“C’è un silenzio assordante sui temi della sanità pubblica, eppure i servizi sono in peggioramento”
Su una questione sono tutti d’accordo (sindacati, ordini, società scientifiche, aziende, cittadini): la vera emergenza del sistema sanitario pubblico oggi coincide con la carenza cronica di personale e nella disorganizzazione. Se gli operatori sono il vero unico e insostituibile capitale allora senza operatori la stessa esistenza dei servizi è sotto scacco. Ce ne stiamo accorgendo ora che sono diminuiti i medici di medicina generale lasciando scoperte intere comunità di cittadini.
L’altro problema è il mancato finanziamento del Servizio sanitario nazionale che oggi arriva al 6,2% del Pil ed è previsto dal prossimo Def che salirà al 7,5& del Pil.
Ma il problema dei problemi è la popolazione anziana con un sistema di assistenza che sta collassando. Nella classifica dei paesi più virtuosi nella cura degli anziani, che dedicano a questa voce ben oltre il 2% del Pil (dati del 2014), troviamo l’Olanda (2,95%), Svezia, Danimarca, Svizzera, Belgio, Germania, Francia e Austria investono tra l’1,5 e l’1,8%. L’Italia è nettamente staccata (0,94%), accanto a Repubblica Ceca, Slovenia e Spagna.
Ora la denuncia arriva da Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani che in comunicato, diffuso oggi 18 luglio 2023, scrive: “C’è un silenzio assordante sui temi della sanità pubblica, eppure i servizi sono in peggioramento e gli anziani hanno sempre più difficoltà ad accedere alle cure, specialmente nelle aree rurali e interne.
Dopo il Covid, si doveva avviare una stagione di investimenti, anche per recuperare i ritardi accumulati per visite e interventi –spiega Anp– e invece si procede verso una fase di definanziamento. La spesa sanitaria complessiva, infatti, è scesa sotto il 6,5% del Pil, ovvero la soglia al di sotto della quale non sono garantiti i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza).
E’ quello che sta accadendo, con l’aggravante che alcuni sistemi sanitari, soprattutto al Sud, già in grave difficoltà, si trovano a non poter garantire i servizi di base. Tanto che è ripartito, dopo la pandemia, il fenomeno della migrazione da una regione all’altra per motivi sanitari, che coinvolge oltre 500.000 persone l’anno.
Oggi le liste d’attesa per esami specialistici e interventi chirurgici superano anche un anno in molti ospedali pubblici –osserva l’Associazione pensionati di Cia– mentre la sanità privata cresce ogni giorno, con un terzo della spesa sanitaria ormai completamente a carico delle famiglie.
In questo quadro, gli anziani sono la categoria più esposta. L’assistenza domiciliare, le case di comunità, i servizi previsti dalla nuova legge sulla non autosufficienza, i medici che continuano a scarseggiare, restano tutte questioni aperte che con urgenza occorre affrontare, anche utilizzando al meglio le risorse del Pnrr.
Anche perché -ricorda Anp- siamo in una fase storica in cui aumentano le situazioni di disagio sociale e di povertà delle famiglie, che non si risolvono solo con iniziative isolate, seppur apprezzabili, come la recente social card “Dedicata a te” e destinata agli acquisti di beni alimentari di prima necessità, ma di modesta entità e con criteri di parzialità. Per l’Associazione pensionati di Cia, piuttosto, servono seri interventi strutturali, come l’aumento delle pensioni minime; politiche di contrasto vero al disagio sociale; un sistema efficiente di servizi, a cominciare dalla sanità, per garantire equilibrio, giustizia sociale e uguaglianza dei diritti”.