E’ fatta!
Nasce ufficialmente l’Università Internazionale del Cibo. Nei mesi scorsi, durante <Cibus, il Salone internazionale dell’agroalimentare di Fiere di Parma, il presidente della Regione Stefano Bonaccini lo aveva già accennato (leggere Gustoh24).
Ora, il progetto, diventa realtà: dopo il ’Muner’ nell’automotive, diventa realtà un nuovo “hub delle competenze“, questa volta sul food. Nasce così ’Food-Er, Emilia-Romagna International Network for Education and Industrial Research on Food and Beverage’ il nuovo progetto che vede tutte le Università del territorio (Parma, Modena e Reggio Emilia, Bologna, Ferrara) schierarsi in prima linea.
La parola al rettore dell’Università di Parma, Paolo Andrei
L’Emilia Romagna la regione che ha più Dop e Igp
Il commento dell’ Assessore regionale Emilia Romagna Colla
«Stiamo parlando di un investimento identitario per la nostra Regione: quando noi parliamo di food parliamo di una filiera “dal campo alla tavola”— spiega Colla — e abbiamo bisogno un livello di qualità molto alto per stare sui mercati internazionali con marchi eccezionali, non dimentichiamo che siamo la regione che ha più Dop e Igp e che il settore dell’agrindustria è il secondo settore per export della Regione: ci sta una grande università internazionale ad hoc».
Che l’Emilia-Romagna sia leader in Italia con ben 19 prodotti Dop e 25 Igp non è un caso, secondo l’assessore: «C’è una storia e una cultura sul cibo in questa regione eccezionale che si unisce a una capacità e un’intelligenza straordinarie, anche di stampo contadino, nel trasformare i prodotti mantenendo una grande qualità». Tornando alla Food-ER, la Regione ha deliberato 3 milioni di euro, uno all’anno, di investimento. Saranno destinati agli stipendi del personale, alla progettazione, alla sottoscrizione degli accordi, al lancio dei master e dei corsi, alla realizzazione di progetti pilota, all’erogazione di borse di studio per studenti particolarmente meritevoli, alla comunicazione internazionale. L’avvio piuttosto rapido del progetto dovrebbe consentire di accedere ai fondi del Pnrr, a fondi strutturali europei e ad altri finanziamenti europei.
Food-Er, che avrà l’università di Parma come capofila, consentirà di progettare e avviare, entro il prossimo triennio, un insieme di attività di formazione tale che possa dare ai giovani gli strumenti per lavorare e dare risposte nuove nell’agri-food, guardando alla piena sostenibilità, anche in rapporto alla scarsità di risorse globali e ai cambiamenti climatici.
Come? Attraverso master di secondo livello, laurea magistrale, alta formazione dedicata alle imprese, rafforzamento dei dottorati di ricerca.
Il progetto
Il progetto Food-ER, per cui si è molto speso l’assessore allo Sviluppo economico Vincenzo Colla, prevede la creazione di percorsi di studi universitari inter-ateneo, per lauree magistrali e master, finalizzati a rendere l’Emilia-Romagna un polo di attrazione di talenti internazionali e a garantire un flusso costante di alte specializzazioni allo scopo di stimolare la crescita delle filiere produttive, promuovere la creazione di imprese innovative nel settore alimentare, stimolare la nascita di start-up tecnologiche e l’incremento della ricerca, diventando un punto di riferimento per le sfide che proporrà il futuro.
Al lavoro ci sono gli atenei che costituiranno il network di Food-ER: l’Università di Bologna e l’Università di Parma che saranno coordinatori dell’hub, con Parma capofila, l’Università del Sacro Cuore sede di Piacenza, l’Università di Ferrara, l’Università di Modena e Reggio Emilia. Se le università sono gli attori principali e i soci fondatori del progetto, anche le imprese regionali, oltre a Clust-Er Agrifood e ai cinque quartieri fieristici (BolognaFiere, Fiere di Parma, Fiere di Rimini, Cesena, Ieg e Fiere di Piacenza), avranno un ruolo non secondario.