Il 3 agosto del 2014 all’età di 67 anni ci lasciava Stefano Bonilli, una grande firma del giornalismo enogastronomico italiano.

Era stato un nostro caro amico Stefano, dai tempi de il Manifesto, dove  lavorava e dove fondò il Gambero Rosso, nato prima come supplemento di otto pagine del quotidiano diretto da Luigi Pintor, poi come pubblicazione autonoma.

Mentre lo ricordiamo con affetto trascriviamo una frase che Stefano scrisse ricordando quel lontano periodo: “Il manifesto quotidiano aveva ospitato il primo numero del Gambero Rosso che io avevo fondato, scritto, impaginato e pubblicato per la prima volta e tra mille difficoltà il 16 dicembre del 1986 e da allora al febbraio del 1992 le strade tra manifesto e Gambero Rosso erano state comuni, uniche e irripetibili”.

Bonilli ha infatti diretto poi il (nuovo) Gambero Rosso (il nome deriva dall’osteria in cui il Gatto e la Volpe portarono a cena Pinocchio nel romanzo di Collodi) per 22 anni, fino al 2008, creando la tv e la Città del Gusto.

E’ stato Daniele Cernilli, insieme a Carlin Petrini di Slow Food, a curare nel 1987 la prima edizione della guida ai vini. Nel suo “Memorie di un assaggiatore di vini”, Einaudi 2006, Cernilli spiega la genesi di quel punteggio in bicchieri che ancora oggi è uno dei marchi di fabbrica del Gambero: “Con una bottiglia si riescono a servire sei bicchieri di vino, in media, ed è molto triste, oltre che poco salubre, bersela da soli. Una bottiglia si beve almeno in due persone, e se il vino è molto buono, allora si finisce. E si bevono tre bicchieri a testa. Bene, i vini migliori dovevano perciò avere il punteggio di tre bicchieri, due quelli un po’ meno buoni, uno quelli che vale la pena almeno provare, nessuno per quelli che ci convincevano poco”.

E proprio Daniele Cernilli ieri sul suo sito DoctorWine ha scritto  un amaro ricordo di Stefano dal titolo Bonilli e la damnatio memoriae”Ho collaborato con lui per 22 anni, siamo stati amici, quasi fratelli, nell’impresa del Gambero a partire dal 1986 e fino al 2008, ha scritto Cernili…………Ma perché ricordo Bonilli ad ogni anniversario della sua morte? Perché da allora tutto ciò che lui ha fatto, inventato, scritto, è caduto in un dimenticatoio insopportabile per ragioni che non sto qui a commentare, ma che ha determinato nei fatti la scomparsa dal web delle sue ultime avventure lavorative, il Papero Giallo e la Gazzetta Gastronomica, e la sostanziale cancellazione di tutto ciò che ha scritto negli anni sul Gambero Rosso….”.  (L’articolo integrale di Daniele Cernilli).

Noi oggi vogliamo ricordare, il caro Stefano, ripubblicando il suo editoriale con il quale presentò, il 16 dicembre 1986, il Gambero Rosso, supplemento de Il Manifesto

Facciamo la guerra. Guerra dichiarata da un piccolo gruppo di persone, molto determinate e molto coscienti, ai commercianti, ai produttori, ai ristoratori. Non tutti, naturalmente, certo quelli che costantemente, quotidianamente, cercano di fregare il consumatore,
La guerra, per la verità, anche se non dichiarata, si combatte da sempre, ogni mattina, nei negozi, al mercato e poi al ristorante, ed è fatta di agguati, fughe, contrattacchi, vendette.
Una volta era uno scontro tra poveri, si imbrogliava sul peso, oggi è da società opulenta, si imbroglia sulla qualità, non si rispettano le leggi sanitarie, si approfitta dell’ignoranza del cliente per aumentare del trecento per cento i prezzi, pensiamo al vino in molti ristoranti.

È guerra con i produttori, anche in questo caso non tutti, ma quelli che usano prodotti che a lungo andare recheranno danno al consumatore.
Un esempio per tutti, l’uso massiccio dei pesticidi in agricoltura che inaridisce la terra e lascia residui nei prodotti della catena alimentare.
L’esercito che ufficialmente vuole combattere questa guerra è un esercito piccolo ma compatto.

Ci sono 22.000 soci della neonata Arci Gola e ci sono i lettori del manifesto.
Bene, questo gruppo, apparentemente piccolo, ha un enorme potenziale di condizionamento del settore agroalimentare
Non per far nascere l’ennesima associazione dei consumatori, che in Italia hanno avuto scarso seguito, divise tra rivalità e gelosie politiche e personali, ma per dare voce ai problemi che il consumatore si trova di fronte ad ogni passo.

Noi, lettori del manifesto, soci dell’Arci Gola, siamo già un gruppo di pressione in grado di lasciare il segno, di penalizzare chi tenta di imbrogliare il consumatore e di premiare chi opera bene, piccolo o grande che sia.
Il modo è semplice, basta non comprare e non far comprare più un determinato prodotto, basta fare il vuoto attorno al locale a caccia di turisti da spennare (e, quando ci muoviamo, diventiamo tutti un poco creduloni e un poco anche turisti da spennare).
Basta orientarsi verso ci vende la qualità, che non sempre coincide con il prezzo più alto.
Come orientarsi?
Non ci sono problemi, scendiamo i campo noi del Gambero Rosso e voi che ci leggete. Voi ci segnalate le cose buone e cattive che incontrate e noi diamo voce ai problemi.
Perché, sapete, non è difficile vivere meglio, ci vuole così poco, e queste pagine provano ad essere, ogni mese, un’arma in più per vincere la guerra, Buon Natale, Buon Anno e, per tutto questo mese, Buon Appetito.

Stefano Bonilli