Il volume è stato scritto a quattro mani da Dario Stefàno e Donatella Cinelli Colombini con il contributo delle Donne del Vino, Movimento Turismo del Vino, Città del Vino e Nomisma Wine Monitor
Le cantine vitivinicole hanno accelerato negli ultimi anni il percorso di ampliamento di esperienze enoturistiche offerte, spaziando su dimensioni trasversali, dalla ristorazione alla ricettività, mettendo al centro la natura e il benessere. A far luce sul fenomeno enoturistico, sempre più importante nel BelPaese in termini economici e occupazionali, è il manuale «Enoturismo 4.0 – Osservatorio Enoturismo: Evoluzione del digitale» (Agra Editrice pp 211 €25), presentato oggi a Roma a Palazzo Giustiniani.
“Il nostro osservatorio sul turismo del vino rinnova il suo impegno a rendersi occasione di raccolta e confronto di nuovi dati, analisi, riflessioni e considerazioni utili allo sviluppo di questa particolare proposta di offerta turistica che, di anno in anno, si caratterizza per crescita ed appeal”, ha osservato Dario Stefàno, ex senatore che ha promosso la norma nazionale sull’enoturismo e attualmente manager e docente universitario. Stefàno, che ha curato la realizzazione del volume assieme a Donatella Cinelli Colombini, e con il contributo dell’Associazione nazionale città del vino, l’Associazione Donne del Vino, il Movimento Turismo del Vino e Nomisma-Wine Monitor, si è rammaricato del fatto che il settore sconta ancora troppa assenza di dati e analisi, tanto che nel 75% dei Paesi Oiv non si raccolgono dati periodici relativi all’enoturismo e solo nella metà di questi Stati si registra la presenza di iniziative e programmi volti a migliorare il sistema di raccolta sull’enoturismo.
Alla presentazione del volume sono intervenuti, oltre a Stefàno, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, il presidente dell’Oiv, Luigi Moio (in videomessaggio), l’ imprenditrice vitivinicola Donatella Cinelli Colombini, la presidente dell’ Associazione Le Donne del Vino, Daniela Mastroberardino, il presidente del Movimento Turismo del Vino, Nicola D’Auria e il presidente dell’Associazione Città del Vino, Angelo Radica.
Denis Pantini, responsabile Agrifood e Nomisma – Wine Monitor e Roberta Gabrielli, Head of Marketing e Business Processes di Nomisma-Wine Monitor, hanno aperto la conferenza stampa illustrando l’evoluzione del comparto. Nell’indagine vengono anche definite le categorie in cui raggruppare le cantine che già adesso registrano 15 milioni di accessi ogni anno e ricavano sul fronte enoturistico mediamente il 7% del loro business enoico: piccola cantina con accoglienza familiare (39%), cantina con rilevanza storica, architettonica o artistica (14%), brand famoso/marchio storico (12%), cantina con rilevanza paesaggistica o naturalistica (11%), cantina organizzata per l’incoming (11%) e cantina dotata di offerta innovativa (11%). La raccomandazione che emerge dall’indagine è di prestare la massima attenzione alla formazione del personale a cui viene affidato il compito di accogliere l’enoturista, perchè, nel prossimo futuro, sarà proprio questa la chiave per garantire il successo del comparto vitivinicolo italiano. Non a caso nel 2023 l’intenzione espressa dalle cantine di avviare un percorso di ricerca e formazione è salita al 53% dal 34% del 2021. Dall’indagine emerge però che il 74% delle cantine ha avuto difficoltà a trovare le risorse umane di cui aveva bisogno.
“Dobbiamo aiutare il settore a costruire offerte turistiche sempre più diversificate – ha detto il ministro del Turismo Daniela Santanchè – perché ormai non parliamo più di turismo ma di turismi. E l’enoturismo è una forma di turismo che ci aiuta anche a destagionalizzare, perché spesso le cantine sono collocate in luoghi meno conosciuti intorno ai quali si possono costruire percorsi turistici differenti. Lasciatemi poi aggiungere, proprio perché siamo a ridosso dell’8 marzo: questo settore dà lavoro a molte donne e le rende indipendenti economicamente e quindi più libere, e questo è un passo importante contro la violenza di genere”.
“L’enoturismo è un comparto strategico per tutti – ha osservato Luigi Moio, presidente Oiv-Organizzazione internazionale della vigna e del vino – I suggerimenti che vengono dati in questo manuale servono per approfondire e per perfezionare l’accoglienza, oltre a costituire un ottimo strumento di studio”.
Donatella Cinelli Colombini, l’ex presidente dell’Associazione Donne del Vino autrice del libro con Stefàno, ha spiegato che la sua parte del libro “contiene le ‘istruzioni per l’uso’ delle novità emerse dalle indagini. Insegna, ad esempio, cosa sono i winery club e come mai in Usa funzionano e da noi no, perché le cantine devono usare più tecnologia nel rapporto con i visitatori”. “La parte più nuova riguarda le donne del vino – ha aggiunto Cinelli Colombini – È breve ma è la prima raccolta organica delle informazioni sul vino al femminile in Italia”.
L’attuale presidente dell’Associazione Le Donne del Vino, Daniela Mastroberardino, ha ricordato che ”Da due anni la nostra Associazione ha avviato una sperimentazione per introdurre il vino fra le materie di studio degli Istituti Turistici e Alberghieri di tutta Italia. Ora chiediamo che la materia vino entri a pieno titolo nella didattica italiana”.
Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi è intervenuto osservando come «L’Italia sia il Paese più ricco al mondo di ricchezze naturali: biodiversità e trasversalità territoriale. Ogni campanile ha il suo vino, che rappresenta un simbolo e un bene. Il vino è cultura, storia, passione. Il problema dell’Italia è che non facciamo sistema e questo crea problemi di comunicazione sul vino a livello internazionale”.
Per Nicola D’Auria, presidente del Movimento Turismo del Vino: “La collaborazione tra il Movimento Turismo del Vino e l’Osservatorio ha evidenziato il ruolo cruciale dell’enoturismo in Italia, sia sotto il profilo economico che culturale. Questo approfondimento ha rivelato come l’accoglienza, intesa come offerta di un’esperienza immersiva legata al vino e al territorio, sia fondamentale per il successo dell’enoturismo”.
Angelo Radica, presidente dell’Associazione Città del Vino, ha chiuso gli interventi definendo “Enoturismo 4.0”, “un manuale quanto mai utile per tutti i comuni del vino italiano. Per i 145 sindaci intervistati, essere Città del Vino significa promuovere e valorizzare al meglio il vino e la sua cultura, essere all’interno di una rete, di un progetto condiviso per poter creare strategie di marketing turistico”.