L’anno scorso il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli all’inaugurazione de Le Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona aveva dichiarato: «È un’idea malsana dare un colore al cibo ed etichettarlo per buono o cattivo senza un metodo scientifico reale» .
Una constatazione che si basava su dati certi. Con l’etichettatura a colori del Nutriscore la nostra produzione agroalimentare correva un pericolo enorme.
Nonostante gli allarmi di tutte le forze politiche, degli organismi territoriali degli agricoltori e dei Consorzi di tutela i prodotti made in Italy sono ancora una volta nella lista nera di Nutriscore, il sistema di etichette “salutari” francesi ha messo nel mirino, come prodotti considerati nocivi, tutti gli alcolici compresi il vino e la birra.
L’etichetta ideata in Francia, come è ormai noto, utilizza l’immagine di un semaforo, assegna un colore, e dunque un “via libera” o meno, ad ogni alimento in base al livello di zuccheri, grassi e sale, calcolati su una base di riferimento di 100 grammi di prodotto.
Un sistema adottato già da diversi Paesi e che penalizza formaggi, carne, l’olio d’oliva e appunto il vino. Nato come logo informativo nel 2014 messo a punto da ricercatori indipendenti specializzati in alimentazione è al centro di un duro scontro politico. Con l’Italia che da tempo ha detto NO.
Ora la goccia che ha fatto traboccare il vaso è la stretta sugli alcolici.
Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti
«Ora abbiamo veramente superato ogni limite. Serve un chiarimento a livello politico considerato che il logo Nutriscore è nella titolarità dell’Agenzia nazionale della sanità pubblica francese» ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, dopo l’ultima presa di posizione di Serge Hercberg, uno degli ideatori del sistema di etichettatura Nutriscore, che ha proposto di “bollare”, di fatto, come pericolose per la salute tutte le bevande alcooliche anche se la presenza di alcool è ridotta». Il limite più evidente del sistema Nutriscore è quello di classificare gli alimenti sulla base di un algoritmo che ignora completamente le quantità che sono normalmente consumate ha sottolineato Giansanti. «La contrapposizione tra Nutriscore e dieta mediterranea è evidente e insanabile – ha puntualizzato –. Non a caso la nostra posizione è pienamente condivisa dai produttori di olio d’oliva in Spagna e da quelli di formaggi in Francia».
Il sottosegretario alle Politiche agricole Gian Marco Centenaio
«Vorrei sapere cosa pensa Macron dell’ultima proposta lanciata dagli ideatori del Nutriscore, che adesso suggeriscono di mettere addirittura una F nera a tutte le bevande che contengono una quantità anche minima di alcool».
Per Centinaio si tratta dell’ennesima follia di un’etichetta che già promuove cibi ultra processati, penalizzando invece alimenti naturali e salutari come l’olio extravergine d’oliva o eccellenze dei territori come i prodotti a denominazione d’origine, senza tenere in considerazione le quantità consumate.
«Il vino, in Francia così come per noi, è espressione di cultura e dei territori, è parte della Dieta Mediterranea, riconosciuta patrimonio immateriale dell’Umanità dall’Unesco oltre che una voce importante dell’economia italiana che nel 2021 ha fatto registrare cifre da record, superando i 7 miliardi di euro di export. Va promosso un consumo moderato e consapevole, non discriminato in modo ottuso un intero settore».
Coldiretti: bollino nero è attacco a made in Italy
Etichettiamo la provenienza dei #cibi ma diciamo NO al Nutriscore
Informare il #consumatore non condizionarlo
Una dieta equilibrata si realizza con un giusto mix di prodotti nelle giuste quantità giornaliere NON mettendo un Diciamo Si alla Dieta Mediterranea
NO Nutriscore: Coldiretti, Origin e Filiera Italia scrivono a Giorgetti, Patuanelli e Speranza
Con etichetta colori si rischia 10 mld export Dop/Igp
Tutto il sistema agroalimentare italiano continua unito nella battaglia contro il Nutriscore.