Dal 2023 cinque treni sostenibili e con menù stellati attraverseranno l’Italia facendone scoprire i borghi nascosti

E’ stato presentato a Roma il Treno della Dolce Vita, nel segno della ripartenza e dello sviluppo sostenibile.

Correva l’anno 1960 quando il regista Federico Fellini raccontò già nel titolo, la Dolce Vita, lo spirito e l’anima di un’epoca: via Veneto e la Fontana di Trevi a Roma ma con tutta l’Italia che si risvegliava dopo gli anni bui del Dopoguerra, pronta a tuffarsi non solo nella celebre Fontana, come fece Anita Ekberg, ma anche tra i nuovi lussi e le bellezze della nuova Italia.

La Dolce Vita: Anita Ekberg nella Fontana di Trevi

E’ proprio modo di vivere questo vuole rappresentare il Treno della Dolce Vita, un  progetto imprenditoriale lanciato da Paolo Barletta e la società Arsenale. Una iniziativa che vede come partner il Gruppo FS Italiane, attraverso Trenitalia e la Fondazione FS guidata da Francesco Cantamessa, nelle vesti di regista ed “ispiratore” di questo progetto, che punta a rilanciare il turismo in Italia e lo sviluppo dei suoi territori e dell’intera economia. 

Roma con la sua storia sarà “Hub di questa iniziativa luxury su rotaia” e Trenitalia si propone come “partner di questo sogno” che poggia sulla capillare rete ferroviaria italiana, anche sulle tratte in disuso.

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Cinque treni per 14 regioni e 128 città

Un lussuosissimo Orient Express dei giorni nostri, un esemplare del 1920, giunto dalla Francia e completamente restaurato, collegherà 128 città, attraversando 14 regioni italiane, per far sognare 74mila viaggiatori, novelli Poirot alla scoperta del fascino dell’Italia, degustando le specialità gastronomiche del nostro Paese, preparate da chef stellati.

“Da imprenditore sono emozionato per questo progetto sfidante, in rappresentanza dell’Italia che non molla“, ha dichiarato Paolo Barletta, Ceo di Arsenale, società attiva nell’hospitality di lusso. “L’Italia è bella tutta ed il campanilismo è un limite dello sviluppo del nostro paese, la divisione crea debolezza, limiti”, ha affermato l’imprenditore, aggiungendo “la ferrovia è linfa, unione, ripartenza” e questo progetto rappresenta l’Italia “unita in un’offerta unica e irripetibile che nessun altro treno anche di lusso ha saputo dare”.

Barletta ha anche ricordato l’importanza di abbattere le barriere ed unire il paese da Nord a Sud, di qui anche la scelta dell’investimento di 100 milioni per gli stabilimenti che ristruttureranno queste antiche carrozze, collocati nel Mezzogiorno, ed il contributo di maestranze in arrivo dalle più svariate zone d’Italia – società di progettazione di Lecco, pellami e cuoi dai maestri umbri, legni pregiati dal Trentino, marmi di Carrara – impegnate in un progetto che si propone di unire l’Italia.

Una scelta attenta anche alla sostenibilità, che poggia su un turismo slow in grado di ridurre le emissioni, ma tende anche ad un impatto zero grazie ad un progetto di riforestazione del Pianeta.