Intanto la Germania fa retromarcia: Berlino dirà No al nucleare
Iniziamo queste righe con la durissima presa di posizione di Alfonso Pecoraro Scanio, già ministro dell’Ambiente e leader dei Verdi, sulle dichiarazioni di Matteo Salvini sul tema del nucleare.
“Basta speculare sulle vere difficoltà di famiglie e imprese sul caro bollette. No ad inganni. Il governo, di cui la Lega fa parte, doveva agire prima dei rincari. Lo ha già fatto per le grandi imprese. Nulla invece per gli altri”. Così Pecoraro Scanio, che ha partecipato attivamente ai due referendum vittoriosi con cui l’Italia ha bocciato le centrali nucleari nel 1987 e nel 2011 e che fece partire le rinnovabili con il conto energia del 2007, risponde alle dichiarazioni del leader della Lega sul nucleare.
“Se nel costo dell’energia inserisci quello della messa in sicurezza delle scorie ancora radioattive per centinaia o migliaia di anni e di altri rischi il nucleare ha costi enormi oltre a essere pericoloso – prosegue Pecoraro Scanio -. Inoltre i cosiddetti nuovi reattori più sicuri, ma sempre col problema scorie, saranno disponibili nel 2040/2050”.
Il presidente della fondazione Univerde rilancia “basta con le fandonie sulla vicinanza delle centrali francesi. Il pericolo è ovviamente legato alla distanza. L’area vicino Chernobyl è ancora non abitabile dopo decenni. Assurdo far credere che abitare a decine o a migliaia di km da un reattore nucleare sia la stessa cosa . Diffondere queste palesi menzogne conferma che si tratta di un’energia pericolosa e si cerca di nascondere il problema con fake news”.
E infine Pecoraro Scanio così conclude: “noi dobbiamo produrre e energia da sole e vento che sono fonti gratuite e rinnovabili, sappiamo come conservare questa energia dobbiamo puntare su questo come fa la Germania che ha meno irraggiamento solare dell’Italia. Non dobbiamo permettere alle lobby di ostacolare un percorso che serve non solo ad avere bollette meno care ma anche a evitare la catastrofe climatica”.
Tassonomia: nucleare rinvio Ue al 21 gennaio 2022
Nuova retromarcia del governo tedesco che sceglie di opporsi alla presidente della Commissione.
Una settimana dopo avere ipotizzato l’astensione sull’inserimento del nucleare tra le tecnologie di transizione dell’Ue il governo Scholz torna sui propri passi. «La dichiarazione di voto della Germania a Bruxelles conterrà un chiaro No all’inclusione dell’energia atomica nella tassonomia europea» scandisce Steffi Lemke, ministra dell’Ambiente dei Verdi, ai microfoni della televisione pubblica Ard.
UNA RETROMARCIA, scrive il quotidiano Il Manifesto, innestata «all’unanimità» da tutti i ministri della coalizione Semaforo, nonostante per Berlino il blocco della proposta pro-nucleare continui ad avere scarse possibilità di successo.
Comunque, la Germania ha scelto di opporsi esplicitamente alla linea incarnata dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, con l’appoggio in primis del governo Macron (mentre il governo italiano ancora tace), pronto a incassare miliardi di euro in finanziamenti comunitari per le 56 centrali atomiche operative in Francia.
«La netta opposizione del nostro Paese è una buona notizia. Verrà ufficializzata nei prossimi giorni e poi trasmessa a Bruxelles per la decisione finale sulla tassonomia» fa sapere la ministra dei Grünen. Ben consapevole, però, che il «Nein» di Berlino rischia di ridursi a una posizione meramente di bandiera dato l’isolamento politico della Germania in Europa.
La decisione finale sulla tassonomia è stata comunque posticipata al 21 gennaio, “per dare più tempo a Stati ed esperti di analizzare il testo” ha detto la portavoce della Commissione Ue Eric Marner. Inizialmente la scadenza dell’esame della tassonomia era prevista per il 12 gennaio.