Forse non tutti sanno che la storia degli spaghetti alla carbonara è strettamente legata alla Storia con la S maiuscola.
Per raccontare le origini di questo iconico piatto della cucina italiana l’Adriatic Veterans Car Club, l’Automotoclub Storico Italiano e il Grand Hotel Des Bains, con il patrocinio del Comune di Riccione, porteranno in scena a Riccione domenica 12 settembre Venti di Guerra e Carbonara.
La rievocazione storico-gastronomica farà viaggiare gli ospiti indietro nel tempo fino a quel 22 settembre 1944, quando lo chef bolognese Renato Gualandi, proprio al Grand Hotel Des Bains, mise insieme le prime portate dagli alleati che sfondarono la linea gotica – rosso d’uovo e latte in polvere, formaggio, pasta e, naturalmente il bacon – per dare vita al primo piatto di spaghetti alla carbonara.
Il 12 settembre alle ore 10.30 una colonna composta da 50 automezzi della Seconda Guerra Mondiale – Jeep, Dodge, anfibi, autoblindo, carri armati – e da 100 partecipanti in perfetta uniforme, preceduti da una band scozzese, entrerà in viale Ceccarini a Riccione, alla presenza dei sosia dei generali Alexander, Leese, Clark, Montgomery.
I mezzi verranno stazionati in viale Ceccarini e viale Gramsci, dove si terrà la benedizione delle bandiere.
Il pranzo della “carbonara” avverrà dove è iniziata la leggenda, al Grand Hotel Des Bains.
Quattro chef di fama internazionale – Luca Angelini, Luciana Pozzuto, Aniello Di Lieto e Gerardo De Bonis – si esibiranno, ognuno in una propria interpretazione degli “spaghetti alla carbonara”; una giuria composta da gastronomi e giornalisti specializzati premierà la migliore carbonara del 2021.
La Storia
Gli spaghetti alla carbonara traggono le loro origini dalle mani sapienti di Renato Gualandi, chef bolognese definito da Luigi Carnacina “uno dei più valenti chef europei”, che ha servito grandi personaggi come Charles De Gaulle, Brigitte Bardot, Mitterand, la regina d’Olanda, Palmiro Togliatti, Enrico Mattei ed Enzo Ferrari e ha ricevuto – unico chef italiano – il commendatorato della cucina francese. Nel settembre 1944 Gualandi, militare durante la guerra in Jugoslavia, al rientro in patria dopo lo sfaldamento dell’esercito italiano si incamminò verso Riccione per rivedere Lucia Berardi, la morosa conosciuta prima della guerra e che lavorava come cameriera al Grand Hotel Des Bains, dove lui prestava servizio come aiuto cuoco.
Il 21 settembre gli alleati sfondarono la linea gotica a Riccione e i generali Leese, Clark e Alexander della V° e VIII° armata anglo/americana decisero di organizzare la cena della vittoria, passando a Gualandi i prodotti che portavano con sé: rosso d’uovo e latte in polvere, formaggio, pasta di incerta provenienza (posseduta dagli australiani) e bacon. Gualandi disse di avere maturato la ricetta della carbonara attingendo da conoscenze culinarie acquisite in Jugoslavia gustando il piatto tradizionale “spikrofi” (una sorta di raviolo ripieno di formaggio e con una salsa simile alla carbonara). Mescolò tutto con crema di latte, crema di formaggio e una spolverata di pepe nero.
E fu proprio la guarnizione di pepe nero, che ricordava allo chef la polvere di carbone, a dare il nome alla ricetta oggi conosciuta in tutto il mondo come la “carbonara”.
Gualandi ci ha lasciato, ultranovantenne, nel 2016 e “Venti di Guerra e Carbonara” vuole essere un tributo al grande chef e all’invenzione di questo delizioso piatto della cucina italiana.