I risultati del primo triennio di sperimentazione dell’innovativo sistema “Fruclass”
La filiera grano duro-semola-pasta è sempre più coesa e si candida a vincere la sfida dell’aggregazione e dell’innovazione, mettendo in campo una metodologia di rating delle produzioni che getti le premesse per poter scrivere una pagina nuova sul versante della determinazione del prezzo, con positive ripercussioni, a cascata, su tutti gli attori della filiera e sui consumatori, derivanti dall’individuazione di parametri condivisi e oggettivi per definire la qualità.
Il sistema “Fruclass”, infatti, ideato dall’Università degli Studi della Tuscia su impulso delle associazioni firmatarie del protocollo d’intesa “Filiera grano duro-pasta di Qualità”, ovvero Alleanza Cooperative Agroalimentari, Assosementi, Cia-Agricoltori Italiani, COMPAG, Confagricoltura, Copagri, Italmopa – Associazione Industriali Mugnai d’Italia e i pastai di Unione Italiana Food, ha permesso per la prima volta in Italia la restituzione in tempo reale di uno spaccato territoriale dei risultati delle campagne granarie 2019, 2020 e 2021, grazie all’elaborazione dei conferimenti di oltre 70 centri di stoccaggio dislocati lungo l’intera Penisola e all’analisi dei dati di oltre 410mila tonnellate di grano duro.
Alla presentazione anche Centinaio e Gallinella
Con tale innovazione, della quale sono stati presentati oggi – alla presenza del sottosegretario alle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio e del presidente della Commissione Agricoltura della Camera Filippo Gallinella – i risultati del primo triennio di sperimentazione (consultabili su http://granoduropasta.unitus.it/), è stata individuata una soglia di ingresso nell’area della qualità, definita da parametri fissi concertati tra tutti i rappresentanti della filiera, ovvero il 13% di proteina e 78 kg/hl di peso specifico, ed è stato elaborato un sistema di classificazione del grano di alta qualità ponderato sui risultati della singola annata; è stato così dimostrato che si può definire un riferimento nazionale con cui distinguere in modo oggettivo le classi di qualità e quotare la produzione italiana.
“Sulla base di questi parametri è stato testato un sistema di identificazione di una soglia di accesso alle classi di alta qualità che tiene in considerazione la distribuzione del grado proteico e del peso specifico dei conferimenti di grano duro, permettendo di distinguere in ogni annata i valori oltre i quali riconoscere determinate e concordate premialità”, hanno spiegato le associazioni firmatarie del protocollo d’intesa “Filiera grano duro-pasta di Qualità”, il cui auspicio è che “in uno scenario di ampia diffusione di ‘FRUCLASS’ si arrivi ad avere una filiera che a fine luglio attende il dato finale della campagna e prende coscienza della classe di qualità entro la quale potrà collocare il prodotto”.
“Il sistema, ideato da un gruppo di ricercatori coordinato dal Prof. Emanuele Blasi del DIBAF dell’Università della Tuscia con il concorso delle associazioni firmatarie del Protocollo, costituisce un supporto indispensabile per la filiera, che può così verificare in corso d’opera l’effetto delle pratiche agronomiche proposte, andando a definire strategie dagli obiettivi misurabili e verificabili”, hanno evidenziato le sigle della filiera, secondo cui “’FRUCLASS’ rappresenta una bussola indispensabile per non perdere la rotta tracciata dai contratti di filiera e per avere dei riferimenti condivisi con cui indirizzare e distribuire la premialità”.
“’FRUCLASS’ è un sistema ambizioso e innovativo, che ha puntato a riconoscere e a premiare quanti nel nostro Paese tutelano e garantiscono l’approvvigionamento di materia prima nazionale di qualità”, ha affermato il sottosegretario del Dicastero delle Politiche Agricole Centinaio. “Con questa piattaforma è stato fatto un importante lavoro come filiera grano duro-semola-pasta, con il quale si è andati a dare una risposta concreta per la crescita del settore e per andare incontro alle richieste dei consumatori, che vogliono sempre di più materie prime e prodotti Made in Italy”-
“Mi complimento per questa operazione di monitoraggio che va avanti da anni e che dimostra come la qualità si può raggiungere premiando al contempo i produttori”, ha evidenziato Gallinella. “Per fare un buon prodotto, tutta la filiera deve lavorare in maniera ottimale con prodotti di livello, ma senza un monitoraggio costante non si può raggiungere l’eccellenza che contraddistingue il Made in Italy, perché è sulla qualità e non sulla quantità che possiamo giocare in maniera vincente la nostra partita. L’auspicio è che ciò diventi un sistema utilizzato dal Paese”.