Dopo tre anni di negoziato e un paio di rinvii alla fine l’accordo sulla riforma della Politica agricola comune 2023-2027 è arrivata.
L’accordo dovrà ora passare il vaglio del Consiglio dei ministri dell’Agricoltura che si terrà questa settimana e, dopo l’estate, essere approvato dalla Commissione Agricoltura del parlamento e, infine, in plenaria. Un percorso legato alla partita del Piano Strategico Nazionale da chiudere entro l’estate del 2022.
Il cosiddetto trilogo tra Parlamento, Consiglio e Commissione europea ha sbloccato i principali nodi rimasti sul tavolo per la gestione dei circa 350 miliardi di finanziamenti europei al settore agricolo 2021 – 2027.
Per l’Italia l’accordo vale circa 34 miliardi fino al 2027, che salgono a 50 miliardi considerando anche il cofinanziamento nazionale dei fondi per lo sviluppo rurale.
Complessivamente il 15% in meno in termini reali rispetto alla passata programmazione secondo le stime di Confagricoltura, a fronte di un taglio medio Ue del 10 per cento. Ora la sfida sarà definire entro l’anno il Piano strategico nazionale, in accordo con le regioni, per l’attuazione della riforma.
I commenti
Per il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti «la riforma è stata migliorata ma non possiamo dirci soddisfatti dell’accordo raggiunto». In particolare, aggiunge, «dalla lettura dei testi ci sembra che non sia stato assolutamente centrato l’obiettivo della semplificazione amministrativa da tutti auspicato».
Gli ecoschemi, dice il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, «dovranno essere tradotti in misure semplici ed efficaci in termini di innovazione per consentire agli agricoltori di continuare nel percorso di sostenibilità già iniziato».
Per il presidente della Cia Dino Scanavino l’accordo va nella giusta direzione ma ora «non è più rinviabile la definizione del Piano strategico nazionale che permetta agli agricoltori italiani di essere all’altezza del cambiamento che gli si richiede».
Gli ambientalisti sul piede di guerra: “Schiaffo alle ambizioni ambientali e climatiche dell’Ue”
Eleonora Evi, europarlamentare di Europa Verde, rilascia una dura dichiarazione: “l’accordo raggiunto dalle istituzioni europee rappresenta uno schiaffo alle ambizioni ambientali e climatiche dell’Ue, slegando un terzo del bilancio UE dal rispetto degli obiettivi del Green deal europeo e un assegno, pressoché in bianco, alla lobby dell’agribusiness”. Secondo la Evi “questo accordo conferma il disastroso status quo in cui grandi aziende agricole che praticano un modello di agricoltura industriale insostenibile ricevendo la maggior parte dei sussidi PAC, a discapito dei piccoli agricoltori che, lasciati con le briciole, continuano a sparire a vista d’occhio”.
Marco Contiero di Greenpeace Europa invita a gli eurodeputati a votare contro questa Pac: “I leader dell’Ue cercheranno di vendere la riforma come un successo ambientale, ma non ci facciamo ingannare dal greenwashing”.
Soddisfatto Paolo De Castro, coordinatore S&D della ComAgri
“Dopo tre anni di trattative, alle ore 1:40 di questa notte abbiamo raggiunto un primo importante accordo sui Piani strategici per la riforma della Politica agricola comune che ci accompagnerà fino al 2027. Ed entro oggi contiamo di chiudere la partita anche sugli altri due dossier legislativi, quello sull’Organizzazione comune di mercato e il regolamento Orizzontale”. Così Paolo De Castro, coordinatore del Gruppo S&D alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo, commenta a caldo l’intesa trovata nelle ultime ore al “Jumbo Trilogo” tra Commissione, Consiglio e Parlamento europeo.
“Si tratta della chiusura di una trattativa serrata che abbiamo condotto sul dossier forse più delicato – osserva De Castro – e che sancisce la nascita ex novo di un terzo pilastro della PAC, perché accanto alla dimensione economica e ambientale la nuova Politica agricola prevederà anche quella della condizionalità sociale, con il rafforzamento dei diritti dei lavoratori”.
“Nelle prossime ore – conclude l’eurodeputato PD – entreremo nel merito delle questioni oggetto della trattativa, con i principali dettagli dell’accordo raggiunto al Trilogo Ue”.