Bisognerebbe partire dal testo di circa un anno fa, quello intitolato ‘Chiacchiere del Giorno di Pasqua‘, quando a proposito della pastiera scrissi : ‘ma questo è un altro capitolo’, bene, siamo arrivati all’altro capitolo.
Sono settimane che su GustoH24 si legge di ricette, addirittura di libri, di competizioni che coinvolgono la pastiera, ma quella unica e vera è quì, tra queste righe.
Anche questa volta il testo è teatrale, le protagoniste sono mia zia e le signore del pianerottolo, agguerritissime come ogni anno di questi tempi per dar nuova vita alla sagra della pastiera.
“Buongiorno signò, sto andando a comprare gli ingredienti per la pastiera”
“Di già?”
“Come sempre ne devo fare una quantitá industriale. Una per la commara di battesimo di mia figlia Nunzia, una per la commara di cresima di mia figlia Carmelina, una per i miei suoceri, una per mia zia che é troppo anziana per farla e una pure per noi.”
“Ma poi avete deciso se nell’ impasto ci mettete il burro o la sugna?”
“La sugna? No, no, è troppo grassa, il maiale si sa è troppo grasso, il burro è meno pesante”
” Ma poi quando stendete l’impasto va bene lo stesso con il burro?”
“Signò che c’entra? O con il burro o con la sugna non ci sono problemi”
” Non si spacca?”
“E come fa a spaccarsi? Io la stendo direttamene nella teglia”
“Madonna mia signò e che stiamo all’età della pietra? Poi quando si mangia ci vuole un bicchiere d’acqua per mandarla giù. La pasta deve essere stesa sottile e uniforme”
“Io ho mangiato quella di Scaturchio e devo dire che è veramente sottile”
“Una volta cotta non si capisce se l’impasto è stato steso con il matterello o direttamente nel ruoto”
“Ma il barattolo di grano ce lo mettete sano sano?”
“Il barattolo? Io non ho mai usato il grano del barattolo, lo spugno io un paio di giorni prima”
“Chi di voi lo frulla il grano ?”
“Per l’amor di Dio e che vogliamo togliere alla pastiera il suo sapore principe?”
“A me mi piace tutto frullato con la ricotta, viene come una crema”
“Certo, ma io la crema la faccio a parte e poi ce la metto”
“Secondo voi vale la pena perdere tempo a montare a neve le chiare delle uova?”
“Io ho visto che è la stessa cosa e quindi non le monto”
“A me pare che il risultato è più leggero, tanto bastano pochi minuti”
“Per me il problema più grosso è quello dello zucchero, mi sembra sempre assai quello che si trova nelle ricette”
“E voi assaggiate man mano che lo mettete”
“Per l’amor di Dio io non assaggio mai niente, non tengo mai genio di assaggiare quello che cucino”
“Io non ci posso mettere canditi, i miei sono capaci di non mangiarla se trovano pezzetti di cedro o scorzette di arancia. Io poi dico, ma che pastiera è senza canditi?”
“A proposito di arancia chi di voi usa la fiala? Io no. Ho letto gli ingredienti una volta e ho visto che non c’è niente di naturale e allora preferisco grattuggiare una buccia di arancia fresca”
“Ma non è la stessa cosa, il profumo e l’aroma che danno la fiala sono insuperabili e poi quando grattuggiate la buccia dell’arancia fate attenzione, potrebbe essere anche più inquinata della fiala”
“L’ultima volta che ho fatto le strisce sono affondate nel ripieno, come mai?”
“Forse erano troppo pesanti, le avete messe in diagonale?”
“No, erano dritte”
“E non vi sembrano la grata di una prigione? Mettetele in diagonale che è meglio, viene più slanciata”
“Mia figlia mi ha detto che per cuocerla va meglio lo stampo a cerniera”
“Gesù, da che mondo è mondo la pastiera vuole il suo stampo di alluminio leggero e rotondo”
“Una mia amica usa uno stampo a forma di cuore, le ho detto che non va bene e lei ha risposto che gli ingredienti sono gli stessi, ma io ho insistito e ho precisato che quella non è una PASTIERA!!”