In Fiera l’area espositiva del Consorzio del Prosciutto di Parma è ubicata nel padiglione 5.2 – posizione A 011
Dopo Cibus, il Consorzio del Prosciutto di Parma prosegue il calendario fieristico della “ripartenza” e torna in presenza ad Anuga, il più grande salone internazionale dedicata al settore alimentare, dal 9 al 13 ottobre a Colonia.
Il commento di Alessandro Utini, presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma
Anuga ha sempre rappresentato un palcoscenico internazionale molto importante per prodotti di qualità come il nostro – ha dichiarato Alessandro Utini – e lo è ancora di più oggi in questa fase di ripartenza. Con i primi segnali di ripresa, questo è per noi il momento ideale per analizzare la situazione di mercato del Prosciutto di Parma e per confrontarci da vicino con gli esperti del settore. Anuga rappresenta in qualche modo una vetrina strategica per tornare a promuovere a pieno regime il Prosciutto di Parma sui mercati internazionali anche alla luce degli ottimi risultati ottenuti dal segmento del preconfezionato che ha registrato un aumento del 17% nelle esportazioni, un fenomeno che, oltre a segnare un significativo cambiamento nelle scelte di acquisto e di consumo, ci ha sollecitato l’avvio di diversi progetti di valorizzazione del Prosciutto di Parma in stretta collaborazione con alcune catene della GDO europea.
Nel 2020 le esportazioni, che coinvolgono oltre 84 Paesi, hanno generato un fatturato stimato di 260 milioni €, con circa 2.500.000 Prosciutti di Parma, pari al 29% dei prosciutti marchiati.
I risultati migliori si sono registrati in quei mercati dove la quota del Prosciutto di Parma in vaschetta è stata preponderante rispetto alle vendite in altri canali: è il caso della maggior parte dei Paesi del centro e del nord Europa come Belgio, Olanda, Polonia e Danimarca; ma gli Stati Uniti restano il mercato dal potenziale maggiore. Qui, nonostante il calo delle vendite dovuto alla chiusura della ristorazione, il preaffettato ha fatto registrare un balzo eccezionale del 46% superando la Germania (12 milioni di vaschette) e diventando così il secondo mercato dell’affettato dopo il Regno Unito (18 milioni di vaschette).