Torna il #CarbonaraDay e anche se c’è poco da festeggiare – o forse proprio per questo –, concediamoci un momento di leggerezza e condivisione davanti a una Carbonara assieme alle persone che amiamo. Perché il piatto di pasta più social è anche quello che condividiamo con più piacere con i nostri cari: una ricerca commissionata dai pastai di Unione Italiana Food all’Istituto Piepoli rivela che per 9 italiani su 10 (95%) la Carbonara si mangia sempre in compagnia, soprattutto in famiglia. Secondo l’indagine, condotta su un campione di 500 persone rappresentative della popolazione maggiorenne, per 8 italiani su 10 la Carbonara è una questione di cuore: il 62% la condivide con la famiglia, il 20% con il partner. Solo il 13%, con punte tra i maschi under 35, la degusta con gli amici.
La perfetta carbonara condivisa? Forse perché veniamo da due anni difficili, forse perché abbiamo dato una nuova dimensione alla “casa”, ma per 2 italiani su 3 (67%) la Carbonara più buona è quella preparata tra le mura domestiche. Con un po’ di presunzione, sostengono che la migliore è quella fatta da sé (35%), perché ognuno ha il suo segreto per farla al meglio, dalla preparazione della crema di uovo, formaggio e pepe, dal taglio del guanciale, o dal tipo di pasta scelta… Ma per il 32% è una ricetta social anche nella sua preparazione, con ognuno dei commensali si sposta in cucina a dare il suo contributo al piatto. Mentre per 1 italiano su 3 la perfetta carbonara condivisa è fuori casa, magari d’autore:in una trattoria tipica alla ricerca della tradizione oppure in un ristorante gastronomico dove la Carbonara è diventata simbolo di innovazione, scatenando la fantasia e la tecnica di tanti cuochi che l’hanno reinterpretata, valorizzandola, come raccontato dalle 33 variazioni sul tema presentate nel libro “La Carbonara Perfetta” della giornalista e foodwriter Eleonora Cozzella.
Per 1 intervistato su 3 la Carbonara è un premio: per festeggiare un successo ottenuto, la fine di una giornata impegnativa, un pranzo della domenica o una ricorrenza. Ma il 58% degli italiani sostiene che per concedersi un piatto di Carbonara non serve un’occasione speciale.
A fronte di questa dimensione quotidiana del piatto di pasta più amato, non c’è da stupirsi se, alla domanda “mangerebbe una carbonara con…” sono due volti noti e “rassicuranti” del Belpaese i commensali preferiti dagli italiani: Carlo Verdone, con il 25% delle preferenze, soprattutto tra gli over 35, e Sergio Mattarella (14%, con prevalenza degli over 54 anni) “battono” i Måneskin, Drusilla Foer e Chiara Ferragni, tutti sotto la soglia del 10%.
FELICETTI: “CARBONARA PIATTO CHE UNISCE, NATO IN TEMPO DI GUERRA È DIVENTATO SIMBOLO DI AMICIZIA”
Secondo Riccardo Felicetti, presidente dei pastai italiani di Unione Italiana Food, “questa ricerca ci dice quanto la Carbonara sia di casa per gli italiani, come quel familiare a cui vogliamo particolarmente bene. Come Carlo Verdone, è la romanità ‘da esportazione’ che piace a tutti, è rassicurante come il Presidente Mattarella…Quando 6 anni fa noi pastai italiani abbiamo ideato il #CarbonaraDay volevamo ricordare che un piatto di pasta non divide, ma unisce. Quest’anno ribadiamo con forza il valore simbolico di un piatto di pasta che ci fa stare insieme e alleggerisce lo spirito nei momenti difficili. E ben vengano le discussioni con il sorriso se sia meglio la pancetta o il guanciale, lo spaghetto o il rigatone: una leggenda sulle origini della Carbonara dice che è un piatto della necessità, nato in tempo di guerra. Che oggi sia allora un piatto simbolo di amicizia, affetto e condivisione”.
#CARBONARADAY, LA SPAGHETTATA PIÙ GRANDE DEL MONDO CHE HA COINVOLTO QUASI 2 MILIARDI DI PERSONE
Il Carbonara Day si festeggia ogni anno il 6 aprile ed è la “spaghettata social” più grande del mondo dedicata alla ricetta di pasta più condivisa. Basti pensare che sul solo Instagram sono oltre 1.6 milioni i contenuti con l’hashtag #Carbonara. Ideato nel 2017 dai pastai di Unione Italiana Food, il #CarbonaraDay ha raggiunto in 6 anni una platea potenziale di 1,7 miliardi di persone, diventando appuntamento imperdibile per food influencer, media, cuochi e appassionati che desiderano condividere opinioni a proposito di questo piatto e, più in generale, sul rapporto tra tradizione e contaminazione in cucina.
Per partecipare all’evento virtuale le regole sono semplici: il 6 aprile, a partire dalle ore 12 (CET) basterà seguire gli hashtag #CarbonaraDay e #CarbonaraSharing e cimentarsi in dirette video, condividere opinioni, foto e consigli su Instagram, Facebook e Twitter, nel segno di un piatto all’insegna dell’inclusione.
IL PARERE DEL NUTRIZIONISTA: “CARBONARA PIATTO CHE DÀ CONFORTO E CONCILIA IL BUONUMORE”
Stare insieme e volersi bene attraverso il cibo può darci serenità e la dimensione consolatoria della Carbonara è anche avallata dalla scienza. Nella Carbonara l’uovo dà cremosità e umami, il guanciale croccantezza, grasso e succulenza, il formaggio la sapidità, il pepe la nota speziata. E la pasta accompagna questo gioco di contrasti dando profondità e persistenza a questi sapori. Secondo Luca Piretta, gastroenterologo e nutrizionista all’Università Campus Biomedico di Roma,“Il triptofano presente nei carboidrati è un amminoacido precursore degli ormoni del sonno e del benessere ovvero della melatonina e della serotonina. In particolare, la pasta essendo ricca di carboidrati stimola la produzione di insulina che a sua volta facilita l’assorbimento del triptofano. E la quantità di guanciale che finisce nel piatto è bassa a tal punto da non avere interferenze col sonno. La Carbonara è quindi un piatto gratificante che aiuta a sopportare i momenti difficili, rivelando una sua dimensione emotiva. Inoltre, aiuta il buonumore in un periodo in cui ne abbiamo tutti bisogno. In questo momento, sono concessi strappi alla regola, a patto di rispettare un regime alimentare corretto e mediterraneo, senza stravolgere i propri standard in pasti e porzioni. Ovviamente, a cena, in cui il pasto è o dovrebbe essere più frugale, il suggerimento per tutti è di mangiare la Carbonara come portata unica”.
CARBONARA STORY, UN PIATTO DELLA NECESSITÀ NATO (FORSE) IN TEMPO DI GUERRA
Forse la Carbonara è così amata e replicata perché le sue origini sono incerte. Alcuni ne attribuiscono la paternità ai carbonai appenninici (carbonari in romanesco), che lo preparavano usando ingredienti di facile reperibilità e conservazione. La carbonara in questo caso sarebbe l’evoluzione della ‘cacio e ova’, di origini laziali e abruzzesi. Altri la riconducono alla cucina napoletana, individuando nel trattato del 1837 Cucina teorico-pratica di Ippolito Cavalcanti una possibile origine della pietanza. La tesi più affascinante, supportata anche da Marco Guarnaschelli Gotti, autore della Grande Enciclopedia della Gastronomia, fa nascere la Carbonara nel 1944 dall’incontro fra la pasta italiana e gli ingredienti della ‘Razione K’ dei soldati americani (tuorlo d’uovo in polvere e bacon). Una curiosità: l’inventore della Razione K è proprio quell’Ancel Keys, che, anni dopo, avrebbe “scoperto” la dieta mediterranea, stile di vita che mette al centro, accanto al cibo, il piacere della sua condivisione. A proposito, una recente ricerca di Oxford Economics conferma che il mangiare con gli amici o in famiglia ci rende più felici, stimolando la produzione di endorfina. Tutto torna.