La premier Meloni al summit della Fao incontra il segretario Onu e gli assicura che l’Italia manterrà in cima all’agenda G7 il tema dell’alimentazione
Alfonso Pecoraro Scanio a sostegno dei contadini del mondo riuniti a Roma
Roma dal 24 al 26 luglio ha ospitato infatti l’evento “UN Food Systems + 2 Stocktaking Moment”, un vertice di livello internazionale in cui sono stati dibattuti e sviscerati temi di grande urgenza come la nutrizione, il cambiamento climatico, la sicurezza alimentare. L’appuntamento ha rimarcato l’importanza di agire a fronte di “sistemi alimentari globali rotti”, così li ha definiti il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres in apertura dell’incontro, ma ha anche ribadito che la trasformazione dei sistemi alimentari è fondamentale per ridurre le emissioni di CO2 e rendere ancora possibili gli Accordi di Parigi sul clima, obiettivi che richiedono anche “la cooperazione delle grandi aziende alimentari e agricole”. Ma diamo alcune notizie dell’incontro di Roma.
La premier Meloni e il segretario dell’ONU
«La sicurezza alimentare sarà una priorità anche nell’agenda del G7, durante la nostra Presidenza il prossimo anno». Palazzo Ghigi, in una nota scrive che “guarda avanti”, la premier Giorgia Meloni. E durante il vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi alimentari, svoltosi nel palazzo della Fao a Roma, assume l’impegno di continuare a tenere in alto, nell’agenda dei Grandi della Terra, uno dei dossier più forieri di implicazioni a livello globale. Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres la ascolta con attenzione. I due poi si incontrano a quattr’occhi, in un bilaterale in cui – riferisce Palazzo Chigi – si rinnovano «la solidità dei rapporti tra l’Italia e le Nazioni Unite e il forte impegno del governo nell’agenda multilaterale». Dopo la Conferenza internazionale di domenica su sviluppo e migrazioni, Meloni affronta un’altra tappa del tour de force politico-diplomatico, che culminerà nei prossimi giorni nella visita negli Usa, su invito del presidente Joe Biden. E, davanti alla platea degli alti dignitari della Fao e delle diplomazie straniere, auspica che proprio da Roma parta «una nuova fase nel cammino verso la sicurezza alimentare globale», un viaggio ispirato al «futuro, all’innovazione, alle nuove tecnologie», ma «con le radici ben piantate nella nostra storia e nella nostra identità».
Cooperazione «non predatoria»
Nel suo intervento, la premier spazia da un elogio dell’agricoltura di Marco Tullio Cicerone («Di tutte le arti dai cui si ricava qualche profitto, nessuna è migliore dell’agricoltura, nessuna più redditizia, più dolce, più degna di un uomo libero ») a una citazione bergogliana: «Il nostro obiettivo è assicurare a tutti il diritto a non dover emigrare, ossia la possibilità di vivere in pace nella propria terra. Non sono parole mie, ma di Papa Francesco che ha chiesto alla comunità internazionale di impegnarsi per codificare questo diritto». Nella due giorni di vertici, il leit motiv meloniano è quello della creazione di «un modello di cooperazione non predatorio con i Paesi africani, per garantire loro la possibilità di vivere delle loro risorse». L’Africa non è un continente povero, ma sfruttato, argomenta la presidente del Consiglio, ricordando come il «50% delle sue terre sia coltivabile e in grado di alimentare la popolazione».
Clima: Pichetto alla FAO, cruciale trasformazione sistemi agroalimentari
“La trasformazione dei sistemi agro-alimentari è cruciale per gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Servono scelte forti e innovative che rilancino e uniscano la diplomazia climatica con quella alimentare”. Lo ha detto il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, intervenendo al Secondo Vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari sostenibili in corso nella sede della FAO a Roma.
Nel corso della sessione “sistemi alimentari e azione climatica”, il Ministro ha ricordato che “l’agroalimentare è un’importante fonte di emissioni di gas serra”, essendo allo stesso tempo “sempre più vulnerabile e colpito dai cambiamenti climatici”. “Servirà investire molte più risorse, sia pubbliche che private – ha detto – per migliorare la sostenibilità climatica e ambientale e per rafforzare la capacità di trasformazione del settore agroalimentare”.
“Con l’aumento dell’impatto del cambiamento climatico – ha proseguito Pichetto – è sempre più urgente esplorare soluzioni innovative e tecnologiche che supportino la filiera agricola sia nella produzione che nei consumi, verso scelte che abbiano un impatto positivo sull’ambiente”. “Nella sfida climatica anche i consumatori giocano un ruolo fondamentale”, perché “le nostre scelte alimentari condizionano fortemente sistemi produttivi. Ogni consumatore deve poter avere accesso a cibo sano e sostenibile, ed essere in grado di sceglierlo proveniente da filiere corte, locali e tradizionali”.
Il Ministro ha anche ricordato “il ruolo fondamentale dei giovani nel rendere i sistemi alimentari più sostenibili e resilienti alla crisi climatica”. In proposito, Pichetto ha evidenziato l’impegno italiano a “promuovere soluzioni guidate dai giovani nella lotta alla crisi climatica” anche nell’ambito dei “partenariati globali e intergenerazionali”. In questa direzione, ha concluso, si colloca “l’iniziativa Youth4CLimate, che avremo l’onore di ospitare ad ottobre a Roma, e rappresenta un’importante opportunità per giovani, istituzioni e settore privato di collaborare insieme verso un futuro più sostenibile”.
Pecoraro Scanio alla mostra in occasione del Food Summit Onu
Il presidente della Fondazione Univerde, Alfonso Pecoraro Scanio, presente a Roma a sostegno degli agricoltori provenienti dai diversi continenti per esporre e far conoscere le loro specialità locali da salvare dall’estinzione.
Alcuni produttori agricoli provenienti da tutto il mondo della World Farmers Coalition
Coldiretti: In Italia persi 3 frutti su 4 i Sigilli Campagna Amica salvano Biodiversità
In Italia sono scomparse dalla tavola tre varietà di frutta su quattro nell’ultimo secolo, ma la perdita di biodiversità riguarda l’intero sistema agricolo e di allevamento con il rischio di estinzione che si estende dalle piante coltivate agli animali allevati. E’ quanto afferma la Coldiretti, all’apertura della mostra mercato “internazionale” di Campagna Amica a Roma in occasione del Food Summit Onu, con gli agricoltori provenienti dai diversi continenti per esporre e far conoscere le loro specialità locali da salvare dall’estinzione.
Una intera giornata dedicata alla conoscenza di cibi sani e locali provenienti da tutti i continenti e alla necessità di tutelare il reddito di agricoltori, allevatori e pescatori a livello globale. Dalle 8.000 varietà di frutta presenti lungo la Penisola – sottolinea Coldiretti – si è scesi a poco meno di 2.000 e di queste ben 1.500 sono considerate in pericolo anche per effetto dei moderni sistemi della distribuzione commerciale che privilegiano le grandi quantità e la standardizzazione dell’offerta. Ma la perdita di biodiversità e il rischio di estinzione ha riguardato l’intero sistema agricolo e di allevamento.
Un pericolo – secondo la Coldiretti – per i produttori ed i consumatori per la perdita di un patrimonio alimentare, culturale ed ambientale del Made in Italy, ma anche un attacco alla sovranità alimentare. E proprio per questo che l’agricoltura italiana ha invertito la rotta negli ultimi anni ed è diventato il Paese più green d’Europa anche grazie alla legge di orientamento approvata nel 2000 che ha favorito la multifunzionalità delle aziende agricole garantendo uno sbocco di mercato alle produzioni agricole con la vendita diretta ai consumatori.
Una opportunità che ha consentito di salvare dall’estinzione attraverso i Sigilli di Campagna Amica ben 418 cibi antichi, grazie alla più grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina mai realizzata nel Belpaese Un’azione di recupero importante della biodiversità – continua la Coldiretti – si deve infatti in Italia ai nuovi sbocchi commerciali creati dai mercati degli agricoltori e dalle fattorie di Campagna Amica attivi in tutte le Regioni e che hanno offerto opportunità economiche agli allevatori e ai coltivatori di varietà e razze a rischio di estinzione che altrimenti non sarebbero mai sopravvissute alle regole delle moderne forme di distribuzione, esposti alla mostra mercato internazionale a Palazzo Rospigliosi.
Si va dalla Saba, un condimento tipico usato in Emilia Romagna, ottenuto dal mosto appena pronto, al miele di Sulla della Basilicata – spiega Coldiretti – che si ricava dalla Sulla, una pianta leguminosa che in agricoltura viene spesso utilizzata per lasciare a riposo ed arricchire i terreni. Ma ci sono anche le varietà di mais antico, come il corvino dal caratteristico colore nerastro, lo spin o il marano dalle caratteristiche organolettiche e nutraceutiche straordinarie con un contenuto di carotenoidi e più in generale di antiossidanti così elevato da farne degli ottimi alleati per la salute e la lotta all’invecchiamento cellulare.
L’Italia – sottolinea la Coldiretti – è l’unico Paese al mondo con 5547 prodotti alimentari tradizionali censiti, 320 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 526 vini Dop/Igp ma è anche leader in Europa con quasi 80mila operatori nel biologico. Sul territorio nazionale oggi ci sono 504 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi e su 533 varietà di olive contro le 70 spagnole. Senza dimenticare la riscoperta di grani antichi e dei frutti antichi mentre grazie all’impegno dell’Associazione italiana Allevatori (Aia) con il Progetto Leo, acronimo di ‘Livestock Environment Opendata’, ad esempio si stanno valorizzando ben 58 razze bovine per un totale di oltre 3 milioni e 130 mila animali, 46 ovine (oltre 52 mila e 800 animali) e 38 caprine (121 mila animali). Un patrimonio messo a rischio dai bassi compensi riconosciuti agli allevatori e dagli attacchi della fauna selvatica che spinge all’abbandono delle aree interne e montane.
“La difesa della biodiversità non ha solo un valore naturalistico ma è anche il vero valore aggiunto delle produzioni agricole Made in Italy” ha dichiarato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini del sottolineare che “investire sulla distintività è una condizione necessaria per le imprese agricole di distinguersi in termini di qualità delle produzioni e affrontare così il mercato globalizzato salvaguardando, difendendo e creando sistemi economici locali attorno al valore del cibo”.