Nella moda si chiamano vintage, nell’arredamento si passa dall’antiquariato al brocantage, e per le ricette che furono? Regionali, della tradizione, della nonna, del passato (prossimo, remoto e imperfetto!), antiche …
C’è chi conserva ricettari scritti a mano, diari antesignani degli attuali blog, magari un po’ spaginati, ma sicuramente preziosi per il passaggio in famiglia da una generazione all’altra di piatti imparati, gustati e reinventati, dove a volte si nasconde ‘l’ingrediente segreto’, quel tanto o quel poco di personalizzazione che è riuscito a dare alla ricetta un vezzo differente che potrebbe tuttora indurre alla retorica esternazione: “Ma come lo faceva la mia mamma, la nonna, la zia, il salumaio, il mio fornaio … nessuno mai!”.
Di archeologia culinaria, di archeogastronomia non se ne parla da molto, ma il ritrovamento negli scavi di Pompei di un Termopolio con recipienti per cibo da strada, ha avviato la diffusione di questi due neologismi.
E senza andare così lontano nel tempo e senza formalizzarci tanto per i periodi storici, di Indiana Jones impegnati nella ricerca del piatto perduto, ne abbiamo trovati nove, attrezzati e appassionatamente determinati nello scavare e scovare ricette non proprio così consuete e così diffuse: una squadra, un team, che si identifica con una titolazione da ricercatori culinari, “Le ricette dimenticate”.
Patrizia Rimoldi, ideatrice del progetto @lericettedimenticate
“Dimenticate perché andate in disuso, dimenticate perché non sono più sintonizzate sui nostri gusti contemporanei orientati a una cucina fast-fusion, prêt a porter, prêt a manger”, afferma la foodblogger- giornalista Patrizia Rimoldi, aka@lagaiacucinadipatty, l’ideatrice del progetto che ha chiamato a raccolta altri colleghi per procedere insieme al recupero di ricette rimaste in un angolo nascosto della memoria, cucinare i piatti scovati e renderli noti attraverso un profilo Instagram che porta il nome del progetto, @lericettedimenticate.
Gli ‘scavi’ nella memoria sono collocati in aree geografiche differenti, non solo italiane e sono affidati alle capacità di ricerca dei componenti del team: Paolo Bortolussi, Katia Pagano Mariano, Mirella Sinatra, Terry Giannotta, Silvia Maggioni, Raffaele Micillo in coppia con Carmen Barbato, Simona Armenise e Daniela Ferrando con i suoi cimeli linguistici da foodcultural.
Il profilo Instagram dedicato è diventato una sorta di esposizione museale dei reperti scovati dove chiunque può attingere per rinverdire le memorie sfuggite, replicarle scoprendo poi che quel gusto ha risvegliato un folto assortimento di ricordi: momenti di famiglia a tavola, pentole che sobbollono, impasti che lievitano, sughi da mescolare, legumi da ammollare, ma anche tovaglie bianche con trama jacquard, posate dal manico di malachite, taglieri graffiati, i piatti Laveno della festa bordati in oro, risate sommesse con tanti intorno a una tavola a complimentarsi con chi si è fatto della cucina il suo regno di soddisfazione.
L’ha scritto la scrittrice inglese Margaret Fairless Barber: “Guardare indietro è un po’ come rinnovare i propri occhi, risanarli. Renderli più adeguati alla loro funzione primaria, guardare avanti”.
È quindi anche nel ricordare, nello scoperchiare dall’oblio i riti quotidiani, i sapori e i profumi di una cucina che è stata, che prenderà luce il presente della nostra tavola.
Il gruppo @lericettedimenticate
“Le ricette dimenticate” è composto da un gruppo di foodlogger, ma non solo che si è prefissato lo scopo di riportare alla luce dai veli della memoria, piatti che non appaiono più o non così spesso sulle nostre tavole. Sono dimenticate perché andate in disuso, dimenticate perché non sono più sintonizzate sui gusti contemporanei orientati a una cucina fast-fusion, prêt a porter, prêt a manger. La foodblogger- giornalista Patrizia Rimoldi, aka @lagaiacucinadipattyha ideato il progetto e ha chiamato a raccolta altri colleghi per procedere insieme al recupero di ricette rimaste in angoli nascosti del passato, cucinare quindi i piatti scovati e renderli noti attraverso un profilo Instagram che porta il nome del progetto, @lericettedimenticate.
Gli ‘scavi’ nella memoria sono collocati in aree geografiche differenti, non solo italiane e sono affidati alle capacità di ricerca dei componenti del team: Paolo Bortolussi, Katia Pagano Mariano, Mirella Sinatra, Terry Giannotta, Silvia Maggioni, Raffaele Micillo in coppia con Carmen Barbato, Simona Armenise, Daniela Ferrando con i suoi cimeli linguistici da foodcultural, Loredana Fumagalli SMM, Pr e Ufficio stampa.