Siamo arrivati al periodo delle candidature Unesco.

Nei giorni scorsi abbiamo scritto (leggere qui su Gustoh24) che l’ Italia del caffè si è presentata divisa con due candidature, da una parte il “Rito del caffè espresso italiano tradizionale” e dall’altra la “Cultura del caffè espresso napoletano”, e così il comitato interministeriale nazionale aveva invitato i proponenti a unificare i due dossier e a ripresentare la richiesta nel 2022. Ricordiamo che nel 2017 fu la pizza napoletana a ottenere il riconoscimento.

Da Parigi arriva la notizia: la baguette candidata a patrimonio Unesco

Lo annuncia il ministero della Cultura, precisando che l’iconico filoncino di pane ha avuto la meglio su altri due potenziali candidati, i tetti in zinco di Parigi e un’antica festa viticola ldi Biou d’Arbois (Jura), festa medievale e religiosa poi diventata repubblicana (leggere su Gustoh24).

La candidatura è stata presentata formalmente all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, con sede a Parigi e il pronunciamento avverrà nell’autunno 2022.

La baguette è un prodotto nobile, erroneamente considerato semplice, ma ci vogliono anni, a cominciare dai pochi ingredienti, prima di crearla con successo. È un prodotto che ci riunisce, motivo per cui l’ho scelto”, ha dichiarato al quotidiano Le Parisien la ministra della Cultura, Roselyne Bachelot, attualmente ricoverata per Covid.

La baguette, appellazione apparsa all’inizio del XX secolo a Parigi, è diventata un simbolo della vita quotidiana dei francesi e della gastronomia, celebrata in numerose pubblicità, in tv e al cinema. Eppure in Francia, sottolinea la ministra, il numero di forni è in costante calo, soprattutto nei comuni rurali.

Nel 1970 si contavano 55 mila forni artigianali contro i 35 mila di oggi e molti punti vendita propongono baguette di fabbricazione industriale. Ogni anno nel mondo circa un centinaio di dossier ottengono il marchio per l’iscrizione al patrimonio dei beni immateriali.

Per candidare un prodotto, prima deve essere inserito in un inventario nazionale che include tutti i beni e le tecniche storiche riconosciute. Successivamente il bene in questione deve essere valutato idoneo ad essere presentato all’Unesco, dietro parere consultivo, nel caso della Francia, del Comitato del Patrimonio etnologico e immateriale (Cpei).

Ad appoggiare la candidatura, affinché venga accolta, ci deve essere il sostegno di una federazione, in questo caso quella dei fornai francesi. 

Alfonso Pecoraro Scanio festeggia con i pizzaiuoli napoletani l’anniversario del riconoscimento Unesco per l’Arte del Pizzaiuolo napoletano