Secondo uno studio sulle NGTs della Commissione Europea, la legislazione sugli OGM è inadatta a regolamentare le nuove tecniche di miglioramento genetico vegetale. Si apre una nuova fase con schieramenti contrapposti.
Chi si schiera a favore e chi contro
Difende le nuove biotecnologie agrarie Paolo De Castro
“Finalmente una posizione chiara e netta sulla distinzione tra nuove biotecnologie e Ogm, che aiuterà a raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo e della strategia Farm to Fork nell’interesse di tutti“. Questa la reazione ‘a caldo’ di Paolo De Castro, coordinatore S&D alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo.
“Lo studio pubblicato dall’Esecutivo Ue – spiega De Castro – come ha evidenziato la commissaria competente alla Salute e alla Sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, indica che le nuove tecniche genomiche, cosiddette Tea (Tecniche di evoluzione assistita), nulla hanno a che vedere con gli Organismi geneticamente modificati tradizionali, e anzi possono contribuire in modo sicuro ed efficace a una produzione agricola sempre più sostenibile, in linea con il Patto con i consumatori lanciato dall’Unione europea da qui ai prossimi anni“.
Nettamente contraria l’associazione ambientalista Vas
Acquisito che il sistema alimentare più sostenibile deve essere un obiettivo del Green Deal europeo e della strategia Farm to Fork arriva la dura posizione contraria del Presidente di Verdi ambiente e Società Stefano Zuppello che in una nota chiarisce: “La verità, come scrive European Coordination Via Campesina (ECVC), è un’altra: vogliono favorire le lobby di chi vede l’agricoltura solo come business e si vuole coprire l’inattività della stessa Commissione sull’applicazione della legge vigente. Siamo tornati indietro di vent’anni: lo studio infatti giustifica la richiesta di cambiare la legge elencando gli stessi obiettivi di quelli che sono serviti all’epoca per promuovere gli OGM transgenici”.
Per Zuppello questa “non è la strada per avere meno inquinamento con i pesticidi, avere maggiori raccolti e combattere i cambiamenti climatici. La strada è quella di applicare, in virtù del principio di precauzione, la normativa europea sugli OGM, come confermato dalla Corte di giustizia dell’Unione europea nella sentenza del 25 luglio 2018. Si deve garantire agli agricoltori il diritto di scegliere liberamente e di avere un accesso trasparente alle informazioni sulle colture che coltivano, e ai cittadini il diritto di sapere che tipo di prodotti finiscono nei loro piatti”.
A favore si schiera la Federchimica Assobiotec
“Con la pubblicazione dello studio sulle nuove tecniche di miglioramento genetico vegetale, la Commissione Europea stabilisce importanti punti fermi nel dibattito sulle biotecnologie in agricoltura”, commenta Riccardo Palmisano, presidente di Federchimica Assobiotec. “Innanzitutto, viene riconosciuto il contributo che possono dare a un sistema alimentare sostenibile e il conseguente beneficio per tutta la società, affermando così il ruolo dell’innovazione biotech nel settore agro-alimentare, punto di forza del nostro Paese. Non meno importante appare l’aver riconosciuto che l’attuale legislazione sugli OGM non è adatta a gestire questa prospettiva, e l’aver affermato che, mantenendo come principi guida la salute dei consumatori e la tutela dell’ambiente, è ormai arrivato il momento di aprire un dialogo con i cittadini europei e decidere come andare avanti con l’utilizzo di queste tecnologie in Europa.
Nettamente contrari Ifoam, Slow Food, i Verdi e Greenpeace Europa
Contraria la federazione europea del settore biologico Ifoam e Slow Food. Per Greenpeace Europa le nuove biotecnologie «sono solo Ogm con un altro nome e come tali devono essere trattati dalle norme». Critici anche i Verdi: «Non abbiamo bisogno di una nuova legge, regole rigorose devono continuare ad applicarsi a tutti i tipi di ingegneria genetica».
A favore di «nuove norme per la genetica green» anche Coldiretti, benché da sempre contraria agli Ogm.
Ma il dibattito (e lo scontro) continua.
Le ultime decisioni saranno prese dopo le discussioni nel Consiglio Agricoltura di maggio ma anche con il Parlamento Ue, con gli stakeholder e con le associazioni ambientaliste e la società civile.
«Con la sicurezza dei consumatori e l’ambiente come principio guida — ha detto la commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakides — ora è il momento di avere un dialogo aperto e decidere la via da seguire per l’uso di queste biotecnologie nell’Ue».
Ne riparleremo.