Sorridono i produttori ortofrutticoli sardi in questo inizio di agosto che sta facendo il pieno di turisti. I dati parlano chiaro: la vendita dei prodotti ortofrutticoli sono in netta crescita, più del 20 per cento rispetto alla scorsa estate.
Affari che hanno faticato a decollare sino a luglio, ma già dai primi giorni di agosto, con l’arrivo nell’Isola dei turisti, la ripresa non si è fatta attendere.
È il primo parziale bilancio per i grossisti del mercato agroalimentare della Sardegna, con sede a Sestu “Se i turisti non si faranno intimorire dallo spauracchio della zona gialla – spiega all’agenzia Ansa, Vincenzo Pisano, presidente della Coagri Sardegna, l’ente gestore del mercato – quest’anno le vendite potrebbero schizzare ai livelli pre pandemia del 2019. Nel 2020 abbiamo registrato un calo dal 5% al 10% e un decremento del fatturato pari al 7% dovuto al Covid e alla difficoltà di reperire alcuni prodotti, in particolare albicocche, ciliegie e pesche, come è accaduto in tutti gli altri centri agroalimentari”.
Nel mercato all’ingrosso i produttori sono fieri di portare angurie, meloni, pesche di cui i sardi sono buoni produttori. Anzi nel caso dei cocomeri -affermano alcuni produttori- “siamo noi a raggiungere le tavole degli italiani più facilmente, immettiamo infatti sul mercato del bel Paese ben i 5% di tutto il prodotto consumato in Italia”.
Il mercato agroalimentare della Sardegna è stato inaugurato il 27 maggio del 2007.
All’interno della struttura coperta di 40 mila metri quadri (28 mila sono destinati ai locali di vendita e deposito delle merci e 12 mila alla galleria), ogni giorno si sviluppano le attività di vendita all’ingrosso dell’ortofrutta e le operazioni di carico e scarico.
Ottantamila metri quadri sono destinati alla viabilità interna e ai parcheggi. Il fatturato annuo è di 150 milioni di euro. I 70 operatori del mercato sono anche proprietari dei box e le aree comuni sono condominiali.
Sono circa 1000 i clienti provenienti da tutta l’Isola.