20 novembre Tokyo – 22 novembre Singapore – 23 novembre Ho Chi Minh- I vini del Bel Paese tornano in Oriente a novembre con Simply Italian Great Wines – Asia Tour 2017. Tre tappe in altrettanti mercati chiave del Sol Levante, dove il vino italiano ha ancora un enorme potenziale di crescita.
Dopo il grande successo delle scorse edizioni, I.E.M. International Exhibition Management torna in Oriente con Simply Italian Great Wines – Asia Tour 2017. L’ottava edizione dell’evento ideato da I.E.M. per valorizzare e promuovere l’eccellenza enologica italiana prende il via fra qualche giorno, raggiungendo tre città simbolo di altrettanti mercati chiave del Sol Levante: Giappone (Tokyo), Singapore e Vietnam (Ho Chi Minh).
Il tour comincia lunedì 20 novembre al Meguro Hotel Gajoen di Tokyo (1 Chome-8-1, Shimomeguro, Meguro). L’appuntamento, storico e consolidato, prevede un interessante seminario di Federdoc sulla tracciabilità e il sistema delle denominazioni italiane (ore 12-13), presentato dal giornalista Isao Miyajima, accanto a un programma serrato di incontri b2b: il format migliore per favorire il confronto diretto con gli importatori nipponici.
Si prosegue mercoledì 22 novembre al The Fullerton Hotel di Singapore (1 Fullerton Square) con un grande walk-around tasting riservato agli importatori locali (ore 10.30-12.30) e ai rappresentanti del trade e della stampa (ore 13.30-17). Dalle 10.30 alle 12.30, in parallelo, si svolge la degustazione guidata “Discover the Iconic Wines of the Grandi Marchi, Italy’s Premium Brands”, organizzata da IGM (Istituto del vino italiano di qualità Grandi Marchi) e condotta da Ying Tan MW. Stesso programma giovedì 23 novembre al Park Hyatt Saigon di Ho Chi Minh City (2 Lam Son Square, District 1), con il seminario di IGM alle ore 14 e il walk-around tasting delle Cantine protagoniste dalle 15 alle 18. La tappa vietnamita, inaugurata nel 2016, è stata riconfermata dopo il successo ottenuto nella scorsa edizione.
Giappone, Singapore e Vietnam sono mercati profondamente diversi, dove il vino italiano ha ancora un enorme potenziale di crescita. «L’import vinicolo complessivo in Giappone, dove il Bel Paese è terzo partner commerciale, vale 1.343 milioni di euro nel 2016 (+1,8% rispetto al 2015). Cresce la domanda di etichette d’alta gamma, aumenta il prezzo medio (5 euro a litro, +6,2%) e si diffonde la cultura enologica, veicolata da ristoranti e winebar», spiega Marina Nedic, managing director di I.E.M. Al di là della Francia, che pesa il 53% del mercato, la sfida si gioca tra Italia (165 milioni di euro per 408 mila ettolitri) e Cile (167 milioni di euro per 801 mila ettolitri di vino). «Il nostro vantaggio competitivo risiede nella qualità: riuscendo a comunicare l’eccellenza qualitativa del made in Italy, possiamo intercettare la domanda di vini di fascia medio-alta», prosegue Marina Nedic. Che precisa: «È esattamente l’obiettivo degli eventi Simply Italian».
Singapore è un hub commerciale e logistico strategico per raggiungere i mercati del sud-est asiatico, fra i primi 20 importatori mondiali di vino (il comparto nel 2016 valeva 443,2 milioni di euro per 299,6 mila ettolitri). L’elevato potere d’acquisto offre ottimi margini di crescita per le etichette di fascia medio-alta, considerando anche la notevole crescita del consumo pro-capite (+20% tra 2011 e 2015), che proseguirà al ritmo del +4% all’anno fino al 2020. «L’Italia, terzo Paese importatore dopo l’Australia e la Francia, cresce in valore (19 milioni di euro, +3,3%) e nel prezzo medio (8,17 euro al litro, +3,5%)» spiega la managing director di I.E.M. «In particolare, galoppano i rossi Dop, con tassi di crescita quasi sempre a due cifre».
Infine il Vietnam, un mercato giovane, in rapida evoluzione. Qui il consumo enologico ha visto una vera impennata tra 2010 e 2015: +60% in volume e +111% in valore, attestandosi nel 2016 a 21,3 milioni di euro per 92,9 mila ettolitri. Il vino è considerato un prodotto salutare (in particolare il rosso) e uno status symbol, ed è bevuto per lo più nei centri urbani urbani (Ho Chi Minh, Hanoi, Da Nang). «Con 3,7 milioni di euro per 11,6 mila ettolitri nel 2016, l’Italia è il terzo partner commerciale del Paese, dopo Francia (7,1 milioni di euro, +8,5%) e Cile (6,3 milioni di euro, -11,6%). Dobbiamo cogliere l’attimo: siamo l’unico Paese importatore con una crescita del +66% in valore e +36% in quantità. Il prezzo medio del vino made in Italy (3,21 euro al litro, +22%) supera quello di tutti gli altri Paesi, Francia compresa», conclude Marina Nedic.
(dati Wine Monitor – Nomisma)
I protagonisti
Partecipano a Simply Italian Asia Tour 2017 numerose realtà d’eccellenza da tutto lo Stivale.
In ordine alfabetico: Agriment Italia (Piemonte), Azienda Agricola Blasiotto (Veneto), Bosca (Piemonte), Camera di Commercio di Udine (Friuli Venezia Giulia), Cantine San Marco (Lazio), Consorzio Italia di Vini & Sapori (Veneto), Federdoc, I Feudi di Romans (Friuli Venezia Giulia), Luca Menicucci (Toscana), Masciarelli (Abruzzo), MGM Mondo del Vino (Piemonte), Parolvini (Veneto), Rubinelli Vajol (Veneto), Sani (Veneto), Sturm (Friuli Venezia Giulia), Talls Wine (Friuli Venezia Giulia), Tenuta di Artimino (Toscana), Tenuta La Ponca (Friuli Venezia Giulia), Tenuta Ulisse (Abruzzo), Tenute Falezza (Veneto), Vendrame Vignis del Doge (Friuli Venezia Giulia), Villa Mattielli (Veneto), Vinum & Cibus Italici (Veneto), Vite Colte (Piemonte), Zeni 1870.
Per l’Istituto del vino italiano di qualità Grandi Marchi: Argiolas (Sardegna), Carpenè Malvolti (Veneto), Gaja (Piemonte), Jermann (Friuli Venezia Giulia), Alois Lageder (Alto Adige), Masi Agricola (Veneto), Mastroberardino (Campania), Michele Chiarlo (Piemonte), Rivera (Puglia), Tasca d’Almerita (Sicilia) e Umani Ronchi (Marche).