Gli amministratori conunali del delizioso borgo del viterbese, contano di chiudere il quarto weekend della Festa della Castagna, in programma il 31 ottobre e l’1-2-3 novembre, con un bilancio di oltre ventimila visitatori

La castagna di Vallerano Dop, regina della valle del Cimino, si avvia a chiudere il 31 ottobre e l’1-2-3 novembre il quarto weekend da protagonista nell’omonimo borgo del Viterbese con la “Festa della Castagna”, kermesse dal ricco programma giunta alla 22esima edizione. “La manifestazione, cresciuta di anno in anno, fu istituita in seguito al riconoscimento della Denominazione Dop alla nostra castagna”, ha raccontato Luca Poleggi, vicesindaco di Vallerano, che con i responsabili della Pro Loco e dell’associazione culturale Kalipè ha accolto i giornalisti in press tour nel delizioso borgo dalla storia secolare e che si erge su uno sprone tufaceo con vari ambienti ipogei che raccontano ai visitatori al vita contadina di una volta. “Ancora oggi – ha aggiunto il vicesindaco – la castagna di Vallerano è l’unica in Italia ad avere la denominazione Dop”.

La Castagna di Vallerano è un frutto gustoso, dalla polpa bianca, croccante e dal sapore dolce, è resistente alla cottura e presenta ottime caratteristiche organolettiche

Difatti nei quattro weekend della Festa della Castagna è protagonista nelle cantine del borgo scavate nel tufo dove sono proposti ai visitatori menu a base di castagne annaffiati da buon vino locale.

Ma la buona tavola non è l’unica offerta di una festa che il Comune di Vallerano ha voluto via via arricchire di significati ed esperienze. E quindi nei quattro weekend della Festa (il programma è consultabile sul sito www.festacastagna.it) sono proposte visite guidate alle belle chiese del borgo, a cominciare dal Santuario della Madonna del Ruscello (edificato nel 1600 in seguito al miracolo di un’immagine della Madonna su un’edicola di campagna in restauro a cui sgorgò sangue dalla bocca), per continuare con la chiesa di San Vittore e la chiesa di Sant’Andrea. In occasione della Festa, al Palazzo della Cultura è stata allestita anche “60 per Arte”, mostra itinerante dei pittori della Tuscia al Palazzo della Cultura e alla Sala Bigiaretti (Corrado Alvaro e Libero Bigiaretti trascorrevano lunghi periodi a Vallerano che ancora li ricorda con il Premio letterario Avaro-Bigiaretti, ndr). La tradizione gastronomica del territorio è poi rappresentata nei quattro weekend della manifestazione da laboratori didattici della cucina valleranese che insegnano i segreti di squisitezze come le fricciolose, i culitonni e i ciciliani. Il divertimento è inoltre assicurato per grandi e piccoli con giochi popolari, cacce al tesoro, spettacoli musicali e di sbandieratori.

Negli anni la manifestazione è cresciuta – ci ha detto il vicesindaco Poleggi e quest’anno è cresciuta ulteriormente; il comune ne ha infatti voluto riconoscere il valore pubblico affidando l’organizzazione a un comitato di associazioni locali che si occupano prevalentemente di cultura e promozione turistica. Queste associazioni hanno deciso di dargli un taglio diverso, esperienziale, non solo quindi pranzare nelle cantine tufacee, ma partecipare a laboratori di cucina, vedere come si realizza una ricotta, partecipare a giochi popolari, visitare ai nostri gioielli architettonici e le nostre mostre. Insomma, l’obiettivo è che chi viene alla nostra Festa, torni a casa dicendo “ho vissuto una esperienza che mi piacerebbe ripetere”.

Vivere in un piccolo paese – conclude il vicesindaco di Vallerano – significa magari non avere tutte le comodità ma possiamo spingere molto forte sulla nostra identità, che vogliamo condividere con chi viene a visitarci. Anche in questa edizione siamo soddisfatti del riscontro ottenuto, prevediamo di chiudere i quattro weekend con oltre ventimila visitatori”.