Quest’anno si svolgerà il Food Systems Summit delle Nazioni Unite.
Un sistema alimentare comprende tutti i passaggi che riguardano la nutrizione umana, dalla coltivazione alla raccolta, dalla lavorazione al confezionamento, dalla distribuzione e commercializzazione al consumo. Quindi riguarda le infrastrutture, le istituzioni, i servizi ma anche i cittadini. Un sistema alimentare può dirsi sostenibile quando fornisce cibo nutriente sufficiente per tutti senza compromettere la salute del pianeta o la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni alimentari e nutrizionali.
Nel 2019 la fame colpiva 690 milioni di persone e le diete sane erano impraticabili per almeno 3 miliardi di persone; il cambiamento climatico aveva ripercussioni sulle produzioni agroalimentari ed era evidente che si dovessero abbattere le emissioni di gas serra. Inoltre, il ruolo di tecniche non sostenibili dei sistemi alimentari aveva portato alla perdita di biodiversità e alla diffusione di nuove malattie infettive.
Dall’inizio della pandemia si sono aggiunti nuovi problemi e un numero che varia da 83 a 132 milioni di persone può essere ridotta in condizioni di povertà estrema e quindi alla fame.
È evidente la necessità di una trasformazione dei nostri sistemi alimentari, che impone cambiamenti importanti a tutti i livelli: nelle istituzioni, nelle infrastrutture, nelle normative e nei mercati, nelle risorse investite nei mercati affinché la finanza diventi equa e sostenibile. La sostenibilità, intesa in senso olistico, deve riguardare l’aspetto ambientale, economico e sociale; dal punto di vista degli agricoltori, devono ricavare dal loro lavoro una sussistenza dignitosa ed essere messi in condizione di lavorare senza essere sfruttati; i consumatori, a loro volta, devono informarsi ed essere più consapevoli del cibo che acquistano controllandone la provenienza, gli ingredienti e leggendo attentamente le etichette.
Nel 2021 le Nazioni Unite convocheranno il Food Systems Summit nel decennio di preparazione da qui al 2030 per raggiungere i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) contenuti nell’Agenda 2030. Nell’ambito del vertice sono stati predisposti cinque percorsi d’azione affinché la trasformazione dei sistemi alimentari porti al raggiungimento degli SDGs:
- garantire l’accesso a cibo sicuro e nutriente per tutti;
- passare a modelli di consumo sostenibili;
- aumentare la produzione rispettando la natura;
- promuovere mezzi di sussistenza equi;
- costruire la resilienza a vulnerabilità, shock e stress.
“Fixing the Business of Food: The Food Industry and the SDG Challenge”
L’anno scorso, 2020, la Fondazione Barilla ha presentato a New York -a margine della 74ma Assemblea Generale ONU- lo studio dal titolo “Fixing the Business of Food: The Food Industry and the SDG Challenge” , realizzato in collaborazione con il Sustainable Development Solutions Network (SDSN), il Columbia Center on Sustainable Investment (CCSI) e il Santa Chiara Lab dell’Università di Siena, che traccia un quadro delle azioni già implementate dal settore alimentare e lancia una call to action ai suoi leader.
Secondo lo studio sono ancora numerosi i passi che i Paesi devono compiere per centrare i 17 Obiettivi
In particolare, l’indice che misura il rendimento dell’Obiettivo 2 – Sconfiggere la fame – evidenzia che, a livello mondiale, è stato raggiunto in media solo il 53,6%. 56 Paesi sui 162 monitorati dallo studio si fermano a un punteggio inferiore al 50%.
Guido Barilla, presidente della Fondazione Barilla (BCFN)
“I leader del settore alimentare hanno già fatto passi avanti, ma abbiamo ancora bisogno di azioni concrete. Fondazione Barilla, con i suoi partner d’eccellenza, ha riconosciuto la necessità di intraprendere azioni immediate, sistemi di monitoraggio e misurazione, e politiche educative volte a promuovere la trasformazione verso la sostenibilità. Solo lavorando insieme possiamo raggiungere gli obiettivi”, ha detto Guido Barilla, presidente della Fondazione che fa capo al colosso della pasta italiano.
Il report completo è disponibile QUI