Una delegazione del Consorzio capitanata dal presidente Nicola Bertinelli ha incontrato Mariangela Zappia, ambasciatrice d’Italia negli USA, Emanuele di Lorenzo Badia, Ufficio affari economici, commerciali e scientifici dell’Ambasciata, e Robert Allegrini, presidente NIAF
Il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha partecipato al Gala organizzato dalla National Italian American Foundation (NIAF), l’organizzazione nazionale di rappresentanza degli oltre 20 milioni di cittadini italo-americani che vivono negli Stati Uniti. Durante la serata, svoltasi all’OMNI Shoreham Hotel di Washington DC a cui hanno presenziato circa 1.000 ospiti tra cui personalità del mondo politico, finanziario e culturale statunitense e italiano, una delegazione guidata da Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio, ha incontrato Mariangela Zappia, ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti d’America, Emanuele di Lorenzo Badia, Ufficio affari economici, commerciali e scientifici dell’Ambasciata, e Robert Allegrini, presidente NIAF. Al centro dell’attenzione, la situazione geopolitica instabile e la necessità di una sempre più stretta collaborazione tra Italia e Stati Uniti attraverso un impegno attivo e proattivo del Consorzio Parmigiano Reggiano.
Per il Parmigiano Reggiano, gli Stati Uniti sono il più grande mercato estero, con oltre 14.000 tonnellate esportate nel solo 2023 (+7,7% rispetto al 2022), pari al 22,5% della quota export. Inoltre, nel primo semestre 2024, le esportazioni hanno segnato un +21,7% sullo stesso periodo del 2023 (7.736 tonnellate vs 6.359). Proprio per sostenere la crescita in questo Paese, oltre a consolidare nel 2024 un forte investimento per attività di digital e influencer marketing, un’intensa attività di pubbliche relazioni e media relations, partecipazione a fiere ed eventi, attivazione e presidio dei punti vendita e supporto agli operatori, il Consorzio ha ufficializzato lo scorso 27 luglio (anniversario dei 90 anni dalla fondazione) l’apertura di un ufficio operativo (corporation) negli Stati Uniti.
Questa corporation ha quattro funzioni principali.
La prima è avere una maggiore efficacia nelle operazioni di tutela e vigilanza nel mercato a stelle e strisce. La seconda è promuovere la ricerca sulle specificità del mercato, ad esempio per adottare packaging più vicini a ciò che i consumatori americani chiedono. La terza è impostare attività b2b e b2c per fare cultura di prodotto verso gli operatori commerciali e verso i consumatori finali, per informarli sulle distintività del Parmigiano Reggiano rispetto agli altri formaggi a pasta dura. La quarta è rafforzare le relazioni istituzionali con il mondo economico-politico.
Il commento di Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio di tutela
«Per il Parmigiano Reggiano, gli Stati Uniti sono il principale mercato al di fuori dell’Italia, con oltre 14.000 tonnellate esportate nel solo 2023, pari al 22,5% della quota export», ha dichiarato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano. «Gli USA sono un Paese che ama la cucina italiana, dov’è di fondamentale comunicare il vero valore del Parmigiano Reggiano: un prodotto unico, artigianale, naturale e con una storia millenaria. Tuttavia, siamo preoccupati dal rischio che prenda piede un contesto di misure restrittive al libero commercio dei latticini, in cui vengano presi provvedimenti di tutela che influenzino il mercato colpendo in maniera indiscriminata anche chi, come noi, copre meno del 5% del mercato dei formaggi duri e viene venduto a un prezzo doppio di quello dei Parmesan locali. Riteniamo che imporre dazi su un prodotto Dop come il Parmigiano Reggiano aumenterebbe solo il prezzo per i consumatori americani, senza proteggere realmente i produttori locali. È una scelta che danneggia tutti. Il Consorzio crede invece in una collaborazione tra Italia e Stati Uniti, basata sul reciproco riconoscimento delle eccellenze. Vogliamo lavorare con le istituzioni, le associazioni e le imprese per costruire un futuro in cui i prodotti di qualità, come il Parmigiano Reggiano e le specialità americane, possano circolare liberamente in entrambi i Paesi, senza barriere all’ingresso. L’adozione di dazi contro le Indicazioni geografiche va considerata come uno strumento “non etico”, dannoso per prodotti che sono un vero e proprio patrimonio delle zone d’origine, da cui non possono essere per loro natura delocalizzati, e che rappresentano una vera e propria ricchezza che garantisce lo sviluppo dei territori e ne garantisce la sostenibilità sociale. Siamo pronti a collaborare con il NIAF, l’Ambasciata e tutti i nostri partner americani per promuovere questa visione e costruire un futuro più equo e sostenibile».