La produzione etichettata di Salame Felino IGP aumenta del 4,7% su base annuale
Il fatturato al consumo, che si attesta su 80 milioni di euro, fa registrare un +6,7% rispetto al 2020. Continua il boom del preaffettato (+4,5%) e la GDO si conferma il principale canale di commercializzazione.
Penalizzato dall’emergenza sanitaria da Covid-19, l’export ha una incidenza del 5% sul giro d’affari del Salame Felino IGP: i Paesi UE sono il principale partner commerciale, assorbendo oltre l’80% delle esportazioni. Nonostante la crescita dei costi, l’outlook 2022 è positivo.
Numeri in crescita, a volume come a valore, nel 2021 per il comparto del Salame Felino IGP, che, nel territorio della Food Valley parmense raggruppa 14 aziende e dà impiego a circa 500 addetti, tra lavoratori diretti e dell’indotto. Secondo i dati forniti da ECEPA – Ente Certificazione Prodotti Agro-alimentari, crescono del 7,9% su base annua i kg di carne fresca suina destinati alla filiera, mentre aumenta del 4,7% il prodotto etichettato, che si attesta sui 3,66 milioni di kg. A valore, la produzione di Salame Felino IGP sfiora i 30 milioni di euro. Il fatturato al consumo è stato di 80 milioni di euro, pari a un +6,7% rispetto al 2020.
La GDO si conferma il principale canale di commercializzazione. Buone le performance fatte registrare dal libero servizio, con il Salame Felino IGP acquistato intero o in tranci. Significativa la crescita del segmento del preaffettato: al 31 dicembre 2021, i kg di Salame Felino IGP destinati all’affettamento sono stati oltre 596.000. L’incremento a volume rispetto al 2020 è pari al 4,5%. Si tratta di una tendenza di lungo periodo: il fenomeno ha semplicemente subito un’accelerazione negli ultimi due anni, come conseguenza dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Già nel 2020, rispetto al 2019, le vendite a volume di Salame Felino IGP preaffettato erano infatti cresciute dell’8,4%.
Come spiega Umberto Boschi, Presidente del Consorzio di Tutela del Salame Felino IGP, «Quello del preaffettato è un risultato importante, direi quasi sorprendente nella misura. Dobbiamo infatti considerare che il 2021 ha visto la ripartenza del canale horeca che per il nostro comparto è importante: questo avrebbe potuto penalizzare le vendite in GDO, a libero servizio. Così non è stato. Sono convinto che la serie positiva del Salame Felino IGP preaffettato sia destinata a proseguire anche nel prossimo futuro. Per il consumatore, infatti, la vaschetta ha un elevato contenuto di servizio: velocizza le operazioni di acquisto, preserva le qualità organolettiche del nostro prodotto, è garanzia di sicurezza alimentare, evita gli sprechi ed è perfetta per il consumo fuoricasa».
Per quanto riguarda i mercati esteri, sono 177.000 i kg di prodotto etichettato destinati all’export, che rappresenta quindi circa il 5% del giro di affari del Salame Felino IGP. Un risultato influenzato dall’emergenza sanitaria da Covid-19, che ha complicato gli scambi commerciali tra Paesi. L’area UE rimane il principale mercato di destinazione del Salame Felino IGP, con un’incidenza superiore all’80% delle esportazioni di prodotto.
«Considerate le premesse difficili, possiamo essere soddisfatti dell’andamento del comparto del Salame Felino IGP nel 2021 – afferma il Presidente del Consorzio di Tutela Umberto Boschi. Per il 2022, l’obiettivo è dare continuità a questa crescita. Il principale motivo di ottimismo è rappresentato dall’evoluzione della situazione sanitaria, in virtù dei progressi della campagna vaccinale. Secondo un recente studio di TradeLab, società di consulenza e analisi, dopo che il 2021 ha visto una crescita del fuori casa pari al 22% sul 2020, il 2022 dovrebbe segnare un ritorno ai livelli pre-pandemia, nell’ordine di 85 miliardi di euro. Con gli scambi commerciali tra Paesi avviati a una maggiore semplicità, confidiamo anche in una ripresa significativa dell’export: un fronte importante per tutte le aziende del comparto del Salame Felino IGP. Sul piano della comunicazione, il Consorzio di Tutela del Salame Felino IGP tornerà a partecipare a manifestazioni fieristiche, a cominciare da Cibus, ed eventi: l’obiettivo è promuovere la cultura di prodotto dialogando sia con operatori b2b sia con foodie e potenziali consumatori».
La criticità maggiore è costituita dalla crescita dei costi. Come spiega il Presidente Boschi, «Questa dinamica è legata a vari fattori. Uno è rappresentato dal mercato dei suini e delle carni nazionali: temiamo rincari significativi, sia perché cresce la domanda sia come riflesso di altri costi, come ad esempio le alte quotazioni dei mangimi. Altri fattori interessano tutto il mondo agroalimentare italiano: aumentano, e in doppia cifra, i costi di filiera, da quelli legati al consumo di energia al packaging, per arrivare ai trasporti. Tutti questi aumenti incidono sulla marginalità delle aziende che producono Salame Felino IGP».