I dati della ‘wine economy’ toscana ci dicono che la Toscana si conferma una regione strategica nel settore del vino ed ha tutte le carte in regola per confermare di essere la prima wine destination di eccellenza delle regioni italiane

Anna Prandoni premiata con il “Kyle Phillips 2024”

“PrimAnteprima 2025”, è stato l’appuntamento che ha aperto la Settimana delle Anteprime del vino toscano nel quale si presentano al mondo le nuove annate.

La bellissima sala Luca Giordano

Una giornata di riflessione che si è svolta nella splendida e stupenda sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi a Firenze, dal titolo Il vino toscano di fronte alle sfide globali: identità, mercati e sostenibilità”. alla presenza della stampa italiana ed estera, delle autorità, organizzatori ed esperti del settore.

Nel dibattito malgrado siano emerse le difficoltà e le incertezze che il mondo vitivinicolo sta vivendo da qualche tempo,  il vino toscano tuttavia mantiene intatta la sua solidità, grazie alla qualità/sostenibilità e al prestigio delle storiche denominazioni, soprattutto per merito del brand “Toscana”.

Ma di fronte ad un quadro complessivamente positivo ci sono alcune sfide da affrontare da subito che si possono, per titoli, così riassumere: cambiamento climatico, concorrenza, i mercati che cambiano ed maggiore equilibrio tra mercato estero (ottimo) e mercato italiano, incertezza sui dazi trumpiani, rafforzare  l’informazione/comunicazione, rapporto tra vino e nuove generazioni.

Ma ecco in dettaglio la giornata del 14 febbraio piena di spunti e di proposte

Ad aprire la mattinata è stato il giornalista RaiTv Marcello Masi con una dotta relazione sulla storia del vino e sulle sfide future.

Al dibattito hanno partecipato, tra gli altri, la vicepresidente e assessora all’Agroalimentare della Toscana, Stefania Saccardi, il presidente di AVITO, Francesco Mazzei, il presidente della Camera di Commercio di Firenze, Massimo Manetti, il direttore di Fondazione Sistema Toscana, Francesco Palumbo, il dirigente della Direzione Servizi per lo sviluppo rurale di ISMEA, Fabio del Bravo che ha presentato il report realizzato ad hoc per PrimAnteprima con i dati di scenario, trend ed export del vino toscano.

Il commento della Vicepresidente e Assessora all’agricoltura della Regione Toscana Stefania Saccardi

“Vino toscano ancora sul podio, studiamo nuove strategie marketing”

I dati ci dicono che il vino toscano non retrocede, l’export è in crescita, ed è ancora sul podio dei vini più importanti del mondo, consideriamo che la quasi totalità (il 95%) della produzione è destinato a vini di qualità, tra DOCG, DOC e IGT, rispetto a una media nazionale che supera di poco il 65%. Parliamo di una qualità ha detto Saccardi –  su cui peraltro la Toscana sta continuando a investire molto. Abbiamo il 55% dei vigneti completamente rinnovati negli ultimi anni e stiamo per riproporre la misura per gli investimenti nelle cantine. Non nascondiamo qualche preoccupazione per il mercato, è vero, come per il settore dell’HORECA, e per la situazione internazionale, a cui si aggiungono i cambiamenti climatici e le nuove regole dell’Unione europea per le etichettature, così come le nuove sanzioni del codice della strada. A questo rispondiamo che dobbiamo cambiare strategia e ci stiamo studiando per esplorare nuove modalità, tenendo anche conto di un mercato molto flessibile che cambia gusti rapidamente, ma a cui siamo pronti a andare incontro, perché i nostri vini mantengano le postazioni di eccellenza che hanno oggi”.

Le parole del presidente Avito, Francesco Mazzei

Il vino di Toscana non sta andando male –ha detto il presidente Avito, Francesco Mazzei – ma di certo c’è un trend di riduzione dei consumi strutturale con cui dovremo fare i conti. Le fasce di età più mature, che sono quelle del consumo quotidiano, stanno scomparendo, i giovani sono tutti da conquistare. Le sfide sono tante, l’importante è continuare a fare qualità, il sistema delle denominazioni è posizionato bene sui mercati d’Italia e del mondo, ma dobbiamo lavorare meglio su promozione e comunicazione. Dobbiamo guardare a nuovi target, a nuove generazioni che non sembrano così interessate al vino, ma dobbiamo rimuovere certi cliché, pensare a vini più leggeri, contemporanei, e lo stesso dobbiamo fare con la comunicazione. Abbiamo la Toscana, che è un contenitore straordinario, è il territorio più bello del mondo, nessuno ha la nostra ricchezza di paesaggi, arte, storia e bellezza. Dobbiamo mettere tutto questo a sistema, e guardare al futuro”.

Fabio del Bravo

Ecco i dati del rapporto di Fabio del Bravo della direzione filiere e analisi dei mercati di Ismea

I NUMERI DEL VINO TOSCANO La regione toscana si conferma  ancora una volta la terra del biologico, con 23.534 ettari di superficie coltivata a bio, su un totale di 61.431 ettari ovvero il 38% dell’intera superficie regionale e il 17% di quella nazionale.

Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio in collegamento video

Un dato che evidenzia il raggiungimento e superamento con largo anticipo dell’obiettivo del 25% di superficie bio posto dal New green deal dell’Unione Europea e dall’Agenda ONU 2030. Nei giorni scorsi la Regione ha, inoltre, stanziato un fondo di 11 milioni di euro di risorse comunitarie per l’intervento di “Ristrutturazione e riconversione dei vigneti” in modo da aumentare la competitività dei produttori aiutandoli a far conoscere ed apprezzare la qualità dei loro prodotti nel mondo. Anche in questo ambito la Toscana supera la media nazionale, con il 55% dei vigneti che ha meno di venti anni. Degli oltre 61mila ettari coltivati a vite, quasi il 95% è destinato a vini a denominazione, rispetto ad una media nazionale che arriva al 65%. Oltre 12 mila, invece, le aziende viticole della regione che coltivano una media di quasi 4 ettari ciascuna.

LA PRODUZIONE – Con una produzione in netta crescita rispetto all’anno precedente, a 2,6 milioni di ettolitri, la Toscana occupa la settima posizione, a livello nazionale, per quantità di vino prodotto. La sua unicità emerge nel poter vantare sul suo territorio ben 58 indicazioni geografiche riconosciute, delle quali 52 DOP (11 DOCG e 41 DOC) e 6 IGT che presidiano la quasi totalità della superficie vitata. Due le denominazioni che dominano per estensione: Chianti e Chianti Classico, che occupano rispettivamente il 41% e il 21% della superficie rivendicata.

Per quanto riguarda la tipologia dei vitigni coltivati, forte la predominanza del Sangiovese, al 59%, seguito a distanza da Merlot e Cabernet Sauvignon rispettivamente con l’8 e 6%. Poco spazio è lasciato ai vitigni a bacca bianca: il Trebbiano toscano copre meno del 4% della superficie a vite e il Vermentino il 3%. Riguardo l’imbottigliamento i dati sono ancora provvisori, ma, dalle prime stime, si nota che nel 2024 sono stati imbottigliati 1,2 milioni di ettolitri di vini DOP, con il Chianti che da solo rappresenta il 47% del totale del volume imbottigliato, seguito dal Chianti Classico al 20%.

CRESCE L’EXPORT – A crescere non è solo la produzione, ma anche le esportazioni, soprattutto quelle dei vini DOP fermi. I dati dei primi dieci mesi del 2024 indicano, infatti, un aumento del 5% in volume e del 10% in valore. Se questo risultato fosse confermato anche dai dati degli ultimi due mesi del 2024 si supererebbero i 730 mila ettolitri per un valore di 740 milioni di euro. Analizzando nel dettaglio le aree geografiche, si nota come la progressione più consistente dei volumi esportati è stata verso i Paesi Extra-UE, cresciuti del +7% a fronte del +1% maturato all’interno dei confini comunitari, con un divario che in valore diventa molto più evidente: +16% dei paesi Extra UE contro la flessione del -4% all’interno dalla UE. Il 54% delle consegne è stato verso Stati Uniti, Germania e Canada, con gli Usa che da soli rappresentano il 33% in volume ed il 40% in valore. Alla luce di questi dati appare evidente come in futuro rischiano di pesare le incertezze legate all’evoluzione del mercato globale nel medio-lungo periodo, in riferimento ai dazi che potrebbero essere introdotti dall’amministrazione americana. Un altro elemento di criticità è rappresentato dai possibili effetti dei cambiamenti climatici, che preoccupano i produttori tanto da indurli ad intraprendere un profondo ripensamento delle tecniche di coltivazioni e della gestione in vigna e in cantina, pensando a nuovi cloni resistenti, sensoristica, gestione dell’acqua, non ultimo proporre vini sui mercati più vicini ai desiderata di consumatori più giovani.

Ampliando lo sguardo sull’export italiano si nota che nei primi dieci mesi del 2024 sono sempre gli spumanti a trainare le esportazioni, con spedizioni in volume cresciute del 13% ed un +10% dei corrispettivi, un mercato quello delle bollicine sui cui si stanno affacciando con apprezzamento anche i vini a denominazione prodotti in Toscana, dal Maremma al Pomino, al Valdichiana, al Bianco di Pitigliano o l’Elba e, ultimo in ordine di tempo, il Toscana. Ma il segnale positivo arriva anche dai vini fermi in bottiglia che hanno registrato progressioni del 4% e 5% rispettivamente in volume e in valore. Tornano con il segno positivo anche le variazioni dei vini DOP sia nel segmento dei bianchi (+4% in volume e valore) sia in quello dei rossi (+3% in volume e +6% in valore). Dati, questi, che devono essere considerati per analizzare il cambiamento di paradigma nei consumi mondiali con sempre più persone che vogliono gli spumanti e meno vini rossi, privilegiando quelli a basso tenore alcolico soprattutto per una maggiore attenzione agli aspetti salutistici.

MERCATO INTERNO PIÙ FRAGILE – Se l’export cresce, la domanda interna evidenzia una situazione diversa, con i consumi domestici (Horeca escluso) che si sono ridotti del 3% per le DOP toscane, che rappresentano il 14% del valore dei vini DOP venduti nella Grande Distribuzione, mentre il valore complessivo della relativa spesa è sceso dell’1%. Anche per i vini IGT toscani, che nel 2024 hanno rappresentato l’8,5% del valore complessivo degli IGT venduti nella Distribuzione Moderna, si è rilevato un indebolimento della domanda con flessione degli acquisti in volume del 3%. Il profilo del consumatore tipo di vino DOP toscano, che acquista nella GDO, è prevalentemente over 60 (il 68% degli acquirenti) con reddito medio-alto, residente nel Centro Nord, mentre l’identikit del consumatore casalingo, che si rifornisce nel canale retail è over 55 e, sei volte su dieci, con un reddito sopra la media. Sul fronte delle vendite, tuttavia, c’è da considerare – sebbene nella debita scala di volumi – il buon andamento delle vendite presso i negozi specializzati che stanno mostrando un crescente interesse da parte dei consumatori per prodotti di qualità e per vini con caratteristiche di provenienza particolari.

La Settimana delle Anteprime di Toscana prosegue con gli appuntamenti curati dai Consorzi. Ecco il calendario

  • Sabato 15 e domenica 16 febbraio “Anteprima Nobile” – Consorzio del vino Nobile di Montepulciano – Montepulciano

    Lunedì 17 e martedì 18 febbraio “Chianti Classico Collection” – Consorzio vino Chianti Classico – Firenze, Stazione Leopolda

  • Mercoledì 19 febbraio “Chianti Lovers & Rosso Morellino” – Consorzio vino Chianti e Consorzio Morellino di Scansano – Firenze, Fortezza da Basso

  • Giovedì 20 febbraio “Anteprima L’Altra Toscana” – Firenze, Palazzo degli Affari

  • Venerdì 21 febbraio “Valdarno di Sopra Day” – Località Il Borro, San Giustino Valdarno Arezzo

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