L’analisi del XVIII Rapporto Ismea-Qualivita attesta la solidità e la forza di un sistema capace di promuovere lo sviluppo nell’intero territorio italiano e che, in questa fase di difficoltà legata all’emergenza Covid-19, può puntare sugli aspetti che si confermano pilastri strategici per le Indicazioni Geografiche e per il settore agroalimentare italiano.
I dati economici della #DopEconomy, relativi al 2019, delineano infatti un settore di primaria importanza e in crescita: 16,9 miliardi di euro di valore alla produzione (+4,2% in un anno), un contributo del 19% al fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano e un export da 9,5 miliardi di euro (+5,1% in un anno) che corrisponde al 21% delle esportazioni nazionali di settore, grazie al lavoro di oltre 180.000 operatori e l’impegno dei 285 Consorzi di tutela riconosciuti.
#DopEconomy: quasi 17 miliardi di contributo all’economia agricola italiana
Il valore di 16,9 miliardi di euro della produzione certificata DOP IGP agroalimentare e vinicola nel 2019 evidenzia un +4,2% rispetto all’anno precedente (che aveva segnato a sua volta un +6,0%) e confermando un trend di crescita ininterrotto negli ultimi dieci anni. La #DopEconomy fornisce un contributo del 19% al fatturato complessivo del settore agroalimentare nazionale, grazie soprattutto alle grandi produzioni certificate, ma anche con il contributo delle nuove filiere DOP IGP: solo nel comparto del Cibo, mezzo miliardo di valore alla produzione è da attribuire a Indicazioni Geografiche certificate dal 2010 in poi. L’agroalimentare DOP IGP vale 7,7 miliardi di euro alla produzione e il vitivinicolo imbottigliato raggiunge 9,2 miliardi di euro.
Export DOP IGP: qualità e origine alla guida delle esportazioni nazionali
Le DOP e IGP agroalimentari e vitivinicole consolidano il ruolo guida della qualità “made in Italy” agroalimentare all’estero. L’export del settore, pari a 9,5 miliardi di euro, ha messo a segno nel 2019 una crescita del +5,1% mantenendo una quota del 21% sul fatturato all’estero dell’intero agroalimentare. Il contributo maggiore a questo risultato è fornito dal comparto dei vini con un valore di 5,6 miliardi di euro, ma cresce anche il segmento del Cibo DOP IGP che si attesta sui 3,8 miliardi di euro per un +7,2% annuo.
Impatto territoriale: cresce il valore in 17 regioni, traina il Nord Italia
L’analisi degli impatti economici delle filiere agroalimentari e vitivinicole DOP IGP attesta la positiva ricaduta sull’intero territorio nazionale, con 17 Regioni che contribuiscono, seppure con intensità diverse, alla crescita del comparto. A fare da traino è il Nord Italia con Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte che concentrano il 65% del valore produttivo delle filiere a Indicazione Geografica.
CIBO DOP IGP STG: grandi e piccoli, il valore cresce del +5,7%
Il Cibo italiano DOP IGP STG nel 2019 raggiunge i 7,7 miliardi di euro di valore alla produzione e cresce del +5,7% in un anno, con un trend del +54% dal 2009. Bene anche il valore al consumo pari a 15,3 miliardi di euro per un +63% sul 2009. Prosegue anche nel 2019 la dinamica positiva delle esportazioni: +7,2% in un anno, +162% dal 2009 e un valore che ha raggiunto i 3,8 miliardi di euro. Mercati principali si confermano Germania (786 mln €), USA (711 mln €), Francia (525 mln €) e Regno Unito (273 mln €).
Vino DOP IGP: 9,2 miliardi di euro valore record imbottigliato
Nel 2019 la produzione di vino IG certificata supera la soglia dei 25 milioni di ettolitri, risultato di tendenze opposte tra le DOP (+6,2% grazie anche all’introduzione di nuove produzioni) e le IGP (-1%). Il valore della produzione di vini a IG sfusa è di circa 3,5 miliardi di euro, mentre all’imbottigliato raggiunge i 9,2 miliardi di euro: di questi, 7,6 miliardi sono rappresentati da vini DOP, che ricoprono un peso economico pari all’82% del vino IG. Le esportazioni raggiungono 5,6 miliardi di euro (+4%) su un totale di 6,4 miliardi di euro (+3%) dell’export vitivinicolo italiano nel suo complesso.
Tutto il rapporto Qualivita QUI
L’intervento della ministra Teresa Bellanova
DOP IGP spina dorsale di tenuta sociale ed economica dei nostri territori. Al lavoro per rafforzare l’export e tutelare le nostre eccellenze dalla contraffazione
“Questa giornata è divenuta ormai un passaggio fondamentale per fornire indicazioni alle politiche sulle indicazioni geografiche del nostro Paese.
Il Rapporto Qualivita Ismea ci restituisce, infatti, non solo dati economici fondamentali ma una fotografia dettagliata del mondo delle denominazioni che per molti nostri territori rappresentano la spina dorsale di tenuta sociale ed economica. Di più: uno straordinario volano di crescita e di manutenzione della qualità territoriale integrata, capace anche di influire in modo sostanziale sulle scelte di sviluppo cui sono chiamate le comunità di riferimento”. Così la Ministra Teresa Bellanova intervenendo stamane alla Presentazione del Rapporto Ismea – Qualivita 2020.
“Un patrimonio rilevante del nostro Paese, teso a valorizzare territori ed imprese impegnate in un continuo processo di qualità produttiva, sostenibilità ambientale, salvaguardia del paesaggio, incremento dell’occupazione, sviluppo economico”, ha sottolineato Bellanova, “tutte parole chiave che rientrano nelle nuove direttive di rivisitazione e sviluppo della politica agricola comune. E soprattutto un Patrimonio che non smette di rafforzarsi, segno evidente della sua fortissima capacità di catalizzare nuove comunità territoriali e produttive in modo virtuoso”.
E ancora: “Per le nostre prime dieci DOP”, ha detto Bellanova, “registriamo un tasso di esportazioni importanti, ma dobbiamo poter ampliare questo elenco, rafforzare le altre produzioni di qualità riconosciuta. Significa utilizzare al meglio le risorse disponibili per presidiare i mercati, aprire nuove strade, interpretare il tempo nuovo che la pandemia ci costringe a vivere”.
“Lavoreremo insieme sul Patto per l’export, dove abbiamo fortemente voluto che ci fosse un chiaro ed esplicito riferimento al sistema delle denominazioni. E dove abbiamo preteso che ci fossero impegni chiari contro l’Italian sounding. Perché sappiamo molto bene -ha concluso la Ministra- come vittima di imitazione e di furto di identità all’estero sono proprio le nostre eccellenze e una delle migliori risposte è la nostra presenza sul mercato. Dobbiamo ripartire, come dite giustamente, dall’origine. E dobbiamo saperla difendere”.
Paolo De Castro, della Commissione agricoltura dell’Europarlamento: tutelare il reddito dei lavoratori agricoli anche nel futuro
Ci sono state molte preoccupazioni durante il dibattito riguardo l’attuale congiuntura green dell’Unione europea e in particolare sulla possibilità che gli obiettivi di rafforzamento delle produzioni bio e di riduzione dell’impatto ambientale possono drenare risorse ai prodotti Dop e Igp.
“E’ vero che su Green Deal e Farm to Fork ci sono motivi di preoccupazione, ha detto Paolo De Castro, della Commissione agricoltura dell’Europarlamento. Condividiamo gli obiettivi ambientali Ue anche se restiamo convinti che non vada dimenticato l’equilibrio tra sostenibilità ambientale, economica e sociale. La Politica agricola comune è nata più di 50 anni fa con precisi compiti di tutela del reddito dei lavoratori agricoli che vanno garantiti anche nel futuro. Gli obiettivi di riduzione di fitofarmaci e antibiotici vanno raggiunto insieme agli agricoltori che devono continuare a realizzare prodotti per le tavole dei consumatori europei”.