriali, promuovere l’innovazione e garantire benefici economici, sociali e ambientali. Il successo di queste iniziative richiederà una stretta collaborazione tra istituzioni, operatori e comunità locali, ponendo il turismo enogastronomico italiano come modello di eccellenza a livello internazionale”.

I commenti di  Simone Fornasari, Presidente di Visit Emilia e di Michele Angiolini, Sindaco di Montepulciano, comune capofila dell’ambito turistico Valdichiana Senese

Simone Fornasari, Presidente di Visit Emilia:L’Emilia è una destinazione ideale per il turismo enogastronomico e il territorio di Visit Emilia, la Food Valley italiana, tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia è dal punto di vista dell’enogastronomia un vero patrimonio culturale. Grazie ai tanti prodotti tipici DOP e IGP, le eccellenze riconosciute in tutto il mondo, come il Parmigiano Reggiano, il Prosciutto di Parma, i Salumi Piacentini, l’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia, i vini, e grazie alle esperienze legate al cibo, organizzate dai produttori della Rete Food&Wine di Visit Emilia, i viaggiatori trovano racchiusi in pochi chilometri il meglio dell’Italia in tavola”.

Michele Angiolini

Anche per l’edizione 2024 della pubblicazione, la Valdichiana Senese (in Toscana) conferma il supporto al progetto attraverso la suaDMO Valdichiana Living. “Siamo orgogliosi di contribuire nuovamente alla pubblicazione del Rapporto – afferma Michele Angiolini, Sindaco di Montepulciano, comune capofila dell’ambito turistico Valdichiana Senese – Nella nostra destinazione, il turismo enogastronomico rappresenta non solo uno strumento di sviluppo socio-economico, ma anche un valido alleato nella tutela del territorio, una necessità che avvertiamo come sempre più prioritaria in un’area rurale come la Valdichiana Senese. La ricerca di Roberta Garibaldi ci fornisce ancora una volta spunti di riflessione importanti per rendere sempre più competitiva la proposta turistico-enogastronomica locale, senza perdere di vista la necessità di preservarne le specificità”.