Parma è gustosa ed accogliente, con una tradizione alimentare imbattibile che affonda le radici nei secoli, con i due prodotti più diffusi nel mondo, Prosciutto di Parma e Parmigiano Reggiano. La food valley parmense è stata rafforzata con l’autorevole presenza di Alma, la Scuola internazionale di cucina italiana e il titolo conquistato nel 2015 di Città creativa della Gastronomia Unesco.
Nel 2017 ad Alba, vera “capitale del tartufo” arrivò il titolo della Gastronomia Unesco e nel 2021 è stata inserita nella lista di patrimonio dell’Umanità riconosciuto dall’Unesco per «Cerca e cavatura del tartufo in Italia».
Infine, nel 2019, è stato il turno di Bergamo, l’unica provincia italiana ed europea con ben 9 Dop casearie, vera “culla dell’arte casearia” ad essere inserita tra le città Unesco per la gastronomia.
Dopo la firma dei tre sindaci che lo scorso ottobre a Bergamo aveva fatto nascere ufficialmente il Distretto italiano delle città creative Unesco per la Gastronomia (la notizia su Gustoh24)
Ora Parma-Alba-Bergamo consolidano la loro alleanza
Nei giorni scorsi l’intesa, “Strategie comuni per crescere”, è stata siglata, nella sala consigliare del Comune di Alba, tra Associazione commercianti albesi, Ascom di Bergamo e Parma, rispettivamente dai tra presidenti: per Alba Giuliano Viglione, per Bergamo Giovanni Zambonelli e per Parma Vittorio Dall’Aglio.
«Quella delle città creative è una rete tra 295 località di tutto il mondo, nei vari settori dell’economia e della cultura», sottolinea Viglione. «Uno dei temi che l’Unesco pone alla base di questa rete è la collaborazione per una crescita comune, attraverso regolari scambi di esperienze. Tredici sono le città italiane riconosciute per le proprie peculiarità e Bergamo, Parma ed Alba sono quelle individuate per l’enogastronomia, una fama che le accomuna: la firma del protocollo di intesa rinsalda la volontà di cooperare con azioni condivise».
«L’incontro di oggi – afferma Zambonelli – sancisce l’unione di tre territori ad alta vocazione enogastronomica che condividendo una visione desiderano dare un ulteriore sviluppo alla cultura del settore ed aumentare l’attrattività turistica. L’estate scorsa ci ha insegnato quanto sia forte il desiderio di tornare a viaggiare, con un ritorno di un turismo estero (Francia, Svizzera, Germania che avevamo un po’ perso) e con un’esplosione di flussi dai Paesi dell’Est, particolarmente sensibili al richiamo enogastronomico».
«In un Paese come l’Italia – aggiunge Dall’Aglio – primo nel mondo proprio per l’eccellenza e la qualità dei suoi prodotti enogastronomici, queste tre città si ritrovano oggi accumunate da un prestigioso riconoscimento che deve essere promosso e valorizzato il più possibile. Cultura del cibo e qualità dei prodotti gastronomici costituiscono infatti un grande patrimonio di visibilità che, unitamente agli altri punti di forza che queste città naturalmente possiedono (come arte, storia e natura) deve essere valorizzato e messo a sistema per attrarre flussi di turismo principalmente dai mercati internazionali. L’accordo sottoscritto oggi conferma ancora una volta che unire le forze nella promozione turistica dei nostri territori è l’arma vincente».
«Ci fa piacere che le Ascom di Alba, Bergamo e Parma abbiano deciso di firmare la loro alleanza nella nostra città», affermano il sindaco di Alba Carlo Bo e l’assessore albese alle città creative Unesco Emanuele Bolla. «Il network nasce proprio per creare sinergie e collaborazioni e questa iniziativa dimostra ancora una volta che il grande lavoro svolto in rete contribuisce a rafforzare i territori. Il Comune di Alba, insieme all’Associazione commercianti albesi, sta investendo molto nel settore della gastronomia, che rappresenta sempre più un prodotto turistico da valorizzare in modo coordinato con tutti gli enti e le istituzioni locali: nel 2022 ci aspettano grandi sfide e l’alleanza tra Alba, Bergamo e Parma è uno strumento in più per affrontarle al meglio».
«Alba, Bergamo e Parma – afferma il presidente della Federazione italiana pubblici esercizi, Lino Stoppani – sono i tre lati di un distretto gastronomico italiano unito da materie prime e prodotti tipici straordinari. Ma sono anche tre territori con una storia e un potenziale eccezionale dal punto di vista della ristorazione, dove qualità, creatività e cultura si uniscono creando quel patrimonio dell’umanità che l’Unesco tutela e promuove. Fipe è felice di far parte di questa storia di valore e valori, interpretati dai pubblici esercizi quali “beni culturali viventi” e raccontati anche dalla nostra Carta dei Valori della ristorazione che mettiamo a disposizione di questo progetto».
L’incontro tra realtà associative in ambito Confcommercio e i vertici della Fipe è stato occasione per uno scambio di informazioni su argomenti di stringente attualità che interessano la categoria dei pubblici esercizi, artefici dell’eccellenza gastronomica universalmente riconosciuta: dal problema dei ristori alle attività della somministrazione (bar, ristoranti ecc.) al tema della difficoltà nel reperire personale qualificato, al caro energia che sta incidendo sensibilmente sui costi fissi delle imprese, alle diverse problematiche del settore, fino al ventilato rincaro della tazzina di caffè.